Poesie inserite da Anna De Santis

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Scritta da: Anna De Santis

Voglio vederci chiaro

Avevano detto, dopo un gran consulto,
che l'ombra davanti ai tuoi occhi, era normale,
già è tanto che vede offuscato,
a te dava modo di non farti poi male.
Quando c'era da veder chiaro, o veder niente,
quando ti sentivi addosso la curiosità della gente,
tutto si faceva scuro
e cercavi di scoprire solo il vero.
Vedevi più in fondo, sicuro.
Han dato luce ai tuoi occhi,
distruggendo quelli di chi piange il donato,
e più non spera,
tu avevi paura, con quella benda nera,
ora le cose le dovevi veder chiare,
non potevi imbrogliare.
Hai aperto i tuoi occhi piano piano,
mi raccomando, non piangere,
stringevi la mia mano,
ti hanno detto di guardare, dove non c'era luce
e di girare.
Volevi togliere quel velo,
che ti impediva cielo e mare,
ma a quale prezzo...
sei rimasta a pensare.
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    Scritta da: Anna De Santis

    Perdona mamma

    Perdona mamma, sono pentita
    per la carezza che non ti ho fatto,
    per il bacio che non ti ho dato,
    anche se dentro voglia avevo,
    capisco ora che ti è mancato.
    Per le notti che non hai dormito,
    per le lacrime con cui hai lavato,
    ogni mia piccola ferita, ogni mio grande peccato.
    Perdona ancora, per tutte le volte
    che i tuoi consigli, non ho seguito,
    perdona quante volte ho tradito.
    Scusami ancora, ma dentro al cuore,
    avevi posto senza pudore,
    ma questa vita che va di corsa
    e l'inesperienza non ti fa pensare.
    Ora lo giuro, mai più farò,
    sembro bambina ma forse è vero,
    sono pentita, lo sono davvero.
    Per le parole che non ti ho detto,
    per la tua ansia nell'aspettare,
    per tutte le cose promesse e non fatte.
    Quando contraria a tutti quei no,
    io lo facevo senza pensare
    ed ho pagato senza dormire,
    mentre tu zitta rinunciavi a capire.
    Cosa mai scatta in questa testa,
    quando si è giovani, mai niente resta
    la delusione di noi bambini,
    vogliamo crescere senza confini.
    Perdona quando ho provato a volare
    e sono caduta disperata,
    ora sò quanto mi hai amata...
    tra le tue braccia mi sono addormentata.
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      Scritta da: Anna De Santis

      Svegliati, non dormire

      Non avevo mai visto morire,
      ero bambina, in riva al mare,
      ricordo solo tanto sole.
      Improvviso tra le onde,
      s'ode un gemito, da lontano,
      misto a un pianto, ed il grido di un gabbiano,
      e di colpo il mio castello, appena finito,
      fu distrutto, sparito,
      da tante persone curiose, calpestato.
      Io piccina, rimasi a guardare,
      il mio sogno distrutto dal mare
      e cominciai a piangere e a strillare,
      sentivo solo correre, per soccorrere,
      e le acque s'agitarono, e diventarono bianche,
      riportarono a riva il corpo
      di un bimbo già morto.
      Incredula e disperata si avvicinò una donna,
      non riusciva a parlare,
      ripeteva sempre: me lo sogno ancora,
      svegliati amore, ti prego non dormire.
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        Scritta da: Anna De Santis

        Natale poverello

        Er foco ner vecchio camino,
        in tavola un bicchiere di vino,
        un arbero tutto spennato
        co du palle e un filo colorato.
        La tavola co na tovaja grossa,
        se copre er buco con na rosa rossa,
        ricamata alla mejo pe nun fa accorge niente.
        Quarche stella dar colore sbiadito,
        quarche dorce che è sempre gradito.
        Se prenne er servizio de piatti,
        dalla vecchia credenza,
        se sporvera alla mejo, nun se usava da Pasqua.
        E cor naso sui vetri appannati, a guardà de fori,
        li anziani genitori,
        aspettano la loro famija.
        Eccoli: genero, nipoti e fija,
        mo è festa.
        Magnamo, che tutto se fredda,
        la polenta cor profumo d'antico,
        er tacchino alla mejo farcito,
        è un Natale poverello, ma bello, bello, bello.
        Le castagne, che bone, e quei dorci da tempo riposti.
        È sera inortrata, la cena è finita,
        tra lacrime e abbracci... se torna a guardà dietro ai vetri.
        Quanno viene Natale? Startr'anno...
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          Scritta da: Anna De Santis

          Zio Pipo

          Quando tornavo dal collegio,
          dopo un anno di scuola,
          ricordi di dolcezza, profumo di salsedine,
          amore e tenerezza.
          Mio zio carissimo,
          mi hai insegnato a guardare il mare,
          oltre il suo confine,
          le nuvole ed il cielo,
          mi hai insegnato a pescare,
          e raccontavi favole di maghe e marinai.
          Umile come solo un grande, poteva essere
          bontà e pazienza, tue grandi virtù,
          un gran maestro mi aspettava.
          Mio caro Pipo, così io ti chiamavo,
          sei la mia torda tu mi rispondevi,
          ero il tuo uccellino gracile da nutrire,
          nel corpo e nello spirito.
          Artista e gran poeta, animo nobile,
          sicuro riferimento.
          Vorrei tu fossi ancora qui,
          sei stato tutto il tempo,
          il mio grande insegnante, di vita e sentimenti.
          Basterà questo fiore...
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            Scritta da: Anna De Santis

            Amore sublimato

            Avevo gli anni di chi non è niente,
            di chi risponde senza capire,
            di chi consigli non vuol sentire
            e si sente grande, grande da morire.
            Provare tutto il proibito,
            nonostante quello che ti punta il dito,
            non fare, non cadere, non avere fretta,
            ma al giusto non si dà mai retta.
            Ho voluto farmi male,
            con tanti sbagli, nonostante i consigli,
            e non ho avuto il coraggio di confessare
            quanto la delusione sa di sale.
            Ho voluto provare anche a far l'amore,
            amore sublimato,
            ma forse l'ansia della prima volta,
            amore deluso, in un attimo concluso.
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              Scritta da: Anna De Santis

              La Costa Amalfitana

              'A perla cchiù bella ca all'Italia ce stà,
              è'a costa Amalfitana,
              tutto o munno ca ven e ca và.
              Nu profumo de zagare n'fiore,
              e nell'aria se sent l'ammore
              e tutta la gente alleramente,
              ca stà intu a stu Paravis.
              E lu mare ca iesce e po trase
              da rint a sti rocce,
              ca è blu comm a l'uocchi e na bella creatura,
              e abballan l'onn, ao vient, se chiaman e fronn,
              se sent l'addore int all'aria e cedri e purtuali.
              O sole ca sparge brillanti n'goppa all'acqua d'o mare,
              le barche cu e rezze, addò pesce esce e recresce
              e o nu cant antico e nu vecchio piscatore.
              Nu posto ca è chien e fiur e giardini,
              addò tutt se scorda,
              addò vita s'accorda cu musica e core
              è la costa cchiù bella, è comm a na rosa
              addò l'anema tutta s'apposa.
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                Scritta da: Anna De Santis

                Ancora non sai volare

                Non agitarti tanto,
                che ali tu non hai
                non puoi ancora volare,
                impara a camminare, a pensare
                di tutta la tua vita
                che cosa ne vuoi fare...
                Devi ringraziare chi ti ha dato amore,
                chi ti ha insegnato a piangere e a gridare.
                Chi ti ha visto nascere e crescere,
                insegnato ad amare,
                ti ha lavato con lacrime, asciugando il dolore,
                ti ha donato una vita,
                con immenso amore.
                Ora vuoi andare lontano,
                senza pensare al suo cuore,
                soffrirà da morire,
                perché di certo sa, che non sai ancora volare.
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                  Scritta da: Anna De Santis

                  Sei nell'aria

                  Ancora sento la tua voce,
                  non voglio capire,
                  ma hai lasciato tracce di te nell'aria,
                  e continuo a morire.
                  E mi invento i contorni,
                  sono anima persa, aspettando che torni.
                  Io ho bisogno di te,
                  ho bisogno di aria,
                  troppo tempo è passato
                  ma sei qui nel mio cuore,
                  perché mi hai lasciato?
                  Io più non respiro,
                  ho bisogno d'amore
                  ma non voglio pensare,
                  che non vuoi più tornare.
                  Ho bisogno di te,
                  ho bisogno di aria,
                  o mi lascio morire.
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