Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Colpa del temporale

Colpa del temporale

Mi cercasti un giorno, con una telefonata:
perché non ti fai sentire, dove sei andata?
Non avevo più risposto,
e non pensavo che dopo tanto tempo,
ancora nel suo cuore avevo posto.
Accettai d'incontrarlo,
ma nell'anima, rabbia e rancore,
per chi vede distrutto per sempre un amore.
Sotto il vecchio lampione,
del portone di casa, mentre pioggia scrosciante,
con sorriso suadente:
entra pure, finirai per bagnarti,
lo volevo affogare, quel fetente!
Che mi aveva distrutto la vita,
finii per cedere alle sue insistenze,
come sempre davanti ai suoi occhi,
mi son persa tra baci e carezze,
dov'era finita tutta la mia rabbia e le mie certezze.
Giurai a me stessa, che dopo il temporale,
l'avrei scaraventato giù per le scale,
ma è ancora qui che scende e sale
che stupida che sono... mi piace farmi male.
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    Scritta da: Anna De Santis

    Amore sono qui

    La mano su quel viso provato,
    amore sono qui, non ti ho lasciato,
    provo ad accarezzarti, a baciarti,
    ma non mi stringi più,
    non mi chiami più mamma,
    non mi parli più, non posso far altro che guardarti.
    Amore sono qui, quanto tempo è passato,
    non aver paura, sei sempre il mio bambino,
    ricordi la favola dell'agnellino,
    che tanto ti piaceva,
    te la racconterò sempre e ancora,
    finché mi starai a sentire.
    Amore sono qui, da questa stanza non riesco ad uscire,
    voglio essere la prima a vedere i tuoi occhi,
    che senza parole mi riuscivano a capire.
    Maledetto quel giorno,
    e quella moto, bella da morire,
    si da morire, per i tuoi 18 anni,
    ed ho rischiato d'impazzire,
    ancora la torta con il fumo delle candele,
    non ho saputo frenarmi,
    guarda giù dalla finestra amore,
    c'è il tuo regalo parcheggiato,
    non mi hai più sentito e sei scappato.
    Amore sono qui, torna dalla tua mamma, fai presto.
    Ma non sei riuscito più a sentire.
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      Scritta da: Anna De Santis

      Là dove sorge il sole

      È l'alba, dalla finestra sento le campane a festa,
      c'è una piccola chiesa,
      posta sulla collina,
      non si riesce a vederla quando sorge il sole,
      quel luccichio ammanta di luce tutta la torrina,
      dove è posta la campana ed una piccola croce.
      Ogni mattina s'invola su nel il cielo una preghiera,
      fatta col cuore e di promesse sincera,
      va fino alla chiesina, insieme al profumo della mattina.
      L'erba brilla di rugiada, Pasqua è vicina,
      le rose e i biancospini,
      adornano la via, che conduce alla casa del Signore,
      sembra una cosa fatta apposta,
      ma i raggi ci conducono alla meta,
      basta seguire dove sorge il sole, senza alcuna sosta.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Quando il sogno muore

        Aveva dipinto di fiori le pareti,
        rosa come la bimba che aspettava,
        già l'aveva conosciuta,
        ed ogni giorno che passava,
        accarezzando il suo sogno, sperava.
        Un giorno svegliandosi,
        sentì qualcosa che non andava,
        e la corsa in ospedale,
        stava male, stava tanto male,
        delle voci confuse, mentre pregava:
        un cerchiaggio, no, facciamo un monitoraggio,
        tutte parole assurde che lei non conosceva.
        Si trovò, dopo un lungo sonno,
        in una camera, era sera,
        le facce tristi di chi le era intorno,
        chiaramente le annunciarono
        che quella bimba più non c'era,
        Nel cuore impazziva il dolore,
        nessuna lacrima, ed il suo sogno allora volle vedere,
        per l'ultima volta e dargli un nome,
        sì sarai sempre parte di me, sulla tua tomba scriverò amore.
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          Scritta da: Anna De Santis

          La mia vita meravigliosa

          La mia vita è stata come un carnevale,
          di maschere, dolci in quantità,
          coriandoli colorati, stelle filanti,
          sorrisi e pianti.
          Qualche delusione, tanta passione,
          una grande soddisfazione,
          un ostentata sicurezza che mi ha dato forza,
          nell'agire.
          Ho avuto doni alla fine, quelli che desideravo,
          quelli che non si comperano,
          ed li ho accettati contro tutti quanti.
          Sapersi accontentare, della festa, dei regali,
          ringraziare,
          qualche volta non si riceve quello che si vuole,
          comprendere.
          Per me è stato tutto un sogno,
          che vorrei rifare
          per mettere a fuoco anche quei momenti
          che non sono riuscita a ricordare.
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            Scritta da: Anna De Santis

            Pietre

            Una pietra, poi un'altra,
            di rabbia, di paura, di ignoranza.
            Pietre scagliate senza capire,
            tanto sangue, senza intervenire,
            quale sarà la prossima a morire?
            Una pietra ancora, una speranza persa
            per una promessa fatta con il cuore
            e questa folle corsa
            che ci rende insensibili,
            mentre laggiù donne piangono e tremano,
            con il desiderio di essere invisibili.
            Alla fine sotto tanta polvere,
            non s'ode più il gemito,
            solo un corpo inerme, ucciso dall'amore.
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              Scritta da: Anna De Santis

              Halloween

              Dall'America, mo se so inventati,
              sta festa tanto arrinomata
              puro l'Italia ogni anno s'è aggregata,
              nun ce saremo troppo allargati;
              ma a me me pare l'urtima stronzata.
              Metteno le zucche in bella vista,
              le svotano, le pittano,
              tutti se vestono da streghe,
              come se nun ce l'avemo già
              e a certe zucche ce mettono un cerogeno
              pe le fa illuminà.
              Co tutte ste zucche vote che ce stanno,
              tra quelle vere e finte me confonno,
              nun s'arriconoscono pe certo
              co tutti sti cervelli che se so fumati,
              valli a ritrovà dove so annati.
              Doppo sta demenziale festa,
              tutti devono rientrà nei ranghi,
              ma la mattina pe fa funzionà er cervello,
              so tutti stanchi.
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                Scritta da: Anna De Santis

                Una notte di luna piena

                Davanti a me, i tuoi occhi profondi e neri,
                mi aspettavi, nonostante tutti quei no,
                non troppo convinti.
                Mi allontanai dalle tue carezze,
                ma con la luna piena i tuoi occhi brillavano
                e lasciai morire le mie certezze.
                Stringendomi sotto quel cielo,
                tutto divenne favola,
                mi dovrò svegliare, non ci voglio pensare.
                Le tue mani sulla mia pelle,
                con la paura di chi poteva vedere,
                ancora di più, di più quel desiderio,
                di una mela proibita, e la voglia di vita.
                E la luna perse chiarore, sulla nostra sete amore,
                ci trovò abbracciati su quell'erba umida
                una tiepida alba,
                senza parlare, ci allontanammo
                le mani si stringevano a non volersi lasciare,
                ma come giustificare quel non tornare,
                forse colpa di una luna piena, la voglia improvvisa di amare?
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  Dedicata a Liliana

                  Liliana, cugina di mio padre,
                  stava tanto male.
                  Una donna d'altri tempi,
                  forte, dignitosa,
                  semplice nei gesti e in ogni cosa.
                  Come sempre lei sapeva fare e dire,
                  con la saggezza di chi sa il giusto amare.
                  Ogni giorno da me passava per scambiare una parola,
                  a prendere due caffè amari,
                  a fare due chiacchiere con mia madre,
                  come vecchie comari.
                  Fino alla fine ti sei fatta forza,
                  e su quella sedia sei mancata,
                  una cara amica, anche, delicata,
                  per niente invadente,
                  la tua calma, ora, era solo apparente,
                  dentro portavi il tuo dolore,
                  non per la morte,
                  ma per il tempo che ti avrebbe dato
                  per vedere quel bimbo (il tuo primo nipote)
                  che di lì a poco sarebbe nato.
                  Questo il rimprovero al buon Dio che l'ha amata,
                  perché proprio a lei questa grande soddisfazione
                  non l'hai data?
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                    Scritta da: Anna De Santis

                    Maledetto bicchiere

                    Un giorno cominciò l'inferno in questa casa,
                    chiusa nella mia stanza, ero bambina,
                    non mi sono resa conto,
                    il mio papà aspettavo, in tavola era pronto,
                    cenavo sempre con lui, mi teneva sulle sue ginocchia,
                    mi copriva di baci e forte mi stringeva,
                    il suo piccolo amore mi chiamava.
                    Quella sera da solo strillava, contro mia madre, la picchiava,
                    con le manine strette sulle orecchie, non volevo sentire,
                    tutti quegli urli, volevo nascondermi e sparire.
                    Ho avuto tanta paura,
                    e volarono via tutti quei piatti
                    che mamma aveva posto con cura,
                    non era più lui, maledetto bicchiere,
                    non riconoscevo quella voce, non era lui a strillare.
                    Si accasciò finalmente sul divano
                    e si addormentò.
                    Mamma strinse la mia mano,
                    piangendo mi disse: tutto passa amore
                    vedrai domani, di nuovo è il tuo papà.
                    Ma non si riusciva a controllare,
                    l'aiutai a pulire la cucina ed arrivò mattina.
                    Papà si svegliò, come non fosse successo niente,
                    mi baciò, come faceva sempre
                    ero tranquilla, ma incrociai gli occhi di mia madre
                    ho visto il terrore... mentre si faceva sera.
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