Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Meraviglioso amore

Meraviglioso amore,
Dimenticarti, come,
non ci posso pensare,
sarebbe come spengere del sole, il suo calore
arginare l'onda che viene e va dal mare,
un fiume in piena che non puoi fermare.
Il tuo amore ha riempito la mia solitudine,
ha colmato i miei vuoti, dando senso alla mia vita
soddisfatto le mie voglie, i sogni,
e son tornata una bambina capricciosa
che da te pretende ogni cosa.
Con te ogni minuto è vita, poca e rubata,
e poi silenzi e lunghe attese.
Amore meraviglioso, che non decide i tempi
per poterti pensare ed amarti,
che sente vive con te intense emozioni
nello stesso istante, amore amante,
il mio sogno costante, il mio peccato ricorrente,
ma chi ha mai potuto frenare il cuore,
quando vive e batte col tuo respiro,
desiderio da realizzare, bisogno di averti
stringerti, abbracciarti.
Meraviglioso amore come posso non amarti?
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    Scritta da: Anna De Santis

    Natale 2008

    Questo Natale, vorrei farlo ricordare,
    non son le luci, tutti quei doni,
    ma le intenzioni riposte dentro il cuore.
    Ogni bimbo sogna davanti alla capanna,
    ma quanti hanno bisogno della mamma,
    una carezza, un dono, serenità e sicurezza.
    Ogni uomo si ferma dinanzi a quel presepe,
    con la sua insicurezza,
    quell'affannarsi e correre senza pensare
    dove dobbiamo andare?
    La strada è impervia e lunga da seguire,
    basta guardare la stella e farci guidare,
    ci porterà alla semplicità, all'umiltà
    di un uomo che ha saputo amare,
    di quello che tutti dovremmo fare.
    La serenità di una vita semplice,
    senza lo sforzo per arrivare, prevaricare
    mortificare il tempo che chiede di riposare.
    Il Natale viene per far riflettere,
    per fermarsi a godere delle piccole cose,
    per volersi bene, per voler bene,
    fatevi guidare dalla stella,
    ogni cosa della vita avrà il giusto valore,
    e sembrerà più bella.
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      Scritta da: Anna De Santis

      Forse ho sbagliato tutto

      Ferite che mi porto dietro,
      sogni non realizzati,
      per la fretta di crescere.
      Quello che mi gridava dentro
      ho sempre tenuto a bada,
      forse ho sbagliato tutto,
      ma ormai comunque vada
      ho scelto la mia strada,
      il fiume in piena che passava gli argini
      si è dovuto adattare ad un più giusto letto,
      ma dentro il cuore ancora e ancora
      tutta quella voglia di fare, di arrivare
      non si sa dove,
      non riesco a fermare,
      ed allora scrivo per potermi sfogare,
      per arrabbiarmi, per contestare
      son solo io comunque a stare male
      per quella voglia che mi preme dentro
      e che inarrestabile mi fa ancora vivere ed amare.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Ma che strano

        Ma che strano!
        Nun t'ha dato er tempo de pensà,
        eri na pischella, se poteva fà,
        te sei ritrovata in men che non si dica,
        davanti a quell'artare e quanno te sei ripresa
        nun hai avuto manco er tempo pe dì
        ma chi me l'ha fatto fare.
        Quanno ch'è passato un po' de tempo,
        co sta panza più nun potevi camminà,
        n'artra vorta davanti a quell'artare,
        pe dà un nome ar frutto dell'amore.
        E daje n'artra vorta, e n'artra vorta ancora,
        tu nun c'havevi un ora pe poté pensà.
        E co sto seno ar vento, stavi sempre allattà,
        che belli questi fiji, che t'hanno poi lasciato,
        a forza de visità l'artare
        a uno ad uno se so voluti sposare.
        Quanno che te vorresti riposare,
        arrivano li nipoti sempre passanno pe l'artare,
        ognuno ha il suo bel nome e li devi accudire.
        Mo che nun so più bona a niente,
        e nun se ricordano manco quer che ho fatto,
        me vorrebbero riportà all'artare,
        st'ingrati, ma mo ve frego io,
        me ne vado all'ospizio
        pe st'artri anni che me restano da campare,
        ricordateve che... alla fine pe l'artare
        tutti ce dobbiamo passare.
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          Scritta da: Anna De Santis

          Lentamente

          Le grida dei bambini dalla strada,
          non hai più voglia di sentirli
          e chiudi la finestra,
          il tuo mondo per te comunque vada,
          ora è in quel piatto di minestra.
          Ben poca cosa è chiudersi con ogni scusa,
          la vita va vissuta, nonostante tutto,
          guarda che è fiorita la tua rosa,
          si è arrampicata sopra il tuo balcone, ancora pensi che lei ti abbia distrutto?
          Lentamente morirai su quella sedia,
          apri alla vita, respira l'aria e dai retta al cuore, ti aspetta un altro amore.
          Scendi in cortile, tira un calcio al pallone,
          dai un bacio ad un bimbo, allenta la tensione,
          vedrai che tutto passerà in un attimo,
          e sarai pronto per una nuova occasione.
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            Scritta da: Anna De Santis

            Il ritorno

            Eravamo già con i vetri appannati,
            il freddo dell'inverno si faceva sentire,
            il fuoco del camino,
            aveva trasformato in brillanti le piccole gocce, che piano scivolavano.
            Col naso spiaccicato si scrutava fuori,
            la gente a sera in quella nebbia a malapena si vedeva.
            Un uomo con un grande cappello,
            la valigia in mano, verso casa, con incedere lento, procedeva,
            il suo volto con il buio non si scorgeva
            ma la speranza di questo ritorno, si prevedeva.
            La vecchia mamma si affacciò, con le lacrime agli occhi,
            e con il cuore in gola corse giù per le scale,
            è tornato Pasquale!
            La tavola era già apparecchiata,
            nel camino mise altri due ciocchi.
            La cena era pronta e la mamma lo guardava,
            per la gioia non riusciva a parlare,
            ma sul suo viso lenta una lacrima scendeva.
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              Scritta da: Anna De Santis

              Paura e solitudine

              Da dietro lo spioncino della porta ti spiavo,
              mentre regalavi amore,
              ora capisco perché la gente per strada ci guardava,
              senza salutare.
              Cercavo le tue mani, era paura e solitudine
              ma tu non ti accorgevi...
              Mi hai sempre amato a modo tuo,
              davanti a quello specchio mi parlavi,
              mentre ti truccavi, ti pettinavi,
              per un altro incontro.
              Geloso ti guardavo,
              ma per il tempo che non mi concedevi,
              non riuscivo a dirtelo,
              anch'io avevo bisogno dei tuo baci,
              non mi bastava quella carezza la sera
              prima di addormentami.
              Finalmente cresciuto ho capito ed ho sofferto
              per farmi diventar grande hai regalato amore,
              ora so quando mi stringi e piangi,
              con quegli occhi bassi e lucidi, quanto ti è costato,
              mamma... ti ho sempre amato, ho perdonato.
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                Scritta da: Anna De Santis

                La serenità

                Sempre nella vita c'è un momento
                per fermarsi a pensare,
                a quel che ho fatto e cos'altro ho da fare,
                e guardo il cielo, cercando le risposte,
                ma ormai ti son cucite come croste.
                Ho riempito quel famoso paniere,
                così d'istinto senza troppo soffrire,
                perché la vita il meglio mi ha voluto offrire.
                C'è da dire che mi sono accontentata,
                e la mia strada ho percorso serena,
                qualche volta mi sono chiesta: e se...
                ma guardi quel che hai e ti senti appagata.
                Adesso posso dire di essere stata fortunata,
                ma forse perché non ho mai chiesto più di tanto,
                l'importante per me è sentirmi amata,
                dalle persone che mi stanno accanto,
                Ora voglio godermi quello che ho realizzato,
                senza alcuna pena,
                questo mi fa essere serena.
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  Pazzia

                  Sereno come sempre, solo una smorfia sul viso,
                  nel vuoto guardavi, senza capire,
                  seduto su una sedia con il tuo strano sorriso,
                  avevi dato sfogo alla tua rabbia,
                  e quella donna, dolce
                  che amorevolmente ti assisteva,
                  più non rispondeva.
                  Tutto intorno sangue e disperazione,
                  tu con quel tuo strano sorriso,
                  guardavi senza alcuna emozione.
                  Avevano fatto in tempo a dichiararti pazzo,
                  non avevano ben valutato,
                  ad un certo punto ti sei alzato, ti sei lavato,
                  quel coltello tra le tue mani brillava
                  e lo guardavi ancora,
                  ti sei sentito un Dio, forse,
                  almeno per un'ora.
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                    Scritta da: Anna De Santis

                    Superallergia

                    So un soggetto affetto da superallergia,
                    la corpa nun è mia,
                    ma de tutta l'aria infetta,
                    pe sta cosa so costretta,
                    a sta attenta a magnà e po tutto er resto.
                    Un giorno me ritrovo piena de bolle,
                    un giorno gonfia come un pallone
                    nun posso prenne sempre er cortisone,
                    perché a un danno ce n'aggiungo n'antro.
                    Mo, li dottori de tutta sta questione,
                    se stanno a fa grandi,
                    chi me dice che la porvere fa male,
                    chi me dice de levà la frutta,
                    chi me carica de medicine,
                    a loro che jè frega,
                    pe me vedè distrutta.
                    Io penso che nun me la sanno spiegà tutta,
                    intanto su de me ce fanno li esperimenti,
                    nun sarà che so allergica a sti fetenti,
                    nun ce capiscono più niente,
                    e intanto vado avanti,
                    tra bolle, asma, raffreddori e gonfiori,
                    mo de anni ne so passati tanti,
                    voi vede che quarche giorno che me stanco,
                    li manno a quer paese tutti quanti...
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