Il sole si è spento nella nostra mano guardando la notte che si sveglia al sibilo di un bianco silenzio nascosto sotto un cielo di stelle.
Nel mattino odoreremo i fiori della notte con occhi limpidi lavati dalla rugiada caduta da occhi di bimbi appena nati gridando nel nuovo buio illuminato.
Non è più tempo di stare soli sotto il sole: l'uomo vuole una voce che lo guidi, la colomba vola su piste di azzurro, il cane legge il silenzio dell'uomo.
È questo il manifesto della nostra vita affisso sui muri imbrattati della città. Riempiamoci gli occhi di nuova luce prima che il tramonto ci porti all'aldilà.
Hanno spaccato la faccia del giorno con vetri opachi di bottiglie rotte in locali notturni e bicchieri pieni spegnendo l'anima e i pensieri.
In un angolo pieno di fantasmi giaceva un'ombra di uomo con in mano una bottiglia vuota. I bicchieri brillavano come stelle per rintracciare il volto e la mente.
Con la faccia spaccata è nato il giorno: gli occhi sono gonfi di sogni non capiti le gambe non reggono la luce del sole le mani toccano l'aria senza illusione.
Il cuore batte perduto nel cielo azzurro arato da fili di ragnatele appesi nel vuoto. L'ombra dell'uomo esce dal suo angolo chiusa in una barca col mare incalma. Spero che ritorni uomo quando sarà sera.
Forse non ti dirò più nulla, dolce terra. I miei passi si fermeranno sulle pietre che portano a casa dove il sole asciuga il giorno aspettando la sera.
Ascolterò le voci della strada sepolte sotto foglie del passato.
La notte legata alla sua luna mi seguirà per un cammino aperto alla luce. Mi accompagneranno lontano canti di grilli innamorati.
Mi sciolgo con la neve su muro esposto al sole. La mano si riempie di vento cogliendo pietre gonfie di freddo.
Guardo la neve il cielo s'illumina gli alberi godono il silenzio. Lontano resta immobile una donna che porta negli occhi la purezza del giorno.
Il mattino si apre con la colomba sul tetto. Il muro di casa trattiene un pezzo d'azzurro caduto sulla neve. Il sole penzola sulla siepe dialogando con un sogno senza frontiere.
Abbiamo trascorso il giorno all'ombra sotto rami nudi che pungono il cielo come occhi imploranti di donna in cerca di qualcuno che l'accolga.
Camminiamo per le strade delle città calpestando la propria ombra ma non riusciamo a leggere gli occhi di coloro che ci girano intorno.
Dobbiamo ritornare sugli alti monti dove la neve ci lavia la faccia e le mani seppellendo il nostro cuore di pietra per vivere in pace il nostro domani.
Dobbiamo tagliare il cordone ombelicale che ci lega a frontiere con ferro spinato. Il cuore non ha catene né barriere quando è puro e bianco come la neve.
Siamo nati insieme a quadri di Picasso appesi a inferriate di ragnatele rosse con bombe cadute da un cielo grigio raggruppati in un museo senza vita.
I colori ardenti li portiamo negli occhi con figure strane e viscere travolte. Sui marciapiedi depositiamo fiori morti mentre la polizia uccide l'ultimo silenzio con sirene stridule e campane a morto.
I giovani sognano un concerto d'amore mentre altri li uccidono in nome di Dio! Le ombre di una religione senza volto sono il simbolo di un dio senza pietà.
Stiamo ritornando all'età della pietra dove l'odio è il sale della nuova società. I soldi e la droga sono i nuovi simboli dei nuovi padroni della terra e del mare.
Si sta giocando in cunicoli oscuri e ciechi dove i politici hanno perduto la bussola mentre il popolo con un pezzo di pane preferisce vivere in compagnia di un cane.
Domani i nostri figli entreranno in un museo con porte spalancate a un pubblico cieco. Leggeranno sull'unica tela bianca e rossa: "Qui visse l'uomo senza lasciare eredi".
I miei sogni rotti li guardo in un salvadanaio sperando che un giorno mi portino lontano su isole bianche dove la neve è fuoco ardente mentre il fuoco è una neve che risplende.
Il mio viaggio iniziò una notte sotto una luna con una faccia rossa e due stelle come occhi. Sfilavano marionette con maschere colorate: erano uomini nani o animali addomesticati?
Gli occhi non fissavano il niente, solo colori, suoni, figure mute e animali molto strani. Alcuni per piedi avevano fucili e corte spade altri alzavano con tenaglie colombe senza ali.
Dal cielo cadevano piume e nuvole bianche mentre i vecchi le raccoglievano nelle mani da dove fuoriusciva una luce rosso sangue formando statue giganti in attesa del domani.
Eravamo pochi gli uomini nudi e sorridenti alcune donne spiavano tra salici piangenti. All'improvviso udimmo un rumore di vetri la lampada di cristallo si trasformò in uccello.
Lontano avanzava correndo un cavallo bianco nitrendo come un grido di una donna in parto. Si fermò guardando fisso l'orizzonte sporco mentre lentamente sbocciava una rosa rossa.
Apparve sulla scena una donna nera con un figlio lo prese un uomo anziano e l'offrì alla luna piena mentre lontano un cane randagio fiutava un osso che camminava svelto su uno scenario rotto.
Forse quella notte si era aperto da solo il mio sipario trasformandomi in una marionetta mossa con le mani. So solo che di giorno viviamo pensando al domani mentre di notte giochiamo soli a essere immortali.
I tramonti africani restano incisi in ogni cuore con sogni carichi di cerimonie ricche di candore. Il rosso sangue vivo si sparge nel cielo azzurro per innamorarsi dell'arcobaleno di sospiri in festa avendo per confini gli immensi orizzonti celesti.
In quest'ora del tramonto tropicale gli uomini d'Africa sono statue di ebano puro levigate in controluce. Le loro ombre sono silohuette di donne senza corpo in movimenti di frenetiche danze maturate di notte.
I loro fianchi ancheggiano negli odori del vento. I loro seni sono occhi appesi ai tamburi del tempo. Le loro labbra carnose baciano l'ultimo raggio di sole mentre la notte le avvolge in un turbine di ebbrezza.
Le grida del giorno ferito si nascondono nei crocicchi dove le donne nasconderanno di notte i loro segreti per placare ferite e paure degli spiriti poco familiari quando l'ordine della vita quotidiana non è rispettato.
Nasce così l'altalena della vita nella penombra tropicale per costruire un nuovo mattino ricco di umane illusioni scaricato a ritmo frenetico di polvere, musica e parole. Rinascono uomni e donne nuove col sorriso del mattino.
Anch'io mi sono bagnato spesso in questi fugaci tramonti sospesi a fili di colori forti e terribilmente umani e fugaci. Gli occhi s'inumidivano di gioia ascoltando ritmi senza sosta mentre nel cuore il silenzio s'infiltrava trasformato in bellezza.
Molte volte siamo usciti presto di casa dalla porta aperta dalla fresca rugiada posata di notte con collana di diamanti. Ci siamo bagnati in acqua di luna piena raccolta in foglie ai primi raggi di sole.
Era un'alba piena di mille odori e colori con molte carezze di boccioli carichi di luce mentre il giorno entrava nel cielo azzurro al richiamo di ali di uccelli e corolle aperte. Era il vagito o il primo grido della bellezza?
Ardeva pure il sole in pieno mezzogiorno inabissando il giorno in oceano di calore. I sibili dei serpenti echeggiavano lontano stesi su rocce ascoltando voci di favole. Tutto maturava sotto fiamme iridescenti.
Finalmente comparve con passi soavi e lenti il crepuscolo vestito con brezza di seta pura su una terra carica di calore e di dolcezza. All'orizzonte apparvero uccelli diretti ai nidi richiamandosi per passare la notte fra amici.