Scritta da: Cristallina
in Poesie (Poesie personali)
DONI
Nascono dal nostro essere
per essere donati.
Solo nel donarli si possono avere.
Danno vita alla vita
addolciscono il cuore.
Sono l'amicizia e l'amore.
Composta sabato 31 gennaio 2015
Nascono dal nostro essere
per essere donati.
Solo nel donarli si possono avere.
Danno vita alla vita
addolciscono il cuore.
Sono l'amicizia e l'amore.
Graffiami il collo,
con amore
ed il mio sarà mal d'amore.
Urlami addosso,
ma per gelosia
e non saranno urla
ma prove d'amore.
Guardami male
se non ti guardo.
Stringimi forte,
quasi a soffocarmi,
ma fermati un attimo prima che mi cessi il respiro.
Scappa da me,
ma fai solo un passo
voltati e ridi.
Dimmi che scherzavi,
che non scappavi,
ma fallo in fretta,
prima che mi si spezzi il cuore.
Amare non è spegnere un interruttore
non è staccare una spina
non è un fottutissimo on/off.
È qualcosa che brucia dentro
quello che ti tiene sveglio di notte,
quello che non ti fa smettere di pensare,
quello che ti riempie gli occhi di lacrime
e quello che ti mette in bocca i sorrisi
e non ci sono perché...
Quando tutto finisce
e la persona ti delude
c'è qualcosa che si scollega,
senti qualcosa che si spezza,
niente più emozioni,
niente più sensazioni,
pianti e risate,
sai che ti hanno portato via tutto...
Qualcosa in te può scattare,
puoi reagire, puoi morire
puoi e devi resistere,
perché se cedi
qualcosa di oscuro ti prende,
si impossessa di te
e non sei più padrone di nulla
né di pensieri, parole, azioni...
Solo chi ha amato davvero può capire...
Perché di fumo, alcool, e droghe si può morire,
ma l'amore uccide...
La Notte ha un suono azzurro
come il mare.
I pensieri a lungo taciuti
s'inerpicano alti come trame di rovi.
S'accendono lumi che la luce del giorno
non conosce.
Nel buio sono solo
solo mio.
Mi possiedo interamente
come un abbraccio.
La Notte è piena, pigra, inerte, ferma:
s'infrange adagio
in orde di canti antichi.
Nel buio sono io
completamente.
Il mio corpo non proietta ombre
non si separa:
è fedele a se stesso.
La Notte ha il sapore rotondo
di un labbro socchiuso.
Scende in fondo
nei miei anfratti più scuri...
... borbotta, infine
tace.
Ve ringrazio de core, brava gente,
pé 'sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
si de st'amore non capite gnente...
Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare 'na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l'amore
è cianfrusaja che nun cià valore.
A cosa mi serve
dirmi che poteva andare peggio
quando so benissimo
che doveva andare meglio.
Forse ad acquietare la mia rabbia?
Solo quando smetterò di respirare
non la sentirò più,
spero.
Forse
a farmi smettere di continuare a combattermi dentro
anche se non ho mai vinto?
Vorrei conoscerlo,
vederlo in faccia
questo peggio,
e poi spiegargli bene
quale era il meglio
che ho perduto.
A volte è solo un soffio di vento che ti accarezza e ti sussurra dolci e ossessionanti parole da urlare al mondo.
Altre volte è lo sguardo che ti porta ad osservare situazioni, movimenti o volti da raccontare, da inventare.
Altre volte ancora, è il cuore che ti guida in sentieri immaginari per poter scrivere di un amore,
della bellezza di un bacio, o di un desiderio e della sua attesa.
Spesso è anche la testa, con la sua razionalità a lasciarti raccontare la cruda realtà delle cose,
e uscire così da quel mondo irreale popolato da sentimenti e stelle colorate.
Tutto è poesia.
La poesia, è per il poeta, la poesia, vita!
È come se fosse una figlia, un figlio, una parte di se da proteggere e tenere sempre dentro.
Addolorato quando deve correggerla
Orgoglioso quando supera i suoi mille esami
Sereno quando la porta a letto
E contento quando tutti ne parlano
Il cinguettio di un uccellino,
il rumore delle foglie di un albero di noce possedute dal vento,
un gatto che ti fa le fusa.
È vita la poesia,
e compito del poeta è portare, attraverso la sua anima e il suo pensiero, la sua poesia,
quella vita, quei sentimenti che troppo spesso, noi essere umani, teniamo nascosti,
chiusi, coperti e impauriti da ciò che un dolore può trasmetterci.
Viviamola la poesia, leggiamola questa vita e raccontiamola.
Credevo che la facoltà
d'amare fosse spenta nell'animo mio.
Ora mi accorgo ch'ella
vive ancora ed opera.
Sono nato per amare,
ho amato E forse
con tanto affetto
quanto può mai cadere
in anima viva.
Altre meraviglie ci saranno
funzionali al bisogno effimero
di un adolescente in bilico
fra sciagura e grandezza.
Da ignoranti si poteva abbassare la testa, forse...
Oggi
quanto più crescono le conoscenze
tanto più decadono le attenuanti.
La logica del profitto,
mostruoso equilibrio legale
di un benessere fittizio,
è la via breve per la catastrofe.
In ebraico, catastrofe si dice: Shoah.
Lasciate che mi faccia carico di tutte le vostre tragedie.
Convogliate in me tutte le vostre delusioni e i vostri rimpianti.
Fate presto!
Non c'è più molto tempo...
Presto, molto presto, mi lascerò implodere.
Silenziosamente.
Tutto accadrà in un istante brevissimo, quasi impercettibile.
E mi porterò con me tutta l'indifferenza di chi non
ama.
Tutti gli amanti delusi saranno trascinati e inghiottiti dal nulla più
assoluto.
Nessuno si accorgerà di
niente.
Spariranno gli amori incompresi nel nero della notte più nera.
Colpa mia e colpa vostra, che non abbiamo mai avuto il coraggio di
mollare.
Come cani rabbiosi ci ostiniamo a stringere quello che ormai non è che un
cadavere
freddo e marcio.
Il nostro stesso cadavere.
Il cadavere di chi ha amato tanto,
troppo.
Di chi ha amato bene, mettendoci il cuore, mettendoci il fegato, mettendoci lo stomaco, la faccia, le viscere...
rimettendoci.
Il cadavere di noi poveri uomini e donne in
cerca
di un caldo e sicuro riparo.
Un riparo da tutti gli orrori che continuano a piovere dal cielo da sempre.
Il cadavere di chi è stato
dimenticato
nell'ultimo cassetto del comodino insieme ai sogni
poco
importanti.