Poesie inserite da Fragolosa67

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Scritta da: Fragolosa67

Agonia

Amo il tuo viso stanco
a volte imbruttito dal male.
Sei dolce quando mi guardi
anche se hai dimenticato come trattarmi.

Amo ciò che eri.

Cerco nei tuoi lineamenti scarniti
dal digiuno senza fame
il magnifico uomo di un tempo.

Agonia...
Parole che non hanno senso.
Occhi rivoltati indietro.
A tratti ti risvegli dal lungo sonno e
ti accorgi che ci sono.

Mi vuoi vicino.
Non hai smesso di amarmi.
Non voglio lasciarti.
Non posso trattenerti.
Non posso strapparti dal lungo sonno della morte.

Vorrei fermare il tempo ma, non posso!
So che sei già in viaggio
dove non mi è consentito accompagnarti
ma ci sono.

Di sicuro il nostro amore vincerà la morte.
Non temere!
Nell'attesa di raggiungerti un giorno
ti troverò negli occhi dei figli.
Nei loro sorrisi.
Nelle loro litigate.
Nella voce e nella forza di tuo figlio.
Nelle fattezze della tua adorata bimba
scoprirò la tua dolcezza.

Buon viaggio amore!
Non preoccuparti per me, non mi lasci sola.
Composta mercoledì 2 novembre 2011
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    Scritta da: Fragolosa67

    L'unione (dono segreto la libertà)

    Vecchio:
    Sento un rimbombo come un frastuono
    non è un cannone neanche un tuono.
    Ho per la mente cose segrete e
    stesso pensiero dolce e terreno.
    Giustizia conobbi appesa all'Italia di forza vestita,
    leggera è volata e mi ha conquistata.
    Caro viandante ti lascio diritto.
    Fanne tesoro, libertà e perdono.

    Viandante:
    Sicuro che legge colpirmi ora può
    io giudico tutto e dichiaro perciò
    diritto è castigo per chi come me,
    non nacque da unione di due nuovi sposi
    ma da amore profano perché condannato.

    Giustizia conobbi ignaro del nome che mai portare potrò
    eppur appartenermi per sangue io so.
    Che colpa ho io se nacqui da pura passione
    senza catene spontaneo di cuore?
    Giustizia si fece, con tante pretese
    per me un'altra sorte.
    Son chiuse le porte.

    Dio che tutto il creato creasti,
    perché son bandito anche se vivo?
    Giustizia io chiedo e a te io prego.
    È mio il giardino promesso all'inizio?
    Quale verità è giusta per l'uomo
    che Dio candanna e
    poi sua creatura creata dichiara?

    Un nome non porto.
    Una casa non ho.
    Fatale destino coprirmi si o no?
    Cos'è la giustizia per infante innocente
    di quale peccato macchiato io sono?

    Costituzione di pagine gialle
    insegni famiglia ma amore cos'è?

    Amare è un destino.
    Io amo il vicino di uguale attributo
    perdonami allor.

    Male, bene, cosa conviene...
    dov'è la morale se tutto qui tace.
    Vecchio che urli raccontami tutto.
    Io sono l'inganno.
    Problema di fato.
    Di colpa ho peccato. Amare io so.

    Ci sono cose che non comprendo.
    Tu stringi la legge e io grosse pene.
    Fanciullo io nacqui e son donna di cuore.
    Conosco dolore e infamità d'onore.

    Frate:

    Difficile è il caso. Inchino il mio capo
    Non fu mai capito amore profano che Dio condannò.
    Un regno non hai né al mondo consenso
    ma coppia rimani coll'omo a te degno.
    Non tutti son vili, bastardi e infimgardi.
    Iddio già lo sa.
    Per colpa del male, oltraggio è il tuo amare.
    Perdona la prova e chiedi al padre la porta di verità.
    Io porto un messaggio di pace e speranza
    non posso ingannarti, ti lasciò a metà.

    Vecchio:
    difficile è dire giustizia per tutti.
    Ora comprendo e provo pietà.
    L'umane genti, son moltitudini e
    conoscono inganni di loro sorte.
    Non posso sperare la pace per tanti
    ma forse ambisco a grandi traguardi.
    Ci vuole coraggio ad accettare il diverso
    oggi che tutto si muove all'inverso.

    Viandante:
    Cos'è la famiglia ti chiedo di nuovo?
    Apprezzi l'unione di due persone di sesso
    diverso che sposi non sono?

    Dov'è quel bambino di dolce visino?
    Reclama cosciente un padre e una madre e solo rimane.
    Nessuno lo vede che forse ha sete di cose sincere.
    Padre perdona! io non ti credo!
    Iddio mi ha ascoltato
    anche io sono fiero.
    Non avrò mai un figlio e forse è un castigo ma
    amo l'amico e Dio già lo sa.

    Gnomo:
    Ho sentito castigo e qui mi ritrovo.
    Sono lo gnomo di questa città.
    Non credere al frate al vecchio intrigante
    seguimi amico ho un affare importante!
    Non credere a nulla.
    Se paghi preziosi son io tuo marito e canto convinto.
    Ti trovo una strada e una passeggiata
    tu porta la borsa, sarà la tua svolta!

    Frate scagliandosi verso lo gnomo:

    Ignobil figuro
    ti ordino di andare dove non puoi più dannare!
    L'uomo di qualsiasi condizione
    non può esser oggetto di profanazione.
    È essere umano non tuo guadagno!

    Frate verso il viandante:

    Ricordati figlio che esiste il divino.
    Continua ad amare ma non peccare.
    Se sincero è il tuo sentimento.
    Giustizia condanna ma l'altissimo valuta.
    Son cose difficili.
    Arduo è il mio dire questa verità.
    Se amore perdona inganno non c'è.
    All'ultima ora si vede cos'è.

    Il vecchio si inchina e bacia la terra.
    Su questo suolo ci fu prima pietra.
    Italia che amo ascoltami un poco:
    Dammi la forza di comandare ogni omo!
    Son capo di stato e non più condanno
    ma valuto anch'io destino di un fato.
    Giustizia è rispetto di tutto il diverso
    di cose speciali che sono umane.

    Non sono un Dio ma padre dei padri
    e guardo dall'alto l'uomo più in basso.
    Condanno l'inganno ma ho fede e ragione
    in questa l'Italia di molti colori.
    Io cerco giustizia ma trovo reato
    se l'uomo nasconde ogn'ora il misfatto.
    Non c'è giustizia se non c'è rispetto.
    Non c'è libertà se non c'è tolleranza e solidarietà umana.

    Con gioia mi alzo e abbraccio le genti.
    Vent'anni d'amore mi legarono i piedi.
    Cosciente e superbo in groppa alla tigre da sempre galoppo
    su strade di ogni regione in questa Nazione.
    Bandiera io porto. Nel cuore ho l'orgoglio!
    Di tigre son fiero e dico sincero:
    Io Falco rapace lei aquila in volo!
    Tanti saluti e grazie di nuovo.
    Composta domenica 15 dicembre 2013
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      Scritta da: Fragolosa67

      Erema

      Zattera dei miei ricordi
      aggrappata a te, profuga vago.
      Non ho meta né destino
      solo il cielo ogni mattino.

      A direzionar il viaggio è un vento di parole
      che crea burrasca e gran timore.
      Una spiaggia attracco con spirito di coraggio
      mi credo ormai in salvo.

      Tutto tace.
      Il maestrale mormora.
      A colpirmi è l'impetuosa onda che
      mi schiaffeggia e mi rivolta.

      Quattro legni legati ad una corda
      la deriva questa volta.
      Il mare, la mia unica dimora.
      Composta giovedì 12 dicembre 2013
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        Scritta da: Fragolosa67

        La giustizia (dono segreto la libertà)

        Vecchio:
        fluisce il pensiero mio
        innanzi al polifemico occhio.
        Mi solleva veder da questa lente
        il mondo che a me appartiene.

        Ancora tu o fraticello
        mi sostieni.

        D'un tratto m'appar fanciulla
        che subito di tigre
        le fattezze prende.

        Tigre:
        son fiera ardua e parlo
        dopo averti accanto.
        Il vagabondo mi ha detto
        di insegnarti strada maestra e verità terrena.
        Non c'è libertà se non c'è giustizia.
        Dono di chi tutto regna.
        Speranza di anime pure
        lieta novella porto.
        Pensavo di trovare al posto tuo un frate.
        Di forza e di coraggio
        armò con ardor il di me animo.
        O caro errabando
        io ancora te invoco!
        Promessa mi facesti e
        con l'indice mi dicesti.
        Ascolta e taci
        perché a Dio tu piaci.

        Frate:
        o tigre di te conosco
        la favella e messaggio altrui ti porto!
        Non temere prigionia
        perché tua è libertà di vita.
        Di pietre più preziose sarai vestita a festa
        e col calcagno fiera
        saprai schiacciar di serpe la sua testa.

        Appare allora il frate e
        forte lui sostiene:

        sii forte e valorosa
        e ascolta ancora.
        Tre doni io ti porto.
        Le pagine più belle
        onore e gloria sempre.

        Sei tigre lusinghiera.
        Di fauci vanne fiera.
        Azzanna la giustizia e
        calpesta impudicizia.

        Tigre:
        giovin fanciulla io sono
        ma amo le gioie e bramo virtù e gloria.
        Frate vagabondo dammi il grave compito.
        Perché io possa un giorno viver con vanità.

        Come regina calpesto il suolo
        di questo mondo a volte oscuro e ignoto.
        Sorniona come un gatto che
        fa le fusa e sbrana
        o da una zampata.

        Vecchio:
        cos'è giustizia o tigre fiera?
        Cosa vuol dir calpestar la serpe?

        Tigre:
        uomo che chiedi hai paura e parli piano.
        Alza la voce e sistema il tuo pastrano.
        Io tengo in fuori il petto
        e bramo l'altrui cospetto.
        Condanno e guardo il male
        e non temo il mio rivale.
        Giustizia vuol coraggio.
        Temperamento e onor perpetuo.
        Dritto guarda avanti e muori per il vero
        perché domani tuo figlio di te sia fiero.

        Vecchio:
        mi chiedi impresa di coraggio.
        Vuol dir rischiar la vita per giustizia.
        Per dar possibilità ad altri di viver pace
        che in vita mia cerco.
        È assurdo tutto questo!
        Non posso, non voglio, non ci riesco!

        Tigre:
        bada tu, pussilanime!
        Sparisci!
        Non sai neanche cosa dici.
        Esiston uomini di simil virtù
        eroi senza pari che portavano in cuore
        la costituzione.
        Dalla chiesa, falcone e borsellino
        son periti un pomeriggio.
        Anime pure, temerarie han vissuto senza inganni.
        Io ti parlo di grande forza.
        A quegli uomini onore e gloria!

        Vecchio:
        hai parlato di costituzione
        cosa dici per questo testo?

        Tigre:
        non è a me che devi domandare
        ma ai procuratori che di esso fanno bibbia.
        Scendi a valle e sali le tre scale
        incontrerai statua di donna che su una mano il testo porta.

        Il vecchio si ferma. La tigre lui osserva
        e solo allora si accorge che qualcosa lei cela.
        La serpe sotto le sue unghie si dimena
        mentre lei le malefiche zanne avida esce.
        Nasconde il capo di famelica donna e poi da tigre si trasforma.
        Raccoglie il corpo,
        il suo bottino nasconde.
        Dopo il lui si volta e un colpo ascolta.
        Un tonfo sordo e il sangue cola.
        Il vecchio non vede ma si sporca il piede.

        Mai liquido più putrido fu motivo di disgusto.
        Orripilante agli occhi
        nauseabondo al naso
        appiccicato resta.

        L'uomo cerca acqua
        pulirsi riesce e si disseta.
        E allor che vede omini che scalano il recinto.
        Giustizia appare a lui di marmo costruita.
        Arte bellissima e quasi viva
        porta in alto seduta e assai distinta
        il libro mastro che di luce brilla e di tricolore il cuore porta.
        Una bilancia è nell'altra mano.
        Tiene lo sguardo fisso oltre e
        sopra il capo vicino ad un piatto
        accesa è fiaccola di fuoco ravvivato.

        Il vecchio si sentì assai piccolo davanti alla giustizia.
        Gli altri alla sua vista si nascosero di soppiatto.
        Chi sei tu? Chiesero con coraggio
        senza celare a lui il volto assai nascosto.

        Non oso parlar a chi non conosco.
        Fuggito sono da un losco posto.
        Bramo giustizia e legger costituzione oso.
        Anch'io voglio virtù e onore in ogni loco.

        Gnomi:
        bada omo, non sai che dici.
        Se rubi il libro poi ci dici.
        Nessun riesce ormai da anni
        racconta come puoi
        e a noi poi!

        Vecchio:
        vergogna! Non cerco simil onta!
        Io che conobbi prigionia
        voglio conoscere passione mia.
        Uomini hanno ucciso e sono morti.
        Hanno sofferto e scritto con le vene
        la verità che ci appartiene.

        Sgattaiola uno gnomo dall'anfratto.
        Di unghia lunghe e la sua mano.
        Anello d'or che pesa porta in gioia
        lo sfila e verso l'uomo lui lo rotola.

        Capo gnomo:
        vecchio amico tuo, io sono.
        Ti omaggio di questo dono.
        Altri denari avrai un giorno
        (ma il vecchio il digrigno recuperò al volo.)
        Da quando è nato il mondo
        tutto si è contrattato.
        Anche giustizia è in vendita perciò
        allunga la tua mano.

        Osserva attentamente:
        in alto non son stelle
        ma un mare di gioielli.
        Io di te faccio un re
        e di ori ti ricopro.
        Prendi il testo senza leggere
        e gettalo nel fuoco!

        Vecchio:
        cosa mi dici con tanta parsimonia?
        Chi sei così malvagio che attenti a me
        con l'inganno?

        Capo gnomo:
        che ridere mi fai vecchio guarda
        attorno a te e svegliati un poco.
        In nome di tesori si son venduti onori.

        L'uomo si guarda attorno e vede ogni
        horror del mondo.

        Gnomi:
        c'è pure una puttana
        se vuoi è la tua dama.
        Chiedi ciò che vuoi o gioca un po' con noi!
        Ah! Ah! Ah! Ah!

        Uno degli gnomi:
        capo lascia perdere se alto è il di lui braccio
        vieni a giocar!
        Il poker è cominciato!
        Non riesce neanche lui a rubare il testo
        conviene spaccar la dama ma
        moriamo per la sua fiaccola.

        L'uomo tacque seduta-stante
        e una goccia gli cadde nelle mani.
        Forse è pioggia oppur lacrima
        d'acqua che scende da una foglia.

        Non vide nulla questa volta.

        Sirena si sente improvvisamente.
        Bruni i capelli e belle son le vesti.
        Dolce nenia canta.
        Lo culla e si addormenta ai piedi di giustizia.

        Il vecchio in sogno le risponde:
        voglio amarti fata ma...
        s'addormenta e tace
        accarezzato da lisce mani vellutate.

        Sirena:
        nel paradiso io ti porto.
        Non leggere il libro omo.
        Conosco beltà e passione e
        so farti battere il cuore.

        Dormi come un fanciullo
        desidera di me fino a saziarti
        e non pensare a nulla ma torna da dove vieni.

        Vecchio:
        prigionier io sono a farmi fuggir
        fu il polifemico occhio.
        Libertà io cerco ma prima ancor a giustizia io credo.

        Sirena:
        non esiste ciò che credi in questo mondo.
        Arrenditi all'evidenza e sogna ancora.
        Spogliarmi davanti a te io oso.
        Pura e verginale a te mi dono.

        Toccami uomo son carne pura.
        Bacia le mie labbra e godi un poco.
        Son baci che ti offro se mi sostieni.
        Brucia il libro al tuo risveglio e bevi dal mio calice
        un vin di bacco.
        Lasciati tentare e non mi condannare!

        Vecchio:
        non oso svegliarmi perché virtù più bella mai conobbi.
        Come sirena mi tenti ma io sogno
        perciò ti dico domani è un nuovo giorno.
        Stanotte con me dormi ma dopo non ti ascolto.

        Sirena:
        vile marrano!
        Non sono il tuo gioco
        non hai compreso pericolo imminente.
        Costituzione è un libro di passione.
        Di nobili gesta e ti porterà alla morte.
        Mai uomo osò così tanto.
        Io me ne vado!

        Frate che all'improvviso appare:
        la sirena vuol sedurti
        non lasciarti insidiare e avvincere dal male.
        Ricordati che giaci e lei incanta e tace.
        Son frate pellegrino e seguo il tuo cammino.
        Ti pascio di virtù e di svegliarti ti dico.

        Non gnomi o tentazioni ascolta.
        Ma solo la di me parola.
        Male e bene attanaglian la tua mente.
        Operoso fu sempre l'uomo e
        uguale ad altri anche se di altro mondo.
        Non creder a tutto ciò che vedi.
        Diritto non fu mai inganno
        ma solo motivo di guadagno!
        Lusinghe son fallaci e ruina porta
        a chi invano le persegue.
        Caddero tiranni bersaglio di popoli arrabbiati.
        Persero tutto i malvagi perché
        giustizia ogni ora conta e una bilancia
        pesa azioni rovinose.
        Quando ti risvegli facci caso.
        Il tuo atto su un piatto giace e
        diritto nell'altro appare.

        Vecchio:
        grazie o frate che mi illumini
        e di verità mi vesti.
        Non ruberò il testo dei fieri
        ma leggerò il contesto
        per imparar ad essere libero
        in questo mondo che appar funesto.

        È libertà che io sento proferir
        dalla bocca tua.
        Spirito di grazia avrai giustizia
        domani e forse già ora.

        Con te io voglio aprire
        la bibbia del diritto.
        Citami legge a cui devo obbedienza.

        Frate:
        ci sono tante cose che devi tu conoscere.
        Una è che devi rispettare il popolo che t'appartiene.
        Fondato sul lavoro è il tuo paese.
        Salute protegger vuole e con rispetto cerca
        di organizzare il di te mondo.
        Non hai colore, né religione.
        Solo diritti e obblighi d'onore.
        Non è difficile vivere in pace.
        Bisogna essere sociali e solidali.

        Vecchio:
        dici parole che mi commuovono un poco.
        Io non conobbi il diritto che citi ora.

        Frate:
        non è così.
        Non ti ricordi ma, ci fu un giorno
        che conoscesti democrazia
        non una sirena ma giustizia vera.

        È la famiglia la tua vera vita.
        Piccolo stato di grande poesia.
        Amore di donna incontrasti una volta.
        Amore sincero e giustizia di nostro signore
        che non è terreno.

        Appare la tigre:
        ama ciò che è da amare.
        Sogna ciò che puoi realizzare.
        Cammina veloce e non ti voltare.
        Guadagna con le tue opere e
        rispetta la tua gente.

        Non cercare un cavallo se non sai galoppare.
        Alimenta la fiaccola di giustizia e lotta perché mai si spenga.
        Ardua è l'impresa e non sempre funesta.
        Cambia il gioco e non farti fregar di nuovo.

        In groppa la tigre il fraticello e se ne va lasciando
        riposare il vecchierello.

        Dolce sonno e sogno profondo
        ed un risveglio con un libro in mano.
        Quanta emozione scorrer le pagine ingiallite.
        Racconta di eroi e di imprese coraggiose.
        Ogni norma è una storia scritta con onore.
        Impresa di coraggio e di virtù.
        Si scopre l'uomo dalla coperta avuta
        è la bandiera di una italia forte e fiera.
        Il cuore gli palpita in petto.
        Un solo grido sente.
        Giustizia a tutte la gente.
        Lottiamo per l'onor.

        Il piave ha mormorato.
        Milano l'austriaco ha scacciato.
        Terre di piemonte lo straniero ha condannato
        ma cavour con l'acqua non gli ha ceduto il passo.
        Napoli lo scugnizzo all'assalto a mandato.
        Il piccolo genovese una pietra di coraggio ha lanciato.
        Falsa alleanza con la germania
        e aerei di carta per la grande italia.

        Ad un tratto sento udir una voce.
        Vecchio, dal polifemico occhio tu stai ad osservare
        il tuo mondo.
        Piegata e battuta è stata mille volte la tua terra
        ma nobiltà di spagna l'ha comandata fiera
        anche se al popolo negò letteratura e scienza.

        Vecchio:
        il tempo che decanti è più lungo ancora.
        Non serve rivangar ma a guardare ora.
        Voglio un'italia di grandi gesta
        che si rialzi a realtà funesta.

        Frate:
        ricorda figlio che per fare un popolo onorato
        serve che la gente impegni il suo operato.
        È la famiglia virtù e forza grande.
        Piccolo stato in uno stato assai più grande.
        Non pesa la moneta e più non vale.
        Aumentan uomini soli e tristi e i servizi per il sociale.
        Pesano questi sul popolo d'italia:
        manca la compravendita e qualcuno che guadagna.
        Denari fuoriescono per topi senza scrupoli
        e casse dello stato son da consolidare
        le tasse aumentano per chi rimane.

        Vecchio:
        capito ho l'inganno e perché poi sempre pago!

        Appare la sirena:
        uomo non ascoltare il verbo.
        Seguimi te ne prego.
        Voglio portarti oltre sotto la luna piena.

        L'uomo di colpo cambia luogo
        e sopra un monte si ritrova d'uopo.

        Vecchio:
        di nuovo solo sono e vago nel mio mondo.
        Cerco la libertà ma imparo verità.

        Giustizia ho conosciuto
        costituzione ho letto
        e cosa tengo in petto?
        Ho il libro con me dietro.

        Voce di campo:
        ah! Ah! Ah!

        Vecchio:
        chi ride orsù?
        Chi è là?
        Ancora tu gnomo!

        S'affila l'unghie e ringhia.
        Lo guarda e lo sfida.

        Qualcosa porti in seno.
        Gli dice così di netto.

        Vecchio:
        guai a te o infido figuro.
        Se passi al mio passaggio
        ti sfido in un duello
        io porto grandi gesta e sono un italiano vero!

        Gnomo:
        lasciami il libro mastro.
        Il diritto così io cambio.
        C'è un vento di riforme e non ti puoi appellar.

        Tigre:
        non hai capito un fatto.
        Guarda il mio manto
        prostati davanti e rimani a testa china.

        Son fiera e decisa
        una fiaccola mi porto.
        Italia mi chiamo e volo o ringhio.
        Di zanne ti condanno se tocchi il vecchio uomo.

        Appare di fatto donna con abbondanti poppe.
        Una corona in guglie e una fiaccola di fuoco accesa.

        Son tigre ma son signora
        sono una grande forza.
        Il libro dammi uomo
        a custodirlo io ci sono.
        Guarda i miei piedi.
        Son pien di figli
        soldati valorosi
        fino alle caviglie.

        Gli gnomi uscirono a frotte ma
        davanti al fuoco di passione periron per loro sorte.
        È il popolo che insorge.
        Evviva la nazione!

        Il vecchio finito tutto guardò la donna statuaria
        prendere il volo trasformata in aquila.

        Non son più solo disse, con fare un po' commosso.
        Davanti a me c'è tutto il popolo.
        Voglio anch'io andare in volo e si aggrappò ad una zampa.

        Cieli azzurri di libertà conobbe allora.
        Acque cristalline e monti più verdi e salutò le genti.
        C'è un cuore che batte e appartiene a tutti
        è verde bianco e rosso ed emoziona troppo.

        Nessuno tocchi mai la nostra verità.
        Giustizia ereditata e libertà con gran forza conquistata!
        Composta lunedì 16 dicembre 2013
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          Scritta da: Fragolosa67

          Inverno

          Lascia che il tempo scorra a fiumi tra
          sassi e detriti come ciottoli rotolanti tra le piccole onde.
          Voragini di noi son specchi riflessi di mulinelli
          mentre sbuca dall'acqua un pesce che
          con un salto vola e si sommerge ancora.

          Rado canneto scopre un cigno nero.
          A palmipede cattivo serenità si addice.
          Verde acqua stagna mentre qualcuno mangia
          di Lucia e Renzo il persico e tutto vede.
          Il cigno nero sotto l'acqua svanisce.

          Montagne che racchiudono ciò che non puoi sapere:
          Destini bui e verità argentee.

          Chissà dove sei domani quando il sole cola a picco.
          Quando il pesce giace sotto il ghiaccio spesso e freddo.
          Lame di pattini segnano di nuovo il tempo.
          Graffiano e sfregano.
          Con ruggine si danneggiano.

          L'inverno avanza e non da tregua.
          Di brividi ci copre e ci tormenta.
          Riparo caldo cerchiamo ancora.
          Giaccion le ossa stanche in questa notte fonda
          che di buio e di tenebre si colora.
          Composta giovedì 12 dicembre 2013
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            Scritta da: Fragolosa67

            Già

            Massi di parole schiacciano l'altrui ardore
            eccheggia l'eco fra mulini a vento.
            Girano le pale e fanno gran fracasso.
            Tubi di liquame passano l'anfratto
            inquina questo stato e lo maleodora.
            Non c'è confine né dogana se ti trovi una sottana.

            Borse di opere che se ne vanno
            senza ragazzi che più non fanno.
            Dove sono i nostri soldi?
            Chi ha rubato i sacrifici.
            Paga il popolo ormai piegato.
            Piange anche il vilipendiato.

            Non tutto è fermo.
            Qualcuno dorme.
            Il vento sventola il tricolore.
            Un nuovo grido si leva ancora:
            Cambia il tempo e son riforme!

            Trema la terra.
            Per molti è la guerra.
            Debiti come palle sul pino di Natale.
            Speranza per tutti e stipendio doppio ai capi.
            Regime militare e disperati sulle strade.

            Questa è l'Italia che l'italiano lascia.
            Paesi lontani e pochi denari.
            Molta speranza di ricominciare.
            Nessuna riforma: sempre la vecchia storia.
            Composta giovedì 12 dicembre 2013
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              Scritta da: Fragolosa67
              Dita bianche e affusolate,
              palmi aperti, le mie mani.
              Non ho nulla da portare
              né da stringere o afferrare.

              Posso porgerle per diletto
              o i tasti rintoccar di netto.
              Non possiedono le mie mani
              ma storie e versi san creare.

              Un computer ho per destriero
              con esso vago sul tuo sentiero.
              Bramo e spero! però son fiero.

              Voglio dirti di quel giorno
              che a capitolar fu il mondo.
              Oppure del coraggio
              che ho visto in un atterraggio.

              Mani stanche son le tue.
              Piene di oggetti e di bollette.
              Grossolane o raffinate
              accarezzano ore liete e
              stringono forte i miei pensieri.

              Sono nostri da quando leggi
              anche se, mai mi pensi.
              Invisibile io sono e
              amo farti un dono.

              Ho un sogno nel cassetto
              altri due sotto il letto.
              Storie belle, avvincenti,
              allegre o seducenti.

              Leggere è bello.
              Scrivere è meglio.
              Se arrossisci non riesco.

              Vuoi sapere io chi sono?
              Un artista, che scoperta!
              Ora vado son di fretta.
              prendi un libro, dammi retta.
              Composta venerdì 22 novembre 2013
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                Scritta da: Fragolosa67
                Questo lento inbrunir mi sovrasta.
                Reagir vorrei alle calamità del tempo che
                sovvieni con me: è effimero.

                Veglia sul mio sonno fino a quando
                l'ultimo alitar di vita mi tiene.
                Sentir vorrei il mormorio che da te proviene.

                Perdona il mio limitar d'orecchio e di favella
                perch'io son giovin davanti al tuo di tempo!

                Ogni or che avanza mi sembra tanta e
                la loquacità altrui mi inganna.

                Leggimi il cuore puro per passione.
                Malevole se serpe mi insinua e mi lusinga.

                Atroce fu il furore che scagliasti per chi offese il tuo onore.
                Di acqua lo lavasti e lo annegasti.

                Di fuoco promesso hai il tuo ultimo atto
                per scindere l'erba insana dalla prelibata.

                Vergogna è per me dover ammetter che nulla fu e
                nulla ancor sarà domani dopo l'ira funesta che
                avvolgerci seppe.

                Non c'è scampo per l'uomo ladro privo di morale.

                Oh! Dio! leva dal sacro legno il figlio tuo unigenito
                caduto per misericordia senza alcuna colpa e
                dai cotanta prova a chi la crea per l"uomo giusto ogn'ora.
                Composta venerdì 22 novembre 2013
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