Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
Nell'autobus di linea urbana
scendono e salgono facce strane.
Tutti vestiti di silenzio notturno
con occhi fissi su telefonino muto.

Giovani occhi in cerca di ragazze,
vecchi perduti nei loro tanti ricordi,
mamme con bimbi che vanno a scuola
tanti profumi che riempiono il vuoto.

Nell'autobus di linea urbana
si legge, si ride, si mormora.
Qualcuno accenna un sorriso
mentre un bambino sogna.

È una moderna casa ambulante
con inquilini sempre nuovi
dove pochi dicono di conoscersi
ma ognuno sa i vizi di tutti.

Nell'autobus di linea urbana
c'è sempre un pagliaccio nuovo
c'è sempre una donna bella
c'è sempre un uomo buono.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
    Scendevo il grande fiume Zambesi
    con battelli venuti dal Mississippi.
    I coccodrilli guardavano curiosi
    gli allegri e splendidi colibrì.

    Era un giorno di calore tropicale
    con forti odori umani e animali.
    Le gazzelle saltavano sulla riva
    dopo l'amore nella savana.

    Le grandi ruote con pale di legno
    rompevano i colori del tramonto
    mentre il rosso delle piccole nuvole
    si stingeva con il bianco delle onde.

    Scendeva insieme a noi una nenia
    che canticchiava una donna madre
    guardando la verde riva di Luabo
    dove aveva la casa che l'aspettava.

    Rimbombava la musica dei tamburi
    contro l'ombra di canoe sulla riva.
    Danzavano sotto la luna nuova
    i lavoratori dopo il giorno di lavoro.

    Le danze sanno di miti ancestrali
    i piedi battono il ritmo del tempo
    il sudore lava la fatica e la tristezza
    quando il cuore batte e non si arrende.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
      Anche in città è caduta lenta la neve
      in una notte tranquilla senza sirene.
      Le macchine in fila vestite di bianco
      non emetteno lamenti né rimpianti.

      Si aprono le finestre, nasce lo stupore
      i bambini si svegliano senza malumore.
      Gridano contenti con occhi sonnolenti:
      "è caduta la neve, com'è bella!".

      Ritornano a sognare nei caldi letti
      volando con gli uccelli sui bianchi tetti.
      La neve cade dolce e senza rumore
      la città è sepolta sotto un velo di candore.

      Tutto è bianco, tutto tace, è silenzio nella strada.
      Cadono i fiocchi nel silenzio e il mondo tace.
      Cielo e terra sono uguali in questo mattino di baci.

      Anche in città è caduta silenziosa la neve
      in una notte piena di attesa senza colori.
      I ponti e le tegole con neve e ghiaccioli
      guardano il mondo senza troppi timori.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
        Ti offro fiori del campo di maggio
        in questo mattino di tanta luce.
        I colori sono troppo delicati
        li vedrai specchiarsi
        negli occhi di tua figlia.

        Non chiudere le mani
        per stringere il giorno
        quando il sole scotta
        a mezzogiorno.

        Le ore che verranno
        le vedrai riflesse nei fiori
        gialli di ginestra
        e rosse di rose.

        Quelle già trascorse
        le vedrai a terra
        nei fiori morti
        e nelle stelle.

        Il nostro sorriso è un fiore
        nasce, cresce e muore.
        Lo sentiremo sempre nela voce
        che matura nei nostri figli.

        Continuerò a raccogliere fiori freschi
        nel mattino dell'autunno della vita
        quando le mie mani tremeranno
        di pudore accarezzando il tuo viso.

        Accettali, sono i fiori freschi
        raccolti da tuo marito
        appesi alle nostre ombre
        che ci marcano il cammino.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
          L'ombra della casa è l'ultimo ristoro
          sotto il sole senza cappa d'ozono.
          Una lucertola sbuca da sotto le pietre
          baciando la luce di un giorno cieco.

          Nel cielo vagano nuvole biancastre
          una mano si diverte ad accarezzarle.
          La pioggia vorrebbe forse fecondarle
          ma nessuno l'aiuta perché troppo alte.

          Così l'ombra si allunga sul prato verde
          con i camignoli spenti ma allegri.
          Un uccello si posa sul ramo senza foglie
          cantando la sua ultima canzone del giorno.

          Passano le ore, passano tanti ricordi
          appesi all'ombra lunga della notte.
          Tutto è tranquillo, si naviga sulla luce
          di un cielo azzurro e una luna amica.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
            Solo nella luce del tramonto
            cammina un uomo sotto i cipressi.
            Il vento solleva l'ultimo colore
            nascosto sotto l'ombra del tetto.

            Forse sta pregando solo in silenzio
            meditando sul cammino senza gente.
            La testa china osserva la nuda terra
            gli occhi gli brillano di innocenza.

            Cadono le foglie sul suo gran cappello
            il tramonto si accende di color fuoco.
            Una cicogna ritorna sl suo grande nido
            mentre l'uomo sbozza un gran sorriso.

            Una lumaca cammina sul ruvido tronco
            una lucertola entra nel buco di un muro
            le formiche hanno tracciato un sentiero
            l'uomo solo si siede fissando il cielo.

            Seduto nella luce del tramonto
            medita in silenzio sotto i cipressi.
            Un'intima voce accompagna il vento
            in una sera che non conosce il tempo.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
              Due occhi spenti nella notte
              cavalcano su groppa della luna.
              Si mastica odore di mirto nostrano
              su placide acque di verde laguna.

              Un bimbo scalzo cammina solo
              su un ponte senza lampioni.
              Una colomba becca silenziosa
              le tracce di vecchi scarponi.

              La nebbia senza nessun pudore
              avvolge uomini pieni di sudore.
              Un cane annusa i nostri passi
              nella notte piena di fantasmi.

              Due occhi spenti nella notte
              si aprono alla luce del mattino
              in un cielo limpido senza stelle
              in cerca di cammini meno oscuri.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                Finalmente un giorno di poggia
                dopo aride ombre senza foglie.
                È caduta leggera e soave
                sulle tegole rosse di casa.

                Scende lentamente nelle mani
                sul viso fatte da rughe umane.
                Sono lacrime di un cielo cupo
                a baciare i campi appena arati.

                L'erba è un arazzo molto soffice
                con ninfe danzanti e allegre.
                Gli gnomi escono dai tronchi
                per giocare a bere le gocce.

                Cade lentamente la pioggia
                su quest'aria limpida di odori.
                È finita l'umana tristezza
                sotto un arcobaleno di colori.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                  Due bambine corrono sul prato
                  giocando con le proprie ombre.
                  Un anziano coglie una bella rosa
                  poggiandola su una sedia vuota.

                  Il tramonto scioglie gli ultimi colori
                  su un cielo pieno di delicate fattezze.
                  Una lieve brezza viene da lontano
                  regalandoci sorrisi e dolci carezze.

                  Cammina lenta la nostra memoria
                  sui muri scalcinati del piccolo paese.
                  Il cane del vicino osserva le cicogne
                  sui pali con bianche lampade accese.

                  I pioppi e i cipressi tutti in una grande fila
                  osservano gli anziani masticare il silenzio.
                  Le ultime ombre si allungano nella notte
                  nascondendosi boccioli in sorriso di donna.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO
                    I cipressi che vedo dalla finestra
                    ricordano tempi di monaci certosini
                    vissuti all'ombra di archi e di celle
                    pregando sotto il sole, la luna e le stelle.

                    Era una volta una certosa grande
                    con uomini incappucciati di silenzio
                    in cerca di pace, con santi intorno
                    in cerca di Dio e un nuovo mondo.

                    Nell'aria echeggia ancora il gregoriano
                    passeggiando intorno ai chiostri secolari.
                    Oggi sotto il sole giocano bimbi e ragazzi
                    allontanando gli echi di monaci morti.

                    Cammino lentamente insieme al mio cane
                    le ombre del campanile e delle nuove case
                    mi seguono insieme ai miagolii dei gatti
                    insieme a fantasmi di spiriti vivi e lontani.

                    Vedendo come oggi la certosa è ridotta
                    Sic transit gloria mundi, avrebbero cantato
                    mentre le cigogne annidano con le rondini
                    e i vecchi chiacchierano aspettando il tramonto.
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