Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Non posso dire, signore, che non ti vedo
quando passeggi senza dire una parola
in mezzo ai fiori che mi trovo davanti
in questo tuo giardino chiamato terra.

Passeggio ogni giorno sotto il tuo cielo
dove la luce offusca le tue lontane stelle
ma l'erba, le piante e i fiori campestri
mi parlano di te cantando nel silenzio.

Non me la sento di dirti: ascoltami.
Questa parola sparisce in sillabe sorde.
Basta uno sguardo intorno per sentirti.

In ginocchio sotto il tuo cielo cambiante
spengo la mia lampada un poco inquieta
per leggere in silenzio il tuo messaggio.

L'odore della terra sosta su mani d'offerta
mentre nel buio di una luce senza paragoni
ti ho visto gioire carico di divina dolcezza.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Un volo d'uccello ferisce l'aria gelida
    spolverando l'ombra di una vecchia luce
    dietro colonne di una chiesa distrutta.

    La nebbia avanza nel silenzio delle ombre
    frantumando pensieri e parole nascoste
    negli occhi fissi di un cane senza padrone.

    D'improvviso la nebbia corre all'orizzonte
    inseguendo un volto fatto di vento e speranza
    in cerca di un uomo solo con la sua bisaccia.

    Basterà una stilla di luce sospesa su ragnatela
    per sentire il non finito bisbiglio del mondo
    nel cuore dell'uomo che balla in girotondo.

    Nella nebbia della vita l'uomo cerca la sua pace
    aspettando, seduto su una roccia, il dileguarsi
    dell'ultimo fantasma per iniziare a volare.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Vorrei conoscere cosa dice l'onda del mare
      quando accarezza con dolcezza la spiaggia
      nelle prime luci dell'aurora color pastello.

      Mentre la luce cade lenta sulle mie mani
      purificherò il corpo su uno scoglio solitario
      in attesa del primo raggio mattinale del sole
      che riduca i miei sogni in frantumi celesti.

      Solo in quel silenzio di acqua e di luce del cielo
      potrò leggere nelle ore del giorno che avanza
      le pagine scritte dal calore del sole e dal silenzio
      in cerca di vergini sillabe per nuovi umani versi.

      Le appenderò stupefatto sullo stipite di casa mia
      senza numero, né cancello, né porta, né chiavi
      ma solo uno specchio che legga il cuore della gente.

      L'azzurro del cielo e del mare chiuso nei miei occhi
      cancellerà il buio nascosto negli angoli delle strade
      dove i poveri cercano di nascondere la propria vita
      mentre le ore passano svelte per un'altra vera riva.

      Su una spiaggia nuova e deserta starà scritto un nome
      quando la notte muore su petali di fiori bianchi e viola.
      Solo allora si svelerà il mistero racchiuso nell'uomo.

      Nella nebbia della sera si raccoglierà la solitudine
      quando l'uomo saprà leggere discorsi sottovoce
      di donne con mani giunte maturando il silenzio.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Si è spezzata in un istante la vita di ieri.
        In una nuova cornice vivrà il mio oggi.

        Il tempo guiderà nel mattino la mia voce
        abituandola a vivere in pieno nell'azzurro.

        Vivrò in alto insieme ai guizzi delle rondini
        in cerca di una limpida visione del mondo.

        Andrò in cerca della luce filtrandola in occhi
        di bimbi che guardano il cielo senza rancori.

        Nella notte mi laverò il viso con la rugiada
        che si posa silenziosa insieme all'ultima stella.

        In questo mitico risveglio ascolterò dei bisbigli
        ascoltando l'ingresso della vita su questa terra.

        Poi lascerò che il giorno avanzi nei miei occhi
        navigando in una barca di nuvole all'orizzonte.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          La luna e il sole hanno colore di attesa
          aspettando un grido che maturi la terra.
          Il tempo lo spacchiamo su pietre vergini.

          Il cielo e la terra vivono un patto d'amore
          per conoscere la nostra maschera nuova
          scolpita in ebano senza lutto né dolore.

          In una stretta di mano racchiudiamo l'ansia
          di conoscere i nostri giorni senza passato.
          Parole e sguardi s'infrangono senza parlarci.

          Stringiamo le mani come in una tenaglia
          aspettando che ritornino gli umani ricordi
          in fantasmi di voci perdute troppo lontano.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Oggi dimentico il giorno che morde
            come un fagotto poggiato sullo scanno
            pieno di ricordi con lungo letargo.

            Questa mattina non stilla la luce
            insieme alle gocce della rugiada
            nate dal pianto della notte.

            Il balcone pieno di fiori di gerani
            saluta come sempre con i suoi colori
            il silenzio della notte che si nasconde.

            S'innalza il mattino vestito di bianco
            come una patena rivolta al cielo
            insieme all'offerta e umile preghiera.

            Svaniscono nel giorno le voci dei bimbi
            galoppando su fuochi di estate.
            Resta nell'aria un'eco senza volto
            che penetra nel cuore e ascolto.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Dietro gli spari effimeri della festa
              ho visto cadere stelle filanti
              fosforescenza di umana felicità:
              intarsi di vestiti negli occhi,
              fiati pieni di ansimante calore,
              sillabe sciolte su labbra chiuse.

              Tutto affiora nel lucido ricordo
              di una festa paesana ricca di sapori
              scesi dal bosco della montagna.
              Scivola la musica lentamente
              insieme alla sera che si nasconde
              nei muri a odore di muschio.

              È notte.
              Le ultime note dell'orchestra
              penetrano con dolcezza nel cuore.
              Dormono gli sguardi del giorno
              in segreti labirinti di tufo.
              Restano i colori della festa
              nel sogno bianco di fanciullo.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Anche oggi si illumina questa sera
                insieme all'ombra baciata dai colori
                mentre il silenzio racchiuso nella mano
                galleggia come una foglia nel tramonto.

                La luce del giorno è un colore grigio-verde
                che si sparge su tavolozza di muri a calce
                della mia vecchia dimora su in montagna
                dove è racchiuso il mio cuore di dieci anni.

                La finestra ascolta l'aria tiepida che scolora
                mentre il giorno silenzioso striscia sull'erba.
                Nasce e muore questa sera di umani frammenti
                come un grido lanciato in ombra di caverna.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                  Sintesi di una vita

                  Ti sei offerto al tuo Dio che hai conosciuto
                  da quando bambino imparavi a pregare
                  ascoltando il prete del paese predicare.
                  Poi hai visto la tua carne disseccare
                  come fieno che perde il verde al sole
                  quando scotta come ferita al cuore.

                  Hai cantato l'inno della tua vita
                  lontano dagli affetti familiari
                  poggiato a balconi di questo mondo
                  vedendo passare volti senza nome.

                  Non ti resta che vivere gli ultimi anni
                  sentendo da lontano l'ululo dei monti
                  dove ti facesti uomo ancora ragazzo
                  specchiandoti nel cielo pieno di luce
                  nelle notti stellari senza rimpianti.

                  Rinascerai in giorni senza troppi veli
                  dove miti e sogni nascono e crescono
                  ogni mattina con nuovi eterni misteri.
                  Cadrà l'ultima ombra appesa alle foglie
                  aprendoti la porta del tuo ultimo giorno.

                  Allora il rumore delle cose di questo mondo
                  si accartoccerà in un grande pozzo senza fondo.
                  La carne disseccata come fieno in olocausto
                  non vedrà più un sorriso idiota stridere come pianto.

                  Il mondo camminerà su selciato di vetro azzurro
                  dove le preghiere sbocceranno in rose rosse
                  mentre gli uomini saranno degli esseri celesti
                  con mani trasparenti e occhi pieni di gioia eterna.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Rami d'albero guardano il cielo
                    non cade più luce sulle mani.
                    Tutto s'adagia in solitudine.

                    Più non si sente l'inabissarsi
                    delle cose nel fondo della sera.
                    Un'immagine senza sole
                    si rattrista nell'angolo oscuro
                    gettata ad asciugarsi
                    come ombra in dissolvenza
                    in acqua di pozzanghera.

                    Il giorno è stato trafitto
                    da spilli arrugginiti.
                    Giace viva solo un'eco
                    in un bocciolo incolore
                    appeso a un balcone
                    in attesa che sbocci
                    col sorriso di un uomo.

                    Così si adagia in due occhi neri
                    anche il cielo senza stelle
                    innalzando una preghiera.
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