Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

È una giostra che gira

Sono lì dietro ai vetri,
come tanti fantasmi che scrutano fuori,
con occhi ormai stanchi.
Spauriti, smarriti, aspettano ansiosi,
chi con grande affanno trascina i suoi passi fin quì.
Dovere di qualche minuto,
a chi vita intera ha donato.
Presi da tempi veloci,
amore non più nelle corde,
assorbiti cuore e ricordi,
lasciano che vita concessa già a noi,
si esaurisca senza più forze,
tra letto e sospiri.
Ricorda!
La giostra poi gira.
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    Scritta da: Anna De Santis

    Un miracolo, la vita

    Un abbraccio, un bacio
    e tutto risponde d'istinto,
    è amore che genera vita.
    Poi onda che preme nel grembo,
    ti accorgi che è un grande momento,
    l'amore ha fatto un miracolo,
    ti cambia la vita.
    Il tuo corpo a scrigno si chiude,
    per difenderlo da tutto,
    e nascondi i tuoi sogni gelosa,
    vorresti gridare, ti sembra diversa ogni cosa
    non pensi che a lui.
    Quel frutto in te cresce lento
    e forma le forme perfette
    e quando con grande dolore,
    ti preme come onda sul grembo,
    ti grida e vuole sapere,
    vuol conoscere la sua nuova vita.
    È curioso, bagnato e affamato
    è un pulcino nelle tue mani,
    con dolcezza lo poni sul cuore,
    quanta gioia, non ha eguali quest'amore.
    Poi ti scordi il grande dolore,
    a difenderlo ci sei solo tu.
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      Scritta da: Anna De Santis

      La sua vita dipende da te

      In terra lontana, c'è un bimbo,
      aspetta il tuo amore,
      è smarrito, affamato, cerca te.
      Sono figli del mondo,
      con un unico destino,
      nessuno li sente, nessuno li vede,
      sono soli a morire.
      Ma c'è un posto nell'anima nostra,
      che avverte questo grande dolore,
      le grida di chi ha bisogno d'amore,
      la disperazione di chi sta male,
      di chi ha fame, di chi ha sete...
      adottare un solo bambino è dovere di tutti,
      quanto spreco facciamo,
      se pensiamo che al mondo,
      con un solo soldino
      in terra lontana, salviamo un bambino.
      È speranza di vita, quella vita dipende da te.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Il contadino

        Scavi con fatica solchi,
        curvo sull'arida terra,
        sperando in dolci frutti.
        Scavi e la tua pelle conta le stagioni.
        Curvo, spiando i germogli
        e sperando in un cielo benigno.
        Ma solo acquazzoni,
        che spazzano via i piccoli semi,
        non li fanno attecchire,
        e tu curvo e avvizzito
        dal sole e da gelidi inverni,
        continui a scavare... a sperare.
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          Scritta da: Anna De Santis

          A Maria Albina

          Aspettavo una telefonata,
          ricamando una M ed una A,
          così l'avrei chiamata, come la mia mamma,
          tanto ho aspettato, ed è arrivata.
          Una bambina dal viso paffutello, con riccioli scuri,
          da cullare, da coprire di baci, da strapazzar d'amore.
          Gli raccontavo tante favole, dondolandola sulle nuvole,
          sentivo forte dentro me, il bisogno di esser mamma,
          per dare pace al mio cuore.
          Ho dipinto di rosa le pareti,
          e quante bambole, quanti orsetti ho appesi,
          tutto per dare sfogo alla mia voglia di sentimi donna,
          appagata da un suo semplice sorriso, amata.
          Quanti pizzicotti su quel viso,
          come era dolce addormentarmi a lei vicino,
          quando poi mi chiamava: mamma voglio solo un bacino.
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            Scritta da: Anna De Santis

            La vecchia

            Immobile, seduta su una pietra,
            dinanzi a diroccate mura,
            avea lo sguardo perso,
            di chi aspetta invano.
            Un fazzoletto nero, le incorniciava il viso,
            le mani incrociate in seno
            sulla lunga gonna,
            sgranava il rosario e pregava.
            Più nessuno la notava,
            la vecchia, sotto un pergolato d'uva,
            cresciuto con lei, stava.
            Nelle crepe del muro,
            profonde come le sue rughe, ora,
            radici d'edera avevano trovato dimora,
            lei continuava ad aspettare,
            con gli occhi persi e stanchi,
            continuava a pregare.
            È andata via,
            con la speranza di veder tornare...
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              Scritta da: Anna De Santis

              Cassino antica

              Chi se ricorda la Cassino antica?
              Scennevano da Rocca, case a valle,
              era un presepio in mezzo a quer ber verde,
              un giardino de tanti anni fà.
              Parchi e palazzi, Chiese e piazze,
              vecchi terrazzi pe poté parlà.
              Montecassino ce guardava, lucente ar primo sole,
              l'acqua, ricchezza de tutta la gente,
              sgorgava dar monte, na vecchia sorgente.
              Pulita brillante, zampillo potente,
              co forza incontrava er Gari più in là.
              Co tutta quell'acqua che usciva giuliva,
              der Tevere memori, potevamo rifà.
              Ma co gli interessi dei vari padroni,
              dei vari terreni,
              nascosta hanno l'acqua, deviata, sparita,
              nun se sa che via ha potuto da fà.
              Dappertutto case, dove nun se poteva
              e anco sull'acqua che più nu scenneva.
              Cassino distrutta...?
              ma da quale guera, quella dell'omini
              che l'hanno rifatta co tutta sta fretta
              pe se sistemà.
              Ce hanno riconsegnato na brutta impressione,
              che gran confusione e quanto cemento,
              l'acqua nun score, senza terrazze
              nun c'è più occasione pe poté parlà.
              Comme se stava bene prima, tra le vecchie comari,
              mo, so sti quattro compari a volè comannà.
              Povera città!
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                Scritta da: Anna De Santis

                L'ultima sigaretta

                E adesso siediti, cosa vuoi che sia,
                fuma tranquillo l'ultima sigaretta,
                non avere fretta,
                non c'è più niente da dire,
                la colpa è pure mia.
                Troppa pazienza ho avuto,
                nel cercar di cambiarti,
                ma tutto ti è dovuto,
                e di nuovo son venuta a cercarti.
                Ora fuma pure, calma aspetterò,
                quando uscirai da quì,
                ancora il tuo profumo sentirò
                e seguirò la scia, solo per un po',
                poi dietro quella porta a piangere
                più non mi vedrai... più non ti vedrò.
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