Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Il diluvio dentro

Piove
sulle nostre teste bagnate,
su ombrelli
aperti
sempre pronti al loro mestiere
o chiusi
ad aspettare,
prigionieri di un portaombrelli
o schiacciati in una folla di colleghi
ad una festa,
in un locale.
Piove sulle tue la labbra
che non mi vogliono baciare.
Sui miei occhi,
per annebbiarmi la vista
e non farmi vedere le tue labbra
che non mi vogliono baciare.
Piove nell'orto della nonna,
verdure fresche assicurate
per domani.
E piove sul mio corpo insaponato
con quel sapone che cancella i graffi,
doccia da un cielo saggio.
Piove
sulla mia vita così arida di affetti,
ma senza portare frutti
senza che niente cresca.
Piove sui miei difetti
ma non li lava via,
e sulla sfortuna
sulla luna,
piove dove vuole.
E piove sugli accidenti
sfuggiti alla mia bocca
in epoche diverse
e tutti tornati indietro
a presentarmi il conto,
senza che nessun ombrello
mi possa riparare
da questa pioggia di sputi.
Composta martedì 21 agosto 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    una bandiera di fortuna

    I sarti migliori
    si sono dati molto da fare
    per rabberciare questa povera bandiera.
    L'hanno arrangiata un po'
    con quel che c'era,
    non si può far di meglio.
    Di tela rossa
    ce n'è tanta,
    simboleggia la vergogna,
    il bianco della purezza
    invece manca
    e ne faranno a meno.
    Il verde è in abbondanza,
    rappresenta la miseria
    e tasche molto vuote.
    È quasi pronta la bandiera,
    fatta con le mutande del paese.
    Composta martedì 21 agosto 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      se succede

      In mezzo ai banchi di un mercato,
      fra cento borse per la spesa
      o nella ultima fila in chiesa.
      Fra urla o preghiere,
      da soli
      o in troppa compagnia,
      persi fra le parole
      o nel silenzio,
      il nostro tutto,
      addosso,
      sulle spalle,
      tartarughe in piedi.
      Siamo
      dove si possa non pensare
      perché il pensiero annulla
      fa tristezza
      e quando si piange troppo
      finisce che si piange sempre.
      Composta martedì 21 agosto 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        eredità nera

        Tu porterai il suo nome addosso
        come una vergogna,
        lo porterai per sempre,
        con la sua condanna,
        e sulle spalle avrai il peso dei suoi errori.
        Carezzerai per caso qualcosa che ha toccato,
        ritirerai la mano,
        senza sapere perché.
        Un giorno piangerai nel ricordare,
        per rabbia o nostalgia,
        o dolorosa confusione
        da troppa compagnia.
        Farai lo sforzo di capire,
        giustificare,
        ma addosso avrai sempre quelle macchie,
        e andando ancora avanti
        subentrerai nell'odio
        da lui a te,
        e verso tutti
        te lo porterai addosso
        come quel nome
        e quella condanna,
        quella ingiusta,
        quella di tuo padre.
        Composta martedì 21 agosto 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Tu, io, la storia

          Spalmami addosso
          la pasta di pesce dolce.
          Con le mani
          percorri il mio corpo,
          baciami forte
          i tuoi desideri,
          scrivi i tuoi pensieri più sporchi
          sulla mia pelle,
          scrivili con le unghie,
          li leggerò con la mente,
          sentendo i graffi.
          Mostrami i denti,
          come fa il vampiro,
          spalanca la tua bocca,
          grotta odorosa,
          da riempire
          di baci
          anche.
          Composta martedì 21 agosto 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Montemortorio ultimo domicilio conosciuto di angelo di Carlo

            Sono roventi i sanpietrini.
            Fuoco e fumo nero
            nella piazza del palazzo,
            l'accendino si è salvato.
            Quel nero
            è un drappo
            che fa notte
            sulla luce forte del sole di roma.
            E fa notte
            sui i tre colori del telo
            che ciondola stanco
            sulla facciata di Montecitorio.
            L'inferno è salito,
            ancora a visitare la terra,
            ha messo la testa fuori.
            Puzzano gli eroi,
            di sudore
            di veleno,
            ed alla fine di bruciato,
            purificazione estrema.
            Lui si è acceso,
            lui si è spento.
            La colpa invece
            l'ha subito spenta chi doveva,
            con le solite parole,
            il solito andare oltre.
            Grande mistero
            come sempre,
            indovinare l'ultimo pensiero,
            se è stato per suo figlio,
            o una preghiera
            una bestemmia
            oppure una inutile maledizione
            a chi non sente.
            Adesso è morto
            con la colpa di esser morto,
            e l'ironia del nome,
            un angelo che brucia fra le fiamme,
            tempi impazziti
            o uomini impazziti.
            Composta lunedì 20 agosto 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              Peggio così

              restai immobile,
              seduto,
              come se dormissi,
              ma ero morto.
              Il primo che mi toccò mi fece cadere
              ma non sentii niente,
              restai per terra,
              tutti si avvicinavano
              chiedendo cosa fosse successo,
              come fosse successo,
              ma ero morto,
              non potevo spiegare,
              non avrebbero potuto capire
              Composta lunedì 20 agosto 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Testa-mento

                E proverò quello che han provato in tanti,
                umili o famosi,
                eroi o delinquenti,
                da soli o con la folla intorno,
                tristi o spavaldi,
                per un ideale loro o di altri,
                o nessuno.
                Il gesto,
                il modo ed i protagonisti,
                tutti da sempre uguali,
                cambiano i motivi,
                ma non troppo.
                e lo spiegano parole
                che solo chi scrive può capire.
                Composta lunedì 20 agosto 2012
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