Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

L'esercito scorso

Certo,
ci fu qualcuno
coi gradi e le mostrine
che visto l'andazzo
fece le solite manfrine,
ma tutti sapevano che certa gente
viene subito dopo chi non vale niente.
Quello che han visto
fare all'ultimo arrivato
è quello che può fare solo un raccomandato. Quello che abbiamo fatto noi
all'ultimo arrivato
è invece quello che può fare chi è molto incazzato,
e non son bastati i gradi e le mostrine
ad evitargli una brutta fine.
Composta domenica 25 novembre 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    peggio tardi che mai

    Qualcuno ci prepara a tempi già visti,
    mette con calma le vesti di rito.
    In fila
    gli antichi strumenti del potere nuovo.
    Intanto chi doveva vigilare
    vigila ormai soltanto ciò che è suo
    e prima era di altri,
    continuando a dirci
    che vigila sulla democrazia,
    forse l'abbiamo capito tardi che per più d'uno
    democrazia faceva rima con "cosa mia".
    Composta domenica 25 novembre 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Fra i due litiganti

      Ed è di nuovo
      il vecchio tema,
      il nord,
      il sud.
      Nuovo nord e vecchio sud,
      nuovo sud e vecchio nord,
      male e bene.
      Ancora scontro,
      nessun incontro,
      tutto voluto
      da chi vive sulla nostra divisione,
      o meglio
      sulla divisione degli stupidi.
      Guerra fra i poveri
      per mantenere il peggio
      in cima,
      come se il bene o il male
      avessero case diverse
      ed indirizzi opposti.
      Io penso
      che tu non sia utile a me
      e tu pensi che io non sia utile a te.
      Ancora non sappiamo
      cosa è successo esattamente
      nella città del sud,
      nella città del nord,
      e già tutti a sparlare,
      ognuno a dire la sua,
      ognuno a scrivere il suo tema,
      col fiele come inchiostro,
      ed allargarsi al luogo,
      alla gente,
      al solito sapere.
      Qualcuno
      ha già massacrato pubblicamente
      qualcun altro
      salvo poi fare retromarcia
      molto piano,
      nuovo lavoro
      per la grande impresa dell'informazione
      intanto
      tutti i "diretti interessati"
      del sud e del nord
      ridono di questo stato delle parole
      e dei pochi fatti.
      Loro l'hanno capito
      che nord o sud
      non fa differenza,
      noi ancora no.
      Composta domenica 25 novembre 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Vedo il mio futuro improbabile

        Io se rinasco
        rinasco pazzo,
        da non punire in alcun modo.
        Io se rinasco
        rinasco delinquente,
        magari ci metto l'etichetta dell'ideologia
        per farmi scudo,
        per darmi tono.
        Io se rinasco
        rinasco vagabondo,
        lo troverò
        un prete che mi aiuta.
        Io se rinasco
        scelgo una bandiera
        non importa se bianca
        rossa o nera.
        Io se rinasco,
        fallo presente a tutti
        porterò caos
        sangue
        e tanti lutti.
        Intanto voi
        fate il vostro dovere
        bendatemi e sparate,
        poi se rinasco
        vedremo
        vedrete.
        Composta domenica 25 novembre 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Una notte

          Cammino lungo questo mare
          che si muove un po'.
          I piedi nelle scarpe,
          le scarpe da estate
          dentro quelle da inverno.
          Le scarpe nella sabbia,
          e la calpesto
          questa sabbia,
          che mi lascia fare,
          cammino lungo questo muro
          che non difende più da niente
          i piedi scivolano sulla sabbia,
          l'acqua arriva alle scarpe,
          appoggio le mani al muro,
          mi fermo,
          io ho finito il mio percorso,
          il muro no,
          prosegue.
          Composta sabato 17 novembre 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Una chiesa

            Sono seduto qui,
            raccolto
            davanti a ciò che ti rappresenta,
            una casa,
            la luce
            oppure il buio,
            musica e silenzio,
            le candele,
            dieci stili e mille anni,
            i libri e le preghiere,
            i quadri,
            le suppliche,
            matrimoni battesimi
            e funerali,
            pietre e marmi
            e qui sono io,
            con i miei mille no
            ed i miei mille se
            le mie dieci preghiere,
            il mio euro per l'offerta.
            Composta sabato 17 novembre 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              I fatti e le riflessioni

              Io l'autostima l'ho schiacciata
              con una suola di cuoio grosso,
              calibro 45.
              Le speranze si sono allontanate,
              alcune in punta di piedi,
              altre rapite dai prezzolati di turno,
              non hanno fatto ritorno.
              Il vino non fa più il benefico effetto di un tempo,
              non ci sono più le vigne di una volta,
              o forse è la mia gola
              che non è più quella di una volta,
              o forse non c'è mai stata "una volta".
              Il primo pentimento è l'esser nati,
              il secondo essere nati onesti,
              l'onestà resta la madre di tutti mali.
              Il rimorso è non aver sparato allora,
              anche se era legittima difesa,
              ma considerata reato
              da tribunali non riconosciuti.
              Adesso e garantita come legittima
              l'offesa,
              soprattutto se fatta a chi è più debole.
              Chi è peggio è riverito,
              imitato,
              chi è bravo è solo un fesso
              uno che non ha capito.
              Ognuno dà lezione nel suo campo,
              qualcuno forse ascolterà.
              Per aver giustizia si aspetta l'altra vita
              ammesso che ci sia,
              e molti accelerano il passo per poterlo fare,
              per fortuna corde e burroni sono in abbondanza,
              intanto dalle chiese
              appelli a tutti a credere e sperare,
              e perdonare,
              appelli a farsi male,
              qualcuno da fuori sente,
              guarda in basso,
              scuote la testa e si allontana
              sputando sul sagrato,
              ma va perdonato
              è solo un ubriaco,
              almeno credo.
              Composta sabato 17 novembre 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                La vita in troppi

                Tu gli sei sempre corsa
                dietro
                fin da bambini,
                gli hai fatto da
                infermiera e consigliera
                poi da serva e da puttana.
                L'hai sempre ripreso
                e mai lasciato,
                l'hai maledetto qualche volta
                ma in gran silenzio.
                Adesso ne raccogli i cocci rotti
                come se fossero oro o diamanti,
                sono reperti come data
                ma di valore scarso
                e molto usati.
                E tu
                che per amore ti contenti anche di questo
                e prendi ogni suo ricordo come se il fosse il vostro,
                anche se i nomi delle protagoniste non sono il tuo,
                prendi ogni sua parola come un parlare a te
                ed ogni racconto di un regalo ad un amante,
                come un regalo fatto a te.
                Ed ogni volta che racconta un'avventura
                è come se in quel letto ci fossi stata tu,
                non una delle cento lei.
                Comunque alla fine ti è toccato,
                quello che resta di un avventuriero,
                e sei tornata indietro,
                come da bambina,
                infermiera si,
                per i suoi mali,
                consigliera no
                perché la sua testa non ne vuole,
                serva di certo,
                quello come sempre,
                puttana no,
                tanto non serve più.
                Se può consolarti puoi pensare,
                che rispetto ad allora
                ti resta molto meno tempo da soffrire.
                Composta sabato 17 novembre 2012
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                  Scritta da: Alexandre Cuissardes
                  Chiaro fratello mio
                  capisco la tua rabbia scritta
                  come in passato
                  capivo la tua disperazione silenziosa.
                  È vero,
                  ormai ci sguazzo in quello che tu vedi.
                  Certo,
                  se ci ripenso,
                  tu ed io,
                  noi sempre contro,
                  ieri per gioco,
                  oggi nella vita,
                  era destino
                  forse.
                  Chiaro fratello mio di cuore puro,
                  quando giocavamo a calcio tu stavi sempre in porta,
                  noi a tirare rabbia,
                  calci e terra
                  ed il pallone,
                  spesso con l'intenzione più di farti male
                  che non per fare rete,
                  e tu a riparare a tutto e tutti,
                  ed un sorriso che mandava in bestia.
                  Ti offendevamo se ce le paravi,
                  ma dentro noi c'era la gioia per averti preso a pallonate faccia,
                  in pancia
                  o meglio ancora nelle palle.
                  C'era già un destino nel tuo ruolo,
                  essere preso a qualche cosa dalla vita,
                  prima il pallone,
                  poi tanti schiaffi,
                  e tutto io non so.
                  Caro fratello mio gonfio d'anima e virtù
                  ho letto cosa pensi e forse è vero
                  che qualcuno mi colpirà,
                  pensa,
                  vorrei che fossi tu
                  perché faresti un atto di giustizia.
                  Ti dico,
                  e credimi
                  che se toccasse a me averti qui davanti
                  stavolta sbaglierei la mira,
                  non come al calcio,
                  pur di non colpirti.
                  Chiaro fratello mio
                  giglio da sempre
                  è tardi per sputare il tuo pensiero,
                  ed anche se lo avessi fatto prima,
                  sarebbe stato inutile,
                  io servo il potere,
                  tu servi gli ideali,
                  se servi il potere al potere servi,
                  e ti mantiene.
                  Gli ideali non ti pagano mai niente,
                  fanno pagare tutto a te.
                  Dell'al di là non ho conferma,
                  e come sai nel mio mestiere ci vogliono le prove, anche false a volte,
                  se ti può servire.
                  Certo che se lo vedo come lo vedi tu
                  allora devo preoccuparmi,
                  ma di questo ti farò sapere allora.
                  È vero che ogni tanto penso,
                  e male,
                  ma quel guardare un po' dall'alto in basso,
                  quel potere,
                  confesso che mi fa sentire bene,
                  e tu lo sai quanto ci tenga a me,
                  al mio star bene,
                  in fondo sai non è difficile,
                  basta non pensare e fare.
                  A volte,
                  è vero sale la vergogna,
                  ma è cosa da poco,
                  e breve,
                  basta che guardi un po' più su,
                  c'è chi sta peggio di me,
                  come vergogna,
                  ma in fondo se è da tanto che son loro
                  o sono bravi
                  o siamo tutti fessi noi.
                  Io non domando,
                  mi domando,
                  ma molto poco,
                  giusto per ricordare l'uso del punto interrogativo.
                  Nell'obbligo di scelta,
                  io ho scelto,
                  l 'ho fatto prima,
                  in tempo,
                  tu hai sempre riflettuto,
                  rimandato,
                  il prima di allora è ormai tutto occupato,
                  il poi di allora è stato proprio cancellato.
                  Senza nessun rancore
                  chiaro e caro fratello,
                  per ora sono io che tiro il gioco
                  poi si vedrà
                  prega per me se vuoi,
                  male non mi fa.
                  Composta sabato 17 novembre 2012
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