Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Pregherò sotto arcate dell'universo
per chiedere a Dio che non respiri
i veleni dell'uomo.
Siamo randagi su questo deserto,
siamo mendicanti sotto il cielo.
Non sentiamo la carezza del vento
in questa caverna fatta di pensieri.

Pregherò sui marciapiedi della vita,
sotto macerie piene di grida e dolore
con gli occhi di un bambino morto
accanto a una madre senza rancore.
Siamo sempre gli stessi fantasmi
correndo sotto i cieli grigi e rossi
dove il sangue di un toro stordisce
chi poi uccide ridendo la vita.

Pregherò all'ombra di un campanile
quando la morte divora il cuore
e la fede matura la ragione.
Ascolta, spirito dell'uomo,
la nostra debolezza fatta carne.
Fa che la speranza e la fortezza,
il silenzio e l'amore
guidino i nostri passi
salendo insieme la montagna.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Porto negli occhi il dolore del tempo
    nelle mani una creta da modellare
    ai piedi ho le ali della primavera
    nella bocca parole da salvare.

    Il volto di un bambino non nato
    matura in un'eco senza voce.
    Lacrime di madre senza figlio
    inaridiscono i suoi occhi.

    La creta è la madre dell'uomo
    manipolata da mani esperte,
    indurita da parole non dette
    ma scolpita da soffi celesti.

    I miei piedi sono ali per volare
    su cammini ai cigli del tramonto.
    I cavalli trottano al mio fianco
    insieme al cane che non molla.

    Parlerò sulla cima della montagna
    scolpendo sulla pietra del tempo
    l'unico messaggio appreso dal vento:
    cammina, respiri, non ti fermare.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

      Ai libri della terra

      Felice l'uomo che ti ha per amico nella vita.
      Le tue copertine sono i miei occhi chiari,
      le tue pagine sono la mia mente aperta,
      le tue righe sono i miei pensiero vagabondi,
      il tuo titolo è il mio nome di oggi.

      Quanti sogni mi hai regalato nel giorno,
      quanti amori ho visto sotto la luna,
      quante avventure con volti senza nome.
      Terre visitate con le aquile del cielo,
      fiumi navigati con piroghe della storia.

      Tu mi hai insegnato a capire l'amicizia:
      un libro aperto è l'amico senza segreti,
      un libro sciupato è l'amico intimo,
      un libro chiuso è un amico perduto,
      un libro rotto è un amico ferito.

      Con te ho distrutto fantasmi e chimere,
      con te ho capito il giorno e la notte,
      insieme a te mi perdo nell'universo.
      Con te ho conosciuto il pianto e la gioia.
      Oggi sono quello che tu mi hai fatto.

      Grazie amico che mi doni la speranza.
      Composta mercoledì 13 gennaio 2016
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Viaggiare è aprire una finestra
        capire gli uomini, carpire la bellezza.
        Prenotare un biglietto è iniziare
        la scoperta, captare un paesaggio
        di un mondo sempre aperto.

        Viaggiare è volare con l'aurora
        sfogliando sogni e leggende
        scaturite dal cuore.
        È offrire sorrisi impressi negli occhi,
        rinchiusi nel silenzio dell'anima.

        Viaggiare è bere l'acqua pura
        di una fonte di montagna,
        entrare in caverne nate nel tempo
        nel grembo maturo della terra.
        Viaggiare è rinascere nell'azzurro.

        Viaggiare è una valigia vuota
        da riempire giorno dopo giorno
        di volti e segreti senza nome.
        Viaggiare è stringere le mani
        di tanta gente ancora buona.

        Le stazioni sono piene di lacrime,
        di dialoghi tra la notte e il giorno.
        Nei viaggi ammutolisce il timore,
        svettano le cime dei monti
        in mani aperte alla memoria.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Accendiamo molte luci
          con la solitudine che portiamo addosso;
          gli occhi non sopportano
          il buio sputato da spettri della notte.
          Da voci e parole sussurrate appena
          nascono discorsi morti e senza pena.
          Generiamo mostri senz'occhi
          quando soli cerchiamo una risposta.
          Forse il tempo ci ha restituito l'enigma
          costruito in una foresta senza figli.

          Dove andiamo nelle lunghe ore morte
          quando il cuore piange e
          il corpo è rotto?

          Le poche luci accese nella notte
          illuminano il corridoio
          aperto dalla morte.
          Non possiamo vivere soli
          in un mondo con molti fantasmi,
          in una casa piena d'illusioni.
          Una manata sulla spalla,
          un sorriso pieno di futuro,
          un fiore lanciato nell'aria,
          uno sguardo pieno d'amore
          ci bastano per far sbocciare
          il silenzio che matura nel cuore.
          Composta domenica 22 novembre 2015
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Nascondiamo gli idoli del cuore
            nei crepaci degli scogli umani.
            Dormiamo nelle caverne dell'eco
            come pipistrelli in attesa.
            S'apriranno gli occhi dei ciechi
            nel deserto di sabbie future,
            riconosceremo una lingua morta
            leggendola nelle ombre.

            Cerchiamo e domani troveremo
            la voce che corre col vento,
            il tempo flagellato dal silenzio,
            la mano trasformata in carezza.
            Pianteremo cedri d'acciaio
            lunghe le strade del cielo,
            porteremo cardi all'occhiello
            il gran giorno dell'amore.
            Faremo delle tenebre splendore
            spezzando le catene dell'orrore,
            saremo gl'indovini del domani
            sventando i presagi dei maghi.

            Dimmi o uomo nato dalla creta
            dov'è finito il tuo stupore?
            Tu donna nata dalla carne
            ridarai al tronco la speranza.
            In due matureremo insieme
            asciugandoci le lacrime
            che brillano nei nostri occhi.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

              Dove va l'azzurro del giorno

              Andiamo lontano nella notte
              aperta al vento portato dai monti.
              Camminiamo insieme alle lumache
              in questo cielo maturo di silenzi.

              Dove vanno i sospiri della vedova,
              cosa fecondano i pianti dei vecchi
              lasciati soli dietro la finestra?

              In una notte con poca luce
              anche i cani sono assenti:
              annusano gli odori dei sogni
              di padroni stanchi di tristezza.

              Dove va l'azzurro del giorno,
              dove vanno i sorrisi dei bimbi,
              dove va l'amore delle coppie
              separate troppo in fretta?

              Viviamo in una barca senza timone
              con le vele gonfie di illusioni.
              Domani analizzeremo il cuore
              con molte ombre e pochi timori.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                Diapositive africane

                Un singhiozzo nella gola,
                una lacrima piena di gioia,
                una capanna fatta mondo,
                una foresta piena di colori.

                Sono diapositive nel cuore
                quando solo guardo la sera
                maturare nel tramonto.

                I sogni avvolti in capulanas
                camminano con il vento,
                i bimbi sulle spalle materne
                ascoltano la danza del tempo.

                Sono statue di ebano puro
                questi grandi miti umani
                vissuti da gente austera
                nel mondo mozambicano.

                Un tam tam nella notte,
                una danza sotto le stelle,
                un tatuaggio sulla faccia,
                un'offerta a Madre Terra.

                L'ultima diapositiva è notturna:
                la luna adagiata sulle zanne
                d'un elefante ammutolito
                guardando il figlio appena nato.

                Il cuore ritorna alla foresta,
                gli occhi rincorrono gazzelle.
                Le lacrime spuntano da rugiada
                stringendo mani aperte al domani.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                  Giorno di neve

                  È caduta la neve nel giardino
                  senza avvisare nessuno.
                  Tutto nella notte oscura
                  è bianco come il futuro.

                  Scende lenta la ricchezza
                  sulle strade dell'uomo.
                  Tutti dicono ridendo:
                  "Anno di nevi anno di beni".

                  Guardiamo dietro i vetri
                  un mondo tutto bianco.
                  Speriamo che anche il cuore
                  si riempia di speranza.

                  Scende lenta la neve bianca,
                  l'anima vola lontano
                  con un passero spaventato
                  su un tetto immacolato.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                    Navigando in un sogno

                    Erano immagini in bianco e nero
                    sulle ali di un sogno d'autunno.
                    Le cicogne aspettavano l'aurora,
                    le nuvole giocavano con l'acqua,
                    l'anima pregava sotto un cipresso.

                    Guardai nella grotta della memoria:
                    un bimbo e una vecchia
                    dormivano accanto a una colonna.
                    Un camino spento aspettava il fuoco
                    insieme a un arcobaleno di colori.

                    La cicogna mi invitò al fiume,
                    una nuvola mi portò nel cielo,
                    l'anima si diresse alla montagna.

                    Le immagini le vidi a colori
                    in un tramonto senza suoni.

                    Navigai con una sinfonia nel cuore,
                    una bianca margherita nelle mani
                    su un arcobaleno di cristalli.
                    Cavalcai su una luna troppo umana
                    guardando il mondo da lontano.
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