Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Parlano i bastimenti

Partono i bastimenti
portano gli escrementi,
portano gente nota
verso destinazione ignota.
Li han caricati tutti,
tutti nei posti giusti,
li portano lontano.
Partono i bastimenti,
portano i perdenti
vanno dove capita.
Partono i bastimenti
portano gli intelligenti,
in posti più accoglienti.
Parte tutto il paese,
parte a più riprese.
Restano i potenti,
insieme ai delinquenti,
ad aspettare
I nuovi deficienti,
restano da soli,
a parlarsi addosso,
per adesso
intorno all'osso.
Composta lunedì 20 agosto 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    Come i cani

    Sto qui nel mio buio,
    accucciato su me stesso,
    mi parla la radio
    racconta,
    e tutto mi è così chiaro
    che non vedo altri colori
    ne sento altre voci,
    ma non ne ho bisogno,
    tutto mi è così scuro,
    oscuro,
    che non vedo altri colori
    e sono straricco di certezze,
    inutili,
    perché continuo a stare qui nel mio buio,
    accucciato su me stesso,
    anche quando la radio è spenta.
    Composta lunedì 20 agosto 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      Vita a striscio

      Non è un problema
      scendere molto in basso,
      basta toccare terra
      ed imparare a vivere sdraiati.
      Abituarsi
      a vedere le scarpe
      invece che le maschere,
      abituarsi al puzzo dei piedi
      invece che agli aliti pesanti,
      ai calzini bucati
      invece che al trucco sulle facce,
      e soprattutto ai trucchi della vita.
      Sdraiati da perdenti,
      o come chi si è salvato da un attentato,
      quello quotidiano
      che prima o poi,
      se non ti trova già disteso
      ti distende.
      Composta lunedì 20 agosto 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        a braccia alzate

        Dicevo che dovevo sistemare le mie cose
        o loro avrebbero sistemato me,
        poi mi sono arreso,
        non ho più fatto nulla,
        ho smesso di lottare,
        se mai avevo lottato prima,
        quindi se dovessi salvarmi,
        ipotesi remota,
        non sarebbe per merito mio
        ma solo grazie ad un miracolo,
        senza altra spiegazione.
        Composta domenica 19 agosto 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Un giusto passo indietro

          Ho fatto alcune considerazioni
          che mi hanno fatto pensare che anche io posso mettere su carta le mie cose,
          poi ho un po' letto ciò che scrive chi sa pensare e scrivere davvero
          ed ho capito di essere un analfabeta, e senza idee.
          Ho gettato la mia presunzione al vanto
          e sono tornato ad essere il muto non scrivente di sempre.
          Composta domenica 19 agosto 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            La benzina bianca o rossa

            Vino ed allegria
            vino e tristezza
            vino scuro o chiaro.
            Vino per togliere i ricordi
            o per far ricordare.
            Vino si,
            vino no,
            meglio
            vino sempre.
            Ma non vino mai,
            anche a costo di inventarsi qualcuno accanto
            se si vuol bere in compagnia
            oppure isolarsi in mezzo ai tanti
            se si vuol bere da soli.
            Composta domenica 19 agosto 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              la paroleria

              È andato in pensione da tempo
              ma in molti ancora lo ricordano.
              Le sapeva cucire,
              mettere al posto giusto,
              sapeva toglierle
              se e dove era necessario,
              bastava che vedesse una sola volta il cliente,
              sentisse la sua voce,
              dove doveva parlare,
              a chi e perché
              ed in poco tempo tutto era pronto,
              parole e toni,
              tutto cucito addosso all'oratore.
              L'unica cosa che non poteva fare
              era farne capire il senso a chi doveva dirle,
              ma non era importante
              nella democrazia dell'illusione.
              Ne aveva tante in bottega,
              sepolte sotto i fogli bianchi,
              chiuse in barattoli,
              attaccate ai muri,
              quelle avanzate a qualcuno,
              quelle sputate o vomitate,
              qualcuna giaceva sul pavimento
              sporca di pedate.
              Erano tutte pronte all'occorrenza,
              vendute a peso oppure a numero,
              a volte regalate.
              Chi con lui aveva confidenza lo chiamava il sarto parolaio.
              Lui non commentava,
              padrone del mestiere,
              non sprecava mai parole per parlare di se,
              ciò che dava agli altri mancava a lui.
              Quanti lo devono ringraziare
              per le sue parole
              perché grazie a loro
              chiedendo hanno ottenuto,
              raccontando hanno convinto.
              È grazie a lui che tanti ragliatori
              sono diventati oratori.
              Composta domenica 19 agosto 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Non ho risposta

                Qui ho pregato,
                qui ho bestemmiato.
                Se apro gli occhi
                è sempre lo stesso posto,
                sono sempre io,
                è sempre lo stesso risultato.
                Mi guardo intorno,
                il vuoto,
                il resto è solo rabbia
                che non si placa,
                tutto va giù,
                come da un imbuto
                abituato a versare tutto in un attimo,
                e preparo la mia gola al resto.
                Poi metto la bottiglia accanto a me
                e rallento,
                ed al secondo bicchiere penso al perché e successo,
                a chi la colpa,
                poi smetto di pensare,
                ma non di bere.
                Composta domenica 19 agosto 2012
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