Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Nel brulichio di una contorta e stretta via
a litri si beve la birra fresca e il buon vino
in questa Saragozza di bimillenaria vita
dove si canta, si balla, si ride e si respira

Alla riva dell'Ebro e del Pilar monumentale
svolazzano le colombe chiedendo elemosina
a una giovane zingara che offre il rosmarino
mentre ai turisti chiedono una bella fotografia.

È una città piena di mariana pietà e di storia
con pagine umane sofferte e altre da scrivere,
con muraglie diroccate e con un fiume in piena
che quando si arrabbia lacera sogni e terreni.

Aragona è grande di storia, quasi vuota di abitanti
ricca di montagne, acqua, vino, cereali e tradizioni.
I piccoli paesi sono gemme incastonate dal vento
lavati poco dalla poggia ma sospesi al loro cielo.

All'ombra e sapori del centro storico romano e arabo
la gente di ogni età festeggia ogni fine settimana.
Da Cesare Augusto ha il nome e appreso il bel vivere
dai Pirenei conserva la cocciutaggine e il buon morire.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    I giorni vissuti insieme ai poveri del terzo mondo
    mi hanno insegnato a vivere la vita ogni giorno.
    Ho capito che il tempo non cammina con l'orologio
    ma guardando il sole che ci matura come uomini.

    I sogni hanno senso solo se li facciamo sbocciare
    liberi sotto il sole che ci guida da mattina a sera.
    Dormire sotto la luna con le stelle cadenti nelle mani
    è maturare da uomo ascoltando la voce degli anziani.

    Rivivo in silenzio le lunghe camminate nella foresta
    dietro gazzelle di ogni specie con guizzi d'eleganza.
    Di notte gli occhi d'animali illuminati con una lampada
    erano stelle fisse supplicando l'uomo di non sparare.

    Ho mangiato con loro, come ospite, il cibo quotidiano
    lavandomi le mani in catino di legno o di creta pura
    insieme all'immancabile cane che sempre è vicino
    quando l'aria è satura di buoni odori e di carne cruda.

    I giorni trascorsi all'ombra di palme e di alberi tropicali
    si vestono di ombre, odori, profumi e certi rumori strani.
    Ancora oggi dopo tanti anni sento le onde dei fiumi,
    i canti degli uccelli che in primavera si vestono di festa.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Oggi per alcuni non ci sono più eroi e avventure,
      fiabe di principesse o principi con sangue azzurro.
      Il presente è pieno di giocattoli di plastica e metalli
      per un domani vivere sognando palazzi di cristalli.

      Ulisse ed Enea, eroi del mondo greco e romano
      sono rimasti nel battito di pochi cuori invecchiati.
      Ogni tanto qualcuno li risveglia senza sentimento
      mangiando in sale pop-corn per passare il tempo.

      Ai bambini di oggi gli rubiamo la loro fanciullezza
      per riempirli di molte cose ma pochissime carezze.
      Ai nonni lasciamo l'arduo lavoro di farli veri uomini
      lottando con la televisione che gli corrode il cuore.

      I moderni castelli non sono pieni di fate turchine,
      anche se Pinocchio ha naso lungo e cuore pulito.
      Oggi si preparano bambini per essere superdotati
      ma non sempre i nostri uomini sono quelli sognati.

      Avremo il coraggio di ritornare alle voci del cuore
      per vivere in pace con Dio, gli uomini e le cose?
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Signore, i giorni trascorsi insieme al popolo africano
        mi hanno insegnato a comprendere la vita e la morte.
        Ho sentito il respiro del tempo nelle favole dei vecchi
        maturate insieme osservando animali e sentimenti.

        Signore, ho sognato sotto il loro cielo ricco di croci,
        ho dormito sotto le loro alte e snelle palme di cocco,
        ho cacciato con loro nelle immense e ricche savane
        al ritmo di canti, preghiere, pianti e veri sogni umani.

        Signore, ti ricordo ancora con il bel nome di Mulungu,
        al ritmo di tamburi, canti, danze e un vecchio macocho
        accompagnato da voci di vecchi, donne e bambini allegri
        battendo mani e piedi sulla terra al chiarore delle stelle.

        Signore, ho pregato guardando la luna nel tuo bel cielo
        quando un padre contento ti offriva in estasi suo figlio
        nato sulla terra dietro la veranda della sua nuova casa
        con sua moglie contenta di essere finalmente madre.

        Signore, quante cose si apprendono vivendo in Africa
        terra ricca di storia vissuta nel dolore e nell'allegria
        dove i veri grandi libri sono depositati nella memoria
        di persone anziane ricche di vita e sapienza senza fine.

        Signore, ti ho riconosciuto in molte maschere di legno
        con un ricco messaggio nei loro ritmi e movimenti.
        Con poche parole ho sentito la Tua voce sentenziare
        in tribunali senza toghe ma il cuore limpido nelle mani.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Il vento muove con violenza gli alti cipressi
          che sembrano inchinarsi per salutare la sera
          illuminata da una luce fioca di un sole monello
          che gioca a nascondiglio fra nuvoloni neri.

          Fischia il vento sollevando polvere sui vetri.
          I colori del tramonto si stanno dileguando
          finendo appesi nei fili dell'erba che ballano
          spinti dal vento che saluta l'ultima speranza.

          La sera si veste di toni diversi quando c'è vento:
          sferza con violenza uomini che avanzano a stento.
          Non si sente nessuna nota di canto di uccelli
          spariti per non essere sferzati dalla notte fredda.

          Lentamente scende anche il buio della notte:
          si sentono sottovoce i bisbigli di lontane stelle,
          il cuore ascolta note di cantilene di mamme
          che addormentano i piccoli baciati in penombra.

          Il vento si nasconde stanco dietro muri di silenzio,
          qualche gatto ancora gironzola nel mio giardino
          in cerca di qualcosa che si nasconde sotto le foglie.
          La quiete scende negli occhi di uomini stanchi.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Aprendo il balcone ho visto il mattino
            con un velo di nebbia che l'avvolgeva
            bloccandolo con la faccia umida sui vetri
            mentre io riempivo gli occhi di stupore.

            Vedevo solo ombre appese nell'aria fredda,
            sentivo cinguettii perduti di passeri solitari
            richiamando le compagne aggrappate sui fili
            che tagliavano la nebbia in attesa del sole.

            Pensavo che sarebbe stato un lunedì scialbo:
            senza orizzonti dove posare la luce degli occhi,
            senza alberi fioriti dove appendere i miei sogni,
            senza i colori di delicati piccoli fiori del campo.

            Dopo qualche ora ho aperto la porta di casa:
            la nebbia lentamente spariva volando in alto,
            il sole faceva capolino e sembrava allegro
            mentre il mio cane scodinzolava contento.

            È stato un lunedì lavato nella nebbia notturna
            asciugato dal tiepido sole di un febbraio spagnolo
            pieno di contrasti di luce, suoni, colori, voci ed età
            di uomini e donne di tutti i colori diretti verso l'aldilà.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Nel camino di casa arde legna secca tagliata lontano.
              I ceppi di olivi centenari ridotti a pezzetti dalle asce
              ci riscaldano durante le fredde ore di sere invernali
              quando gli occhi rileggono ricordi del tempo che fu.

              Le fiamme illuminano i nostri volti scavati dalle rughe
              dove si riflettono i giorni trascorsi sotto il sole e la luna.
              Scoppiettano nel camino resti di terra e polvere nascosti
              nelle pieghe delle radici trasformandosi in fuochi d'artificio.

              Noi due in silenzio vediamo passare le ore del giorno
              sognando il tempo che avanza nei nostri occhi umidi
              dove, come in uno specchio, leggiamo la nostra storia
              in pagine scritte in rosso e nero stampate in memoria.

              In lontananza sentiamo l'eco dei nostri anni trascorsi
              che ci guida con amore, ansia e nostalgia a leggere
              il futuro scritto a caratteri divini sul volto di nostra figlia:
              il camino arde lentamente e noi due sogniamo contenti.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Hanno ucciso le bianche farfalle
                hanno spento le bolle di sapone
                hanno rotto il nido della rondine
                hanno sparato a un sogno in volo.

                Abbiamo distrutto la danza dell'amore
                mentre i bimbi balbettano illusioni
                specchiandosi negli occhi dell'aurora.

                Le mamme trascinano speranze
                pregando di giorno che il mondo cambi.
                Mentre matura la terra di noi uomini
                molti muoiono con un fucile in mano
                sognando mangiare un pezzo di pane.

                Una bomba caduta dal limpido cielo
                ha distrutto il presente e il passato.
                Nasce il futuro fraticida in occhi umani.

                Siamo sempre gli animali di ieri
                con il fiuto di cani randagi
                rosicchiando l'osso della vita
                con il cuore sporco nelle mani.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Ognuno di noi ha un posto unico nel suo tempo
                  per meditare e realizzare i propri sogni ogni sera
                  quando il cuore riposa sorbendo il giorno trascorso
                  tra luci e ombre intrecciate su volti di muto mistero.

                  Siamo uomini chiamati ad essere sempre noi stessi
                  riempiendo i nostri limpidi occhi dell'azzurro cielo,
                  accogliendo nelle nostre mani i vari sorrisi sbocciati
                  comei fiori profumati nei giardini umani dentro coltivati.

                  Siamo noi le colonne che sostengono l'universo
                  gli occhi che sanno leggere i messaggi delle stelle
                  le orecchie che ascoltano le dolci note del silenzio
                  le mani sempre pronte a lenire il dolore fraterno.

                  Ogni uomo ha il suo posto fisso nello schiacchiere
                  di questo universo il cui centro è la nostra terra.
                  Il sole e la luna ci marcano l'umano lento calendario
                  fino all'ora che saliremo le scale di luce senza uguale.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Abbiamo un fiore nelle nostre mani
                    abbiamo un sogno da realizzare
                    abbiamo una vita da costruire
                    insieme a un cuore per amare.

                    Siamo pieni di profumi e di rose
                    in questo maggio pieno di odori.
                    Siamo rimasti senza innocenza
                    in una città carica di troppi sudori.

                    Guardiamo sui muri dietro vetri rotti
                    manifesti di propagande sciocche.
                    Abbiamo perso le nostre radici
                    in queste strade vuote e sporche.

                    Quanti messaggi perduti nella notte
                    miagolano con i gatti su balconi rotti.
                    Quante speranze cadute per terra
                    come stelle cadenti con poca sorte.

                    Abbiamo un fiore nelle nostre mani
                    abbiamo un bacio sulle nostre labbra
                    abbiamo qualcuno che ci aspetta
                    in questo giorno che non ha fretta.
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