Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Una rosa sul balcone
una zingara al vento
un cavallo e la luna
nelle mie mani fredde.

Giocano i miei ricordi
con la mia ombra amica
piena di sogni di ieri
insieme a una ferita.

Una rosa nella sera
un profumo perduto,
nella culla un bimbo
in attesa di un sorriso.

Cantano le nuvole
su alberi in fiore.
Un tramonto rosso
penetra nel cuore.

Una rosa e una spina
una zingara e la luna
un uomo sulla porta
con in mano il suo volto.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Abbiamo costruito città a grido di propaganda
    con case di poco cemento e molti sogni infranti.
    Alcuni camminano a piedi come statue mute
    parlando da soli con semafori rossi di paura.

    Ormai alcune città sono pollai sporchi senza galli,
    alveari con troppe vespe umane e pochissime api,
    giardini pieni di accattoni senza volto venuti da lontano
    che dormono solitari come fossero animali abbandonati.

    Oggi molte periferie di città muoiono di squallore
    perché i politici hanno gli occhi spenti e mani lunghe
    senza sapere che molte famiglie vivono appollaiate
    senza lavoro in cerca di pochi e lugubri metri quadrati.

    È questa la civiltà fatta di molte macchine e ingranaggi
    dove manca il cuore, la simpatia, l'onore e lungimiranza.
    Ma questa notte leggendo il messaggio nato sotto le stelle
    ho sentito delle voci che mi dettavano questo messaggio:

    Vi prego di raccogliere molti fiori a colori in piena primavera.
    Una volta in casa sistemateli intorno al vostro mappamondo.
    Ascolterete queste parole nel tramonto della tranquilla sera:
    grazie dei fiori di questo giardino che è la terra bella e pulita
    dove non ci sono più assassini, né ladri e né politici arricchiti.

    Questo è forse l'augurio venuto da mondi non troppo lontani
    dove la Terra è un puntino azzurro che gira nel cielo chiaro.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      C'era vento nella savana silenziosa:
      una gazzella fiutava l'orizzonte
      un tucano batteva solitario
      le sue prime note del giorno.

      Lungo i sentieri della nuda morte
      ho scoperto il sentiero della vita.
      Ho sentito la pioggia sul viso
      quando l'aquila posava nel nido.

      Ho visto una donna sola all'ombra
      di una papaia piena di frutti e fiori.
      Cantava la sua nenia sottovoce
      aspettando che nascesse il sole.

      Lungo i sentieri tortuosi dell'Africa
      scorrono fiumi pieni di desideri.
      La notte si balla con i tamburi
      di giorno si muore senza paura.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Qualcuno aspetta con ansia
        che il mondo pianga di tristezza
        quando le notti restano bianche
        su frastuono di giorni maledetti.

        Fuggono dietro cani da caccia
        anche le stelle con la luna piena.
        La strada della vita umana
        si restringe e allarga sotto il sole
        anche se ha un cuore di pietra.

        I cactus ripieni di luce
        pungono i giorni duri
        non adatti alla vita.

        Gli uomini sappiamo con certezza
        che l'acqua del pozzo
        è sempre la più fresca.

        Rinascerà il nuovo mattino
        specchiandoci in limpida sorgiva
        dove ci daremo le mani
        ballando in girotondo
        per fare sempre più bello
        il nostro piccolo mondo.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          Il giorno è caduto ai tuoi piedi.
          Le mani trattengono il cielo
          mentre cade la luce.
          Sulle strade cammina la mia voce
          posata su mani di carne
          nascosta nell'eco del giorno.

          Ora fuggo lontano nei boschi:
          dissecco come fieno
          in olocausto.
          Non temo i gridi della notte
          nati su muri con ferite
          quando il sole illumina
          il mio volto.

          Attoniti svaniscono gli occhi di cielo,
          ma un fuoco freddo
          vive sotto gli alberi
          aspettando una luce
          frantumata di cadela
          per rivivere in pieno
          il giorno del mistero.

          Ricordo il dono della giovinezza
          quando il tempo suggerisce
          splendori e bellezza.
          Il corpo vive
          insieme a fantasmi
          dove oggi splende il sole
          e domani piove.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Un solo volto ha il giorno.
            La notte non ha gridi
            quando l'anima si sveste
            in silenzio di attesa.

            Solo la vita ha un cuore di speranza:
            si dona nel mattino puro
            come il bimbo agli occhi della mamma.

            Ricorderò il giorno dell'offerta
            racchiuso in altare di carne
            dove il palpito di voce lontana
            è povera di parole usate.

            Temiamo le ceneri dell'uomo
            non ancora risorto.
            Le pietre hanno, forse, parole più vere
            di un giorno di festa.
            Il cuore le ascolta vivendo
            come seme che scoppia sotto terra.

            Nel deserto la vita matura,
            la preghiera ha voli di colomba,
            la notte non ha ore lunghe,
            il sole splende nelle proprie mani
            come offerta.

            Ricorderò il mio giorno di pietra
            gettato sul calvario fatto di ansie
            vissute solo a sera.

            Ogni mattina guarderò l'offerta.
            La luce non correrà sul mio volto
            senza bagnarmi.
            Signore, fammi udire la tua voce
            che matura in questa carne
            quasi pronta all'incontro.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

              La coppia

              Un uomo cammina
              con gli occhi nelle mani.
              La donna non teme
              il suo volto.
              Ognuno va insieme
              alla sua ombra.

              Il giorno segue i due
              nella notte.
              Non si sentono
              le voci delle pietre.
              Le stelle ascoltano
              i due cuori palpitare
              nella notte.

              I due vanno insieme
              incontro alla luce
              dopo giorni vissuti
              in viaggio
              camminando ognuno
              all'ombra dell'altro.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Il silenzio circonda il mio fianco
                in questa sera povera di cinguettii
                di uccelli liberi nel cielo.
                Non nasce la parola
                che fa giovane i miei occhi.
                Le mie mani di preghiera
                sono ancora legate
                ai colori della sera.
                Andrò lontano su laghi di ghiaccio
                per purificare il volto della sera
                dove le donne danzano
                con uomini di pietra.
                Poi rifarò il cammino
                di ritorno
                sotto un mandorlo in fiore
                aspettando la luce
                delle stelle.
                La notte donerà la sua parola
                a quest'uomo rifatto nel silenzio.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  È triste morire ogni giorno
                  non sapendo se la tua strada
                  è libera da mani troppo ardenti.
                  Sei come il giorno all'alba della luce
                  quando il sole dice sì al lavoro
                  vedendo i sogni lontani dal tuo volto.
                  Sei come un fiore
                  che la terra lega al suo senso.
                  Sei un tramonto di ottobre
                  dove riposano le parole
                  dei fidanzati a sera.
                  Sei un sorriso di luce
                  regalando rose rosse
                  a chi si avvicina.
                  Sei un sogno senza timori
                  uno sguardo carico di cose
                  che non sai ancora dire.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    Sono libero, Signore,
                    grido nella tua notte
                    di pioggia.

                    La Tua voce sale
                    sulle vette della luce.
                    La Tua dimora è qui
                    su questo volto di carne,
                    su queste mani trafitte
                    da ore taciturne.

                    Le stelle non dicono nulla
                    in questa notte
                    senza luna.
                    Il cuore si nutre di silenzio
                    in queste ore notturne
                    quando gli odori
                    li sento nel tepore
                    del giorno che muore.

                    Ti riconosco come Amico
                    in queste ore di preghiere
                    quando il Tuo volto
                    è con me nella penombra
                    del cuore che batte.
                    Ascolto le gocce
                    che cadono sul volto
                    maturando il silenzio.
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