Poesie inserite da Alexandre Cuissardes

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Scritta da: Alexandre Cuissardes

Lo spettatore infelice

Io non mancavo mai.
Stavo in piedi,
in fondo alla gente,
confusi fra i tanti altri,
finto spettatore.
Ero a vederti,
quando ballavi sui tavoli,
uscivi dalle torte
alle feste dei ricchi,
o danzavi con i veli
nei locali di lusso.
Io non mancavo mai,
per starti vicino,
per gelosia,
per star male.
Ora sto qui,
confuso fra i nessuno,
col cuore assassinato
ma costretto a vivere.
Composta giovedì 23 agosto 2012
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    Scritta da: Alexandre Cuissardes

    La santa del paese

    Fiera del sud.
    Fiera di parole,
    fiera d'incontri,
    fiera di sole,
    suoni e caramelle,
    fiera di appuntamenti
    pubblici
    o segreti
    ancora per poco.
    Fiera di suoni ed odori.
    Volti lo sguardo dal futuro dei bimbi,
    futuro da inventare,
    e ti ritrovi nel passato,
    povero e migliore,
    il presente,
    forse è meglio lasciarlo stare.
    Composta giovedì 23 agosto 2012
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      Scritta da: Alexandre Cuissardes

      la sentinella al nulla

      Mi sfiora il vento leggero,
      su questo colle basso,
      senza alberi ne macchie.
      Se sto insieme a nessuno
      mi conosco un po' meglio.
      Qui la notte fa freddo,
      ma fa freddo ovunque,
      il che non consola,
      ma rende la cosa
      una cosa normale.
      Inizio a pensare.
      Domattina,
      quando mi alzerò da questo masso sedile
      saprò con certezza
      se la notte è stata fredda o no.
      Composta giovedì 23 agosto 2012
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        Scritta da: Alexandre Cuissardes

        Una lettera senza destinatario

        Ti scrivo solo un saluto.
        Il resto da dirti
        lo tengo per la prossima volta,
        la prossima lettera,
        ma non ne sono tanto sicuro.
        Meglio che dica
        che lo tengo per me.
        Quando avrò
        qualcosa da aggiungere
        ai pochi saluti di adesso,
        o alle cose che tengo per me,
        lo farò,
        le scriverò,
        se avrò ancora inchiostro per te.
        Composta giovedì 23 agosto 2012
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          Scritta da: Alexandre Cuissardes

          Una fede incazzata

          in troppi di noi
          resta ormai soltanto una fede solitaria
          inselvatichita
          fatta di radici ormai marce
          e molti pruni.
          Niente più frutti
          niente foglie
          eterna trincea,
          percorso in buca e sotto tiro
          notti insonni
          e giorni assonnati.
          Il dolore appiccicato addosso,
          la testa bassa,
          l'inchino fisso a tutti,
          senza capire
          a chi e perché.
          Composta giovedì 23 agosto 2012
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            Scritta da: Alexandre Cuissardes

            Un terremoto

            Frasi interrotte,
            muri crollati,
            segni sul viso.
            Sogni a metà,
            ha tremato la terra,
            trema ancora la terra,
            ha paura dell'uomo
            si fanno i conti,
            anche altri li fanno.
            Pantaloni strappati,
            tasche vuote,
            parole inventate sul momento,
            chi dovrebbe dare parla,
            chi dovrebbe avere agisce,
            ed ha rabbia.
            Le pale scavano macerie,
            anche loro parlano.
            Composta giovedì 23 agosto 2012
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              Scritta da: Alexandre Cuissardes

              1940 parole provenienti da lì

              Per alte disposizioni,
              si seppe poi
              di chi e da dove,
              ebbero rispetto gli aguzzini,
              rispetto per il pensatore.
              Lo divisero dagli altri prigionieri,
              lo tolsero dalla baracca,
              nel campo di concentramento.
              Un ufficiale appassionato di poesia
              creò per lui il campo "di concentrazione".
              Lì da solo,
              con l'ispirazione
              resa più forte dal dolore,
              e nacquero così
              1940 parole.
              Composta giovedì 23 agosto 2012
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                Scritta da: Alexandre Cuissardes

                Giardino al buio

                Su una panchina,
                le quattro di mattina,
                dò il cambio alle puttane.
                Loro partono,
                io arrivo.
                Rileggo i vecchi libri
                guardo il loro prezzo in lire,
                soprattutto la data,
                per ricordare quell'anno,
                com'ero allora,
                cosa speravo allora,
                e non pensare per un po'
                a come sono adesso.
                Composta giovedì 23 agosto 2012
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