Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Sulle costole dell'Adamo di oggi
sta scritto con parole d'argilla:
"Rivoluzione senza sogni maturi
con cuore di ferro in uomini nudi".

Nascerà una nuova Eva
madre dell'uomo futuro.
Svegliamoci in fretta
perché domani potrà essere
tempo perduto.

Nei rumori di città sommerse
suona il flauto della vita nuova.
Non c'è bimbo che ascolti contento
un messaggio a luci spente.

Cosa farà l'Adamo di domani
con piedi di creta troppo antica
e cuore un po' arrugginito?

Sta nascendo la civiltà del grafeno.
Le piccole cose di pessimo gusto
saranno appese in musei di paglia.
Apparirà una nuova donna
legata all'uomo con la tanga!
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    In strade medioevali con archi e torri
    giocano i giorni di una fanciulla amica.
    Segue con lo sguardo il fumo della pipa
    posarsi su piatti feriti a fuoco
    per conservare geometrie moresche
    segni di voci che tacciono da secoli.

    In quella casa di pietre rosate
    vivono immagini mai cancellate
    con ali di lino ricamate a mano.
    Le favole del cuore nate nella sera
    riecheggiano nell'eco delle stanze
    con porte aperte spinte dal vento.

    Poi ruggì la guerra piena di odio:
    le pareti si tinsero di rosso sangue
    le favole diventarono tragedie
    con volti e cuori pieni di miserie.
    La fanciulla divenne presto madre
    con sogni infranti di bellezza.

    Vennero i figli e anche la loro partenza
    ritornarono le favole a riempire le ore
    ma presto il marito la lasciò vedova.
    Guardava le foto, costruiva castelli,
    suonava il piano con estrema dolcezza
    riempiendo le ore per morire contenta.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Il giorno e la notte hanno lo stesso sangue
      quando si fermano nella vecchia barca
      piena di fagotti con geroglifici strani.
      Seduto in un angolo di casa, ascolto
      una tenue voce della nonna inferma:
      "madre, che dolori nasconde questa carne
      vissuta con lo sguardo rivolto al cielo".
      Rintocca l'ultima mezzora nell'orologio
      regalatole all'ultimo compleanno.

      Il cagnolino ladra a un'ombra senza volto
      seduto sullo sdrucito sofà della nonna.
      I fiori emanano il loro soave profumo
      per addolcire l'aria secca di fantasmi.
      Non si muore con gli occhi chiusi
      in questi giorni pieni di speranza.
      La morte è fuoco per chi non la teme,
      brucia la corteccia di un tronco antico,
      salvando il seme per il nuovo bosco.

      Il giorno e la notte sono figli della stessa madre,
      allegra e triste che giace assorta su cenere bianca.
      Alla vecchiaia seduta accanto al caldo focolare
      la nonna sgrana il rosario della sua lunga vita
      sorridendo ai giorni trascorsi dei suoi vent'anni
      che legge negli occhi della foto di suo marito.
      Gli anni passano veloci come le nuvole del cielo
      in attesa di una pioggia feconda di misteri
      per regalarle il dono della pace nell'ultimo bacio.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Due occhi azzurri nella tranquilla sera
        fissavano le nuvole che seguivano il vento.
        Era il ritratto di chi conosce le frontiere
        di alberi secolari formando barriere.

        Due occhi aperti alle ferite di ieri
        davano l'addio al giardino senza ninfee.
        Una rosa di plastica immaginava di essere vera
        con il profumo perduto in nubi troppo nere.

        I due occhi guardavano il sole che si nascondeva
        in un orizzonte lontano con troppe fiamme accese.
        L'uomo sognava di incontrarsi in piena primavera
        mentre un bacio lo svegliava sotto una luna piena.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Era un venerdì santo di tanti anni fa
          quando una donna nel silenzio mi disse:
          "ti porterò nel cuore della strada
          ti aprirò un sentiero nel deserto
          ti amerò come le montagne
          le radici primordiali del tempo".

          La notte avanzò dolcemente nel silenzio
          un cristo sulla croce dominava il calvario
          la veronica contemplava il volto dell'uomo.

          La stella del mattino rinacque ammutolita
          sul volto in preghiera della vergine.
          Era un venerdì santo di tanti anni fa
          quando il cuore bagnato in un fuoco
          iniziò a cantare la vita sbocciata in un fiore.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Ritornare a casa è ritrovare la vita.
            Il mondo è grande per un uomo solo.
            Ogni cosa ti parla di amicizia
            guardandola da un balcone al sole.

            Non possiamo vagabondare da soli
            siamo nati per riempire i silenzi,
            per leggere le rocce e il tempo,
            per ascoltare il vento sussurrare dentro.

            Quando la pioggia scende lentamente
            la vediamo che purifica l'anima
            dietro i vetri opachi di tristezza
            della nostra finestra casalinga.

            Ritornare a casa è ascoltare i fiori
            raccolti da qualcuno che ci ama
            per alleviare il nostro sudore
            profumando il nostro amore.

            Ritornando a casa ci sentiamo uomini
            per saper ascoltare il battito del tempo
            sentire balbettare le prime sillabe dei figli
            leggere gli occhi della moglie che aspetta.

            La casa serve per farci uomini in ascolto
            di molte cose che ci parlano al cuore,
            dove si comprendono tutti i dolori
            facendo fiorire i nostri grandi amori.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Nel silenzio maturo della terra
              nacque verginale la vita.
              Le acque sempre caste del mattino
              purificarono le gemme del giorno.
              Nell'immensa savana africana
              incontrai la mia terra madre
              ricca di lotte e croci stellari,
              di uomini antichi e di bestie.

              Conobbi il fuoco delle foreste
              camminai dietro le tempeste
              vidi i saggi anziani cantare
              i primi balbettii della vita.
              In Africa il passato e il futuro
              sono fratelli siamesi
              appesi alle spalle delle mamme
              dove gridano e mammano al seno
              sempre pronto della vita.

              I fiumi proseguono nei loro solchi
              tracciando curve e rette piene di fiori
              dove i colori germinano di giorno
              e i semi maturano di notte.
              Appresi la filosofia della storia
              da uomini radicati alla terra
              che è la culla e la tomba
              di ogni essere che ama la vita.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                In Piccadilly Circus vidi passare il mondo
                dove la vita diventava sempre più giovane
                la mente ritornava a sognare a colori
                mentre le ore trascorrevano senza rancore.

                L'amicizia sbocciava all'ombra dell'Eros
                i sexy schops uccidevano l'umano pudore
                delle notti trascorse con sincero amore.

                C'era ancora un grido di una certa innocenza
                tra la folla che passava a ritmo di sorprese.
                Si placò il messaggio di giovani chitarre
                si bloccarono gli sguardi di età matura
                la propaganda zittì su muri di silenzio.

                Così nacque per me un nuovo giorno
                in quella piazza piena di gente e ricordi.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Quando la musica riempie i nostri giorni
                  vuol dire che siamo fanciulli senza nome.
                  Una sinfonia di suoni scrive il suo cammino
                  nei nostri occhi adatti a captare nuova vita.

                  La musica nasce e si nutre di grandi silenzi
                  quando sappiamo leggere le note nascoste
                  in colori dipinti sulla tavolozza del cuore.
                  Non ritardiamo l'alba nuova del mondo.

                  I profeti sanno leggere l'umano futuro
                  i poeti l'hanno riempito di parole non dette.
                  I bambini maturano nel seno della madre
                  insieme alla musica che noi ascoltiamo.

                  Viviamo questa grande sinfonia della terra
                  che matura i cieli e le lontane tremule stelle. Noi uomini riempiano l'universo di splendore
                  se sappiamo convivere con pietà e commozione.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                    Davanti al Presepio

                    Ritorniamo bambini davanti al tuo presepio di casa
                    che riempie sempre un angolo con il cuore in mano.
                    I nostri occhi sono poveri di parole e ricchi di misteri
                    guardando la tua carne fatta di donna e soffio di cielo.

                    Restiamo davanti a te muti e ricchi di pura nostalgia
                    ricordando che noi siamo fatti della tua umile creta
                    dandoci la vita lo stesso soffio che ti ha fatto uomo.
                    I nostri occhi oggi racchiudono un po' del tuo cielo.

                    Contempliamo insieme agli angeli e a tutti gli animali
                    una nuova terra nel cielo azzurro e una grande stella
                    che ci guida dal tramonto all'alba senza abbagliarci.
                    L'alba che muore ogni sera ci guidi al tuo sentiero.

                    Insieme ai semplici pastori con le loro greggi mute
                    ammiriamo nostro signore in un bambino nudo.
                    La tua venuta da uomo è rinascita della nostra carne,
                    pace per tutti gli uomini che si sentono angeli di pace.

                    Mistero eterno che molti non riescono a comprendere
                    perché Dio ha fatto l'uomo della terra con vita eterna.
                    Anche per noi ogni tuo natale ci porta in regalo la vita
                    perché è nato in una grotta il nostro fratello divino.

                    La tua nascita fra noi, o Dio altissimo fatto Uomo,
                    ci fa comprendere le allegrie e i dolori di tutti noi.
                    Il tuo pianto e il tuo sorriso che ci regali nel Natale
                    sono il miglior dono per noi uomini in cerca di pace.
                    Composta lunedì 30 novembre 2015
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