Scritta da: Asianne Merisi
in Poesie (Poesie personali)
Cerchi le cime e poi
hai già le vertigini
a volte, il fiato è corto.
Composta mercoledì 15 luglio 2020
Cerchi le cime e poi
hai già le vertigini
a volte, il fiato è corto.
Sono io,
nel corpo, nella mente, nello spirito.
Tu fammi viva, sul tuo nome...
portami su terre sconosciute
dove troverò tempo per pensare,
e raccogliere le mie ali.
Fammi ridere,
fammi credere,
fammi prigioniera.
Cullati sul mio corpo nudo.
Ama questo luogo
come non ce ne fossero altri.
Ama tra le righe, gli appunti e le sottolineature della vita.
Ama e crea paradisi in anima e guerra nel cuore,
tuffati nel sentimento,
cullati nelle sue ricchezze,
cercati tra i suoi colori,
danza felice.
Non aver timore
il tempo buono non è una costante,
il fiore appassisce,
la ricchezza non è eterna
almeno non quella terrena.
Ama
sii percorso e trionfo,
sii luna e sole,
sii storia... la tua.
Potrei essere
un giorno diverso,
quel giorno lontano di un domani che sorgerà.
Potrei essere
polvere di stelle sulle tue labbra e cuscino di piume nelle tue braccia,
acqua fresca per dissetarti e notte profonda.
Potrei essere
cuore puro che guarisce le tue ferite,
mondo intero sulla tua vita,
fiore bocciato sul tuo corpo.
Potrei essere
anima che t'appartiene,
totalità profonda,
e bellezza inaspettata, perché quando mi sorridi io,
raggiante prometto la mia vita alla tua e mi sento cristallo,
attraversato dalla tua luce.
Potrei e voglio essere
l'amante del tuo letto
e la donna della tua vita.
Bisbigli flebili, sottili riflessi maligni,
realtà, favole, sogni,
cosa sono questi bisbigli?
Se io potessi disegnare nel cielo
se solo potessi plasmare la terra.
Io non voglio essere tempo perso
ma l'infinito in poco tempo.
Voglio lasciare l'odio ai narcisi,
la rabbia a gli indecisi,
le perfezioni a gli incapaci di mostrare
il pregio dei loro difetti.
E se tutto fosse realtà o sogno
non voglio definirmi involucro senza anima,
madre senza dolore,
cuore senza amore.
Giudizi finzioni
tutto ciò che lascia offese sui volti
senza offrire un sorriso.
Io sono nudo corpo offese mai recate
carezze regalate.
E uquando saprò riabbracciarmi,
rimarrò stretta con legacci di sentimenti puri.
Rovescia le tue ore sul mio corpo,
fruga tra l'involucro del tempo
se mai anche un solo minuto ti fosse avanzato.
I tuoi attimi sanno del mio piacere
e nel silenzio scardino i secondi con te condivisi.
Solo sul mio corpo tu trovi brividi e parole
non mi sei abbastanza,
non mi sei stanchezza,
sei solo la tua vita nella mia.
Quando amarsi era
toccarsi la pelle con le parole,
dove gli occhi guardavano
lo stesso tramonto,
ed era dipingersi
al tocco delle mani sulla pelle.
Si chiamavano amori forti
Amarsi era sentirsi confusi, spaesati, estasiati,
e lasciarsi le impronte dei denti sulla pelle.
Si chiamava passione e sentivi
il cuore imprigionato
quando tutto era fatto in due.
Si costruivano i tetti sotto le stelle
dove nasceva il giorno e non moriva mai l'amore.
Abbracciatemi,
sono figlia del silenzio,
un anima lasciata sul campo di guerra
le mie mani sono tiepidi e sono sola
in un solo attimo bastato,
dove guardo spose baciate in attimi felici.
Abbracciatemi,
Non temete i miei sentieri
costruitemi dighe per camminare
come sul fondo di un bicchiere,
simili a quelle fresche lettere di un tempo,
dove non mi è concesso rinascere.
Abbracciatemi,
guardandomi allo specchio.,
mi accorgo che tra un po' resterà poca luce,
tornerà la notte silenziosa
E io; io mi sentirò cielo e terra
nei viaggi in cerca di un amore.
Giunse puntuale il pugno nero sull'odiata mano chiamata giustizia.
Calò sulla pece la sua polvere di morte
tra l'asfalto fatto di paura.
Un uomo gridava la sua parola
credeva nella verità e non aveva paura,
cercava una vita diversa in una libertà persa.
Nelle sue braccia corpi spenti dell'innocenza
nei suoi occhi voglia di non voler tremore.
Il silenzio e l'inferno, il respiro e il dolore
nel vedere ancora un urlo alzato al cielo
ad un Dio che non vede.
L'odio nelle briciole di pane
dove la forza cede e la vita ha smesso di essere.
Ma quell'uomo credeva, conosceva, sentiva,
sorprendendo quel muscolo che batte forte e sempre sorprende.
Era ingombrante,
per chi mai sazio di denaro ha creato vite ambigue sulla soglia dei tempi.
E il tempo s'arretra, il bagaglio si svuota e il gelo avvolge tutto nell'odio
che addormenta i figli della verità.
Oggi quell'uomo non vede più il sole,
ma la sua voce intona e fa rumore.
E dice
"la mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine."
Giovanni Falcone.
Arrivederci a te amore
so che in futuro avrò giorni migliori per viverti,
perché a oggi io, non riesco ancora.
Ma tu, non mettermi il muso
non renderti ostile sai che io troppo tempo senza te potrei soffrire,
tanto da poterne poi morire.