Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Nella quiete matura della campagna spagnola
una farfalla multicolore bacia i fiori dell'alba.
Una donna china ascolta all'ombra se stessa
alzando gli occhi al cielo nero in lontananza.

Il sole ha riscaldato le pietre piene di grida
di queste millenarie rovine iberiche di Azaila*.
Le battaglie di ieri riposano con i suoi morti
in queste mura ancora ricche di voci e memoria.

Noi turisti rileggendo voci nascoste delle pietre,
ci aggiriamo come il vento per carpirne la vita
nascosta in strade antiche sotto il cielo azzurro.

I campi arati che si allungano fino all'orizzonte
distruggono il dolore che stringiamo negli occhi.
Aspetteremo sempre l'alba dopo ogni tramonto
mentre il tempo passa ingoiando la nostra storia.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    "La notte è più lunga di un giorno senza pane"
    mi diceva un vecchio seduto accanto al camino
    in un piccolo paese senza nome e senza allegria.

    Parlava lentamente questo pastore della vita
    ricordando come aragonese guerra civile e ferite:
    occhi aperti alla fiamma, bastone e mani ossute
    stringevano un altro giorno che si rintanava
    in trincee di molti ricordi e immagini mute.

    Come corre il tempo guardandolo passare
    dietro vetri rotti trattenuti da sparadrappi
    anneriti dal sudore delle sue tremule dita.

    Oggi gli restano nel cuore gli spari dei fucili
    mentre cadevano i compagni contro la parete
    rossa di sangue di ogni età e condizione
    con rotti ideali contro dio e la nazione.

    La notte è più lunga di un giorno senza pane
    quando le ore passano con questo ritornello.
    In questo mondo l'uomo è un animale buono
    ma spesso si dimentica di avere un cuore.

    Il vecchio si accese al fuoco il sigaro cubano
    mentre il fumo copriva le sue pupille spente
    poi rompendo il silenzio nel tepore della sera:
    perché tanta violenza e tanti morti se il mondo
    è come ieri insolente e senza umani rimorsi?

    Forse, concluse il vecchio nella penombra,
    sorgerà un'altra alba piena di una luce vera
    quando gli uomini ci sentiremo veri fratelli
    in un mondo nuovo e con lunga primavera.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      La tristezza si è chiusa in una canto ardente
      in questo popolo con veri sogni di grandezza.
      Spine di vento venute dal mare e dal deserto
      sono fioriti nei cuori e nei balconi sotto il tetto.
      I marciapiedi sono onde dell'oceano sotto i piedi
      costruite con pietre nere e da un maturo silenzio.
      I suoi navigatori hanno appreso a solcare e amare
      giocando con le onde sui piccoli cavallini del mare.
      Il fado è il volto di questa terra dove muore il sole
      dove l'aurora ritarda ma poi sboccia come un fiore.
      I lusitani hanno aperto le finestre su terre lontane
      portando nel cuore e nelle mani sogni e aromi.
      Hanno chiuso con fucili pieni di sorrisi e garofani
      l'ultimo capitolo di un libro pieno di secoli coloniali.
      In futuro rinascerà la nuova musica dell'anima portoghese
      quando l'allegria sarà il vero fiore profumato all'occhiello.
      Il popolo si sentirà il vero e unico padrone di se stesso
      in questo mondo senza frontiere, in pace e senza guerre.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        L'uomo pianse ad alta voce il primo giorno
        vedendo l'aurora sorgere dall'acqua notturna.
        Ammirava commosso il canto e volo di uccelli,
        il prato, le nuvole, la pioggia e la tempesta.

        Camminavano il sole e la luna sulla sua testa
        gli alberi e le erbe insieme ai fiori lo salutavano
        inchinandosi quando lui passava e li toccava.
        Era il suo primo giorno solo, libero nell'immenso
        con il suo grande giardino colmo di animali e colori.

        Vide crescere i fiumi che scendevano lentamente
        le montagne innalzarsi nel lontano e vasto orizzonte
        gli animali pascolare ammirando la sua ombra.

        Saltava su pietre calde di sole ammirando la luce.
        Seduto tutto solo all'ombra di un salice piangente:
        "che farò – disse - per vivere in allegria e pienezza
        su questa terra piena di colori e di gioia eterna?".

        Dormì la sua prima notte con il sorriso nel cuore
        mentre la luna giocando con le nuvole lo cullava.

        Sognava contento guardando l'acqua del fiume
        che lentamente accarezzava le rocce della riva,
        il fiore sorrideva di gioia quando la rugiada lo baciava,
        la nuvola giocava a nascondiglio e cadeva la pioggia.

        Solo lui era solo sotto le nuvole in attesa della parola.

        Venne l'aurora con un manto pieno di raggi di luce,
        il suo cuore batteva dolcemente in attesa del mattino.
        Quando i raggi di luce lo svegliarono udì un sospiro:
        una mano delicata stringeva come un fiore la sua
        due occhi si specchiavano nei suoi come lui nel lago.

        I due si alzarono in piedi abbracciandosi nell'azzurro,
        i fiori si inchinarono, gli animali formarono un cerchio,
        loro due sorrisero iniziando il lungo viaggio della vita.
        L'uomo e la donna mano nella mano si strinsero forte,
        costruirono con gioia, sudore, morte e qualche dolore
        il giardino terra che ancora oggi coltiviamo con amore.
        Composta lunedì 30 novembre 2015
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Le isole umane le portiamo negli occhi
          quando gli uomini stendono la mano
          per chiedere lo spicciolo del giorno.
          Abbiamo forse gettato le maschere di ieri
          lungo il marciapiede che altri hanno eretto
          con i soldi del benessere a singhiozzi?

          Siamo sempre i soliti farabutti di ieri
          con leggi meschine per affondare gli altri
          mangiando latte e miele di terre lontane.
          Così passano gli anni stendendo la mano
          mentre tanto veleno rovina il raccolto.
          La gente perbene allarga la sua cinghia
          dimenticando quelli che masticano fame.

          Abbiamo perduto la gioia della primavera
          leggendo i volti tristi del popolo di oggi.
          Eppure è nato da tempo il mondo di domani
          da una donna-madre con un solo figlio.
          Il nuovo calendario senza Dio ha molte feste
          nel nuovo museo dell'uomo senza testa.

          Le isole umane le portiamo negli occhi,
          nelle mani odoriamo il sapore di sale.
          I bambini sognano di avere una famiglia
          insieme a questa terra senza pene e guai.
          Il nostro cuore è il nuovo mondo di domani
          ricco di sogni che dobbiamo ancora realizzare.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Anche oggi cantano i poeti lungo le strade del mondo
            non li accompagna molta gente a leggere i propri sogni,
            non si affiggono versi su pareti sterili di nudo cemento,
            non si sentono le note di flauto appese a finestre verdi.

            Eppure i poeti cantano e vivono nel silenzio delle strade
            misurano con i versi i cadenzati e lenti passi degli uomini
            sognando un futuro dove politica e giustizia siano oneste
            con semafori rossi che accendono quando passano i disonesti.

            Anche oggi la poesia rinasce vergine nel cuore del mondo:
            i poeti ascoltano le voci che volano leggere portate dal vento,
            la musica le raccoglie e trasforma in note che sentiamo dentro,
            poi sbocciano canzoni che raccogliamo nelle ore di silenzio.

            Anche domani canteranno i poeti affacciati ai balconi del mondo,
            non saranno solo voci perdute e solitarie in ristretti vicoli sociali,
            ma note che volano nell'etere insieme ai cinguettii degli uccelli
            a inni di bambini, donne, anziani e stelle piene di pace e sentimenti.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Andrò anche oggi in cerca dell'uomo
              starò seduto davanti a uno specchio
              avrò gli occhi umidi di lontani ricordi
              in quest'ora di crepuscolo benedetto.

              Trovo l'uomo camminando solitario
              lungo la strada che porta alla vigna.
              Il suo cane fiuta i pensieri dispersi
              che il padrone appende a cardi secchi.

              I pensieri si accavallano con le nuvole
              in un giorno pieno di pioggia e di vento.
              Il cuore segue il ritmo dei suoi passi
              ascoltando le voci che gli parlano dentro.

              Oggi è questo l'uomo che ho scoperto.
              Non gli ho rivolto nemmeno una parola
              avevo paura di trovarlo pieno di silenzio
              quando invece lo volevo vestito di festa.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Un toro nero nel cerchio dell'arena
                solleva nervoso la polvere al cielo
                grida vendetta con gli occhi fissi
                annusando il color rosso della sera.

                Affonda le nere corna nell'aria calda
                descrive circoli stretti intorno al torero
                vestito d'oro e colori in movimento
                come una donna carica di sentimento.

                Due vite girano difronte alla morte
                in mezzo alle grida del tramonto:
                una forte del suo istinto animale
                l'altra sicura di essere umana.

                Un toro nero nel cerchio dell'arena
                un uomo solo con la sua danza
                un paso doble si posa su mantillas
                una spada uccide lenta la speranza.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  La natura oggi è in preghiera
                  non accetta rumori di fabbriche
                  veleni di macchine in cammino
                  strade sporche di rifiuti umani
                  nuvole nere di acidi strani.

                  La natura veste saio francescano:
                  scalza ascolta il balbettio dei fiori
                  il cinguettio di uccelli solitari
                  il mormorio di ruscelli di collina
                  il silenzioso camminare del tempo
                  su raggi di sole mossi dal vento.

                  La natura oggi è in preghiera
                  ascoltiamo il suo umile silenzio
                  racchiuso nel giallo della ginestra.
                  Sostiamo sotto i grandi alberi
                  ascoltiamo la musica dell'aria
                  apriamo le mani alla speranza.

                  La natura ci vuole umili e miti
                  oggi è la festa di Francesco.
                  I lupi sono già stati ammansiti
                  solo le tortorelle ci chiamano
                  per ringraziare insieme la vita.
                  Composta martedì 4 ottobre 2016
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Quanti passi ho dato nella mia vita
                    quante mani ho strette senza conoscerle
                    quanti occhi ho visto ma non letti
                    quante parole ho detto e non ricordo.

                    Ho meditato solitario sotto vari cieli
                    ho sentito ridere e piangere molti fiumi
                    ho scalato alti monti e splendide colline
                    ho ascoltato il cuore di molti e loro ferite.

                    Quante cose si fanno salendo la scala della vita
                    tutte lasciano una scritta nelle rughe del viso.
                    Ho scritto come tutti un capitolo nell'unico libro
                    che solo Dio terminerà scrivendo l'indice.

                    Passano svelti i giorni insieme ai calendari
                    cammino tra cielo e terra sognando il mare.
                    Capto con le mani aperte i sospiri dei giorni
                    cercando che sboccino nel nuovo mondo.

                    Passano svelti i giorni insieme alle notti
                    il domani lo riempiamo di ceneri umane
                    per formare il tappeto fiorito della terra
                    che è il giardino futuro senza più guerre.
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