Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Una preghiera

Salviamo almeno le apparenze.
Non è certo un peccato,
è un po' di sana ipocrisia.
Facciamo come gli altri,
lo fanno un poco tutti
al momento del bisogno.
Lo chiedo a te
che mi sei davanti,
per difenderti
ed attaccare,
prova a venirmi accanto,
facciamo i primi passi,
impariamo a camminare
senza pestarci i piedi,
lascia che ci proviamo
facciamolo questo miracolo,
facciamolo in due,
insieme.
Entrambi lo dobbiamo
a chi dorme innocente,
nella stanza accanto.
Composta domenica 2 settembre 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    I pastori bugiardi ed il gregge sbandato

    Destra
    sinistra
    comunisti
    fascisti.
    Favole per adulti,
    tutte
    senza lieto fine,
    se non per chi le racconta.
    Eterni narratori
    eterni suonatori
    dell'eterno ritornello
    dell'allegra marcia funebre.
    Le idee ed il gioco,
    le teorie,
    l'ambizione.
    In mezzo il precipizio,
    unica certezza,
    per le cavie del laboratorio italia.
    Si mantiene l'odio,
    fonte di divisione,
    si discute sui settanta anni fa,
    per non far pensare a sette giorni fa
    ed ai sette giorni a venire.
    Intanto se ne vanno
    con corde e mezzi propri
    quelli che non ce l'hanno fatta,
    o che ce l'hanno fatta
    a fare l'altra cosa,
    andare a "vivere" di là.
    Composta domenica 2 settembre 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Lo stato è stato... ieri...

      La lotta contro cosa nostra
      è ormai cosa eterna.
      Alla forza delle bombe
      si risponde con la lotta democratica
      intanto muoiono troppi dei migliori,
      ed altrettanti si arrendono.
      Ma sono morti per la democrazia.
      La lotta all'evasione
      è spesso lotta al debole di turno.
      La lotta alla miseria serve
      spesso ad arricchire i soliti
      e lasciare il resto come sta.
      Si sbandierano i risultati
      la vittoria dello stato
      per chi ancora ci crede
      in questo stato.
      Composta venerdì 24 agosto 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Perché l'ho fatto

        Forse ho scritto troppo
        o no,
        o forse si.
        Ho scritto male,
        questo si,
        ma come sapevo.
        Ho scritto e poi dimenticato,
        ma se ci penso bene
        forse non ho dimenticato.
        Ho trasformato tutto
        in un linguaggio che adesso mi è sconosciuto,
        quello di quel momento.
        Poi ho cercato di ricordare,
        a pezzi,
        ho pensato molto
        e quando ho trovato una penna,
        un foglio
        un appoggio,
        ho scritto.
        Come ho scritto in chiesa
        ho scritto all'inferno,
        sulla panchina di un giardino,
        contro un muro
        sul palmo della mano di uno sconosciuto.
        Ho scritto
        perché prima non volevo scrivere,
        perché a volte ho scritto senza riuscire a dire niente,
        ho scritto quando avevo bisogno di scrivere per farmi capire,
        e capirmi.
        Non che con questo
        io abbia la pretesa di saper scrivere,
        il mio scrivere sostituisce il mio non parlare.
        Ho scritto perché non ho né fucili né cartucce.
        Sarebbe stato più facile
        e l'esito migliore.
        Composta venerdì 24 agosto 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Vado via

          E poi sarai
          e poi sarò
          ma intanto io non sono niente,
          almeno siate voi
          ad essere ciò che avrei voluto essere,
          da vivo da morto,
          da sempre.
          Io porterò un libro in mano,
          per leggere e spiegarmi
          ed un coltello in tasca per difendermi
          o forse farne un segnalibro
          o un taglia pagine.
          Composta giovedì 23 agosto 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            La mente, il corpo, il buttar fuori

            Pensare,
            scrivere
            è un po' come pisciare,
            pisciar parole.
            A volte troppe,
            a volte niente,
            oppure scappano
            all'improvviso.
            Pisciarsi addosso,
            è parlarsi addosso.
            A volte le trattieni,
            e scappano,
            oppure la trattieni
            per ore ed ore
            e non trovi la penna,
            il posto giusto,
            ed allora fine,
            hai perso un'occasione.
            A volte scrivi ad un muro,
            come se ci pisciassi,
            con un pennarello diverso,
            o vicino a un lavandino.
            A volte ha un senso
            altre un sesso,
            altre volte
            non sembrano neppure tue.
            La sola differenza
            è che le parole salgono,
            ed il piscio scende.
            Composta giovedì 23 agosto 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Prima visione

              Che bel viaggio,
              breve,
              intorno a casa,
              invece che andare sulla luna.
              Fermarsi alla prima stazione,
              entrare dentro quei film
              dove vincono sempre i migliori
              ed i peggiori pagano,
              in quei film romantici
              o leggeri,
              con belle atmosfere,
              musiche che accompagnano,
              la storia.
              Ed alla fine uscire,
              tornare verso casa,
              sotto il buon effetto
              di quella medicina
              che chiamano illusione.
              Composta giovedì 23 agosto 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                La vita secondo desiderio

                Mi vedo intorno,
                vedo me
                come se tutto fosse specchio.
                E vivo la mia vita
                nel riflesso,
                vita a puntate
                vita di successo,
                sempre da vincitore.
                Percorro il tempo
                e vinco ogni battaglia,
                stando qui disteso
                nella mia magia.
                Nel guscio per il mio giacere,
                corazza per il mio corpo,
                nave per il navigare,
                o mare aperto.
                Il mio letto da oppio,
                lui tollera il mio peso
                ed il mio pensare
                il mio sognare,
                mi culla,
                è accomodante,
                sa come vorrei la vita
                e me la dà,
                fino a domani.
                Composta giovedì 23 agosto 2012
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