Abbiamo costruito città a grido di propaganda con case di poco cemento e molti sogni infranti. Alcuni camminano a piedi come statue mute parlando da soli con semafori rossi di paura.
Ormai alcune città sono pollai sporchi senza galli, alveari con troppe vespe umane e pochissime api, giardini pieni di accattoni senza volto venuti da lontano che dormono solitari come fossero animali abbandonati.
Oggi molte periferie di città muoiono di squallore perché i politici hanno gli occhi spenti e mani lunghe senza sapere che molte famiglie vivono appollaiate senza lavoro in cerca di pochi e lugubri metri quadrati.
È questa la civiltà fatta di molte macchine e ingranaggi dove manca il cuore, la simpatia, l'onore e lungimiranza. Ma questa notte leggendo il messaggio nato sotto le stelle ho sentito delle voci che mi dettavano questo messaggio:
Vi prego di raccogliere molti fiori a colori in piena primavera. Una volta in casa sistemateli intorno al vostro mappamondo. Ascolterete queste parole nel tramonto della tranquilla sera: grazie dei fiori di questo giardino che è la terra bella e pulita dove non ci sono più assassini, né ladri e né politici arricchiti.
Questo è forse l'augurio venuto da mondi non troppo lontani dove la Terra è un puntino azzurro che gira nel cielo chiaro.
Qualcuno aspetta con ansia che il mondo pianga di tristezza quando le notti restano bianche su frastuono di giorni maledetti.
Fuggono dietro cani da caccia anche le stelle con la luna piena. La strada della vita umana si restringe e allarga sotto il sole anche se ha un cuore di pietra.
I cactus ripieni di luce pungono i giorni duri non adatti alla vita.
Gli uomini sappiamo con certezza che l'acqua del pozzo è sempre la più fresca.
Rinascerà il nuovo mattino specchiandoci in limpida sorgiva dove ci daremo le mani ballando in girotondo per fare sempre più bello il nostro piccolo mondo.
Il giorno è caduto ai tuoi piedi. Le mani trattengono il cielo mentre cade la luce. Sulle strade cammina la mia voce posata su mani di carne nascosta nell'eco del giorno.
Ora fuggo lontano nei boschi: dissecco come fieno in olocausto. Non temo i gridi della notte nati su muri con ferite quando il sole illumina il mio volto.
Attoniti svaniscono gli occhi di cielo, ma un fuoco freddo vive sotto gli alberi aspettando una luce frantumata di cadela per rivivere in pieno il giorno del mistero.
Ricordo il dono della giovinezza quando il tempo suggerisce splendori e bellezza. Il corpo vive insieme a fantasmi dove oggi splende il sole e domani piove.
Un solo volto ha il giorno. La notte non ha gridi quando l'anima si sveste in silenzio di attesa.
Solo la vita ha un cuore di speranza: si dona nel mattino puro come il bimbo agli occhi della mamma.
Ricorderò il giorno dell'offerta racchiuso in altare di carne dove il palpito di voce lontana è povera di parole usate.
Temiamo le ceneri dell'uomo non ancora risorto. Le pietre hanno, forse, parole più vere di un giorno di festa. Il cuore le ascolta vivendo come seme che scoppia sotto terra.
Nel deserto la vita matura, la preghiera ha voli di colomba, la notte non ha ore lunghe, il sole splende nelle proprie mani come offerta.
Ricorderò il mio giorno di pietra gettato sul calvario fatto di ansie vissute solo a sera.
Ogni mattina guarderò l'offerta. La luce non correrà sul mio volto senza bagnarmi. Signore, fammi udire la tua voce che matura in questa carne quasi pronta all'incontro.
Il silenzio circonda il mio fianco in questa sera povera di cinguettii di uccelli liberi nel cielo. Non nasce la parola che fa giovane i miei occhi. Le mie mani di preghiera sono ancora legate ai colori della sera. Andrò lontano su laghi di ghiaccio per purificare il volto della sera dove le donne danzano con uomini di pietra. Poi rifarò il cammino di ritorno sotto un mandorlo in fiore aspettando la luce delle stelle. La notte donerà la sua parola a quest'uomo rifatto nel silenzio.
È triste morire ogni giorno non sapendo se la tua strada è libera da mani troppo ardenti. Sei come il giorno all'alba della luce quando il sole dice sì al lavoro vedendo i sogni lontani dal tuo volto. Sei come un fiore che la terra lega al suo senso. Sei un tramonto di ottobre dove riposano le parole dei fidanzati a sera. Sei un sorriso di luce regalando rose rosse a chi si avvicina. Sei un sogno senza timori uno sguardo carico di cose che non sai ancora dire.
Sono libero, Signore, grido nella tua notte di pioggia.
La Tua voce sale sulle vette della luce. La Tua dimora è qui su questo volto di carne, su queste mani trafitte da ore taciturne.
Le stelle non dicono nulla in questa notte senza luna. Il cuore si nutre di silenzio in queste ore notturne quando gli odori li sento nel tepore del giorno che muore.
Ti riconosco come Amico in queste ore di preghiere quando il Tuo volto è con me nella penombra del cuore che batte. Ascolto le gocce che cadono sul volto maturando il silenzio.