Poesie inserite da GIUSEPPE BARTOLOMEO

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Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

Che fare?

La sofferenza viene
su ali di farfalle
in questo giorno
di troppe memorie.

Andiamo in montagna
quando il cuore
è pieno di ricordi.

Che fare
quando le mani
conoscono l'odore
del giorno?

Camminare su ombre
fatte carne,
su rive del mattino
senza tramonti.

Sta per sbocciare
un fiore nuovo
per un popolo
senza grida
di dolore.

Salterà con le gazzelle
volerà con le aquile.

Saremo finalmente
uomini senz'ombra.
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    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

    In Westmister

    In Westmister Cathedral
    ho visto l'alleluya
    in questa domenica
    d'incenso.

    Il Cristo appeso
    non è quello di sempre:
    ha le mani dei profughi
    di guerre,
    gli occhi degli sfrattati
    di oggi
    la bocca degli affamati
    di sempre.

    L'organo accompagna
    il mattino.
    Una rosa è a terra:
    ricorda qualcuno.

    Il giorno prosegue
    la sua preghiera
    su muri sporchi
    di fumo.

    Anche in questa domenica
    è sbocciato un fiore
    sulla lapide del tempo.
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      Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

      Noi due

      Ti incontrai nel cammino
      per bere insieme
      l'acqua del pozzo.

      Portiamo insieme
      il peso dell'uomo
      chiuso nei nostri occhi.

      Siamo noi due
      l'uomo di Cirene:
      tu con il fuoco del cuore
      io con quello del silenzio.

      L'amore distruggerà
      il domani;
      la croce sarà
      la nostra festa.

      Feconderanno
      il nostro incontro
      la calma e la tempesta.
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        Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

        Riflessioni sull'Africa

        Era vergine il giorno dell'uomo
        era música senza note l'amore.
        I tam tam della notte
        aprivano gli occhi della foresta.
        La danza disegnava l'avvenire
        su corpi senza tempo.

        Poi venne la frusta d'occidente:
        Il corpo nudo sentì vergogna
        la ferita si riempì di silenzio.
        Con catene a sapore di sale
        seppellì senza lacrime i figli morti
        sulle strade senza nome del mare.

        Era vergine il giorno dell'uomo,
        era bianca la notte della donna.
        La lagoa accoglieva il sudore
        dei figli schiavi del padrone.
        La foresta era la madre
        che nascondeva l'umano dolore.

        Venne la morte con la guerra,
        la città uccise la foresta.
        Il denaro colpì alle spalle
        e l'Africa vive piangendo.
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          Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

          Danza tropicale

          Figure umane
          senza carne né volto
          disegnano bellezza e ritmo
          in questa danza
          con le stelle.

          L'uomo nudo si veste
          coll ritmo di pelle di tamburo.
          Sono linee della creazione
          i saldi e gridi della notte.

          È il dio nascosto dentro.

          Sogni della notte
          amori non raggiunti
          ombre gettate nel vento
          miti di nascita e morte
          in questa danza di sempre.

          Che danza l'Africa?
          Il vagito del mondo
          lo spazio dei fantasmi
          la leggerezza delle ombre
          il futuro senza tramonti.

          Danza l'uomo insieme al vento
          danza la madre vestita di silenzio.
          La danza rimane disegno
          finché la donna non lo termini.
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            Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

            Dialogo con una foglia

            La pioggia è venuta fresca
            a darmi il buongiorno.
            Il vento piega la palma
            carica di luce.
            Il giorno ascolta il sorriso
            di bimbi sulle spalle.

            Seduto vicino al fiume
            ascolto la canzone dei secoli:
            lo sbadiglio dell'ippopotamo
            il tuffo del martin pescatore
            il fuoco nato dalla terra.

            Una foglia cade e segue il vento.
            Dove vai - le dico sorridendo.
            Lei cade e cammina lentamente.

            L'acqua scrive la sua storia
            su macigni senza gridi.
            Il pesce gioca con un ragno.

            La foglia si ferma e mi dice:
            Vieni, amico, andiamo insieme
            fino al mare.

            La seguo con il vento tropicale
            su canoa fatta di sogni.
            Arriveremo al mare verso sera
            le sorrido mormorando.
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              Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

              Falsi rivoluzionari

              Hanno spento le bolle di sapone.
              hanno rotto gli occhi degli uccelli.
              hanno distrutto la danza dell'amore.

              I bimbi balbettano illusioni
              su strade senza case.
              Le donne trascinano speranze
              in giorni pieni di lutto.

              Così matura la terra degli uomini
              al grido dei fucili.
              Così nasce il futuro fratricida
              in caverne umane.

              Siamo sempre gli animali di ieri
              col fiuto di cani randagi
              rosicchiando l'osso della vita
              con il cuore sporco nelle mani.
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                Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                Il posto del poeta

                Essere poeta è ascoltare l'uomo,
                sentire il cuore della donna.
                essere il bambino del mondo.

                È rinascere speranza
                gridare nel ricordo,
                morire al proprio dolore.

                Il cuore del poeta
                è il passo del mondo,
                è fuoco sulle pietre.

                Dov'è il poeta di oggi?
                Dov'è il profeta del mondo?

                Ogni giorno nasce un poeta,
                ogni notte si uccide il messaggio.

                Non ci resta che essere uomini
                educati a capire la vita
                nel silenzio umano del mondo.
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                  Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                  Odori di paese

                  Una pagnotta di pane
                  con aroma a olio d'oliva,
                  odore d'aglio e frutta,
                  pomodori appesi al muro
                  castagne e fichi secchi
                  e odore a vino.

                  È il mio ricordo lontano
                  di un paese in collina
                  dove vissi bambino.

                  Erano tempi duri
                  maturati di silenzio
                  sigillati su porte
                  senza chiavi
                  e pietre di fiumara
                  da scaricare.

                  È uno dei paesi lucani:
                  un castello, una piazza.
                  tre chiese e una grotta.
                  Un teléfono per parlare.

                  Ricordo ballare la tarantella,
                  confetti colorati di matrimonio,
                  la sfilata del carnevale
                  e la festa del Corpus Domini.

                  Ancora oggi è il mio paese
                  si chiama Cirigliano
                  l'ho portato per il mondo
                  nel cuore e nelle mani.
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                    Scritta da: GIUSEPPE BARTOLOMEO

                    Foglia appassita

                    Una foglia appassita attende il giorno.
                    Le fanciulle danzano sul tramonto,
                    una mano trema nella luce
                    si riempie il giorno.

                    Questo vedo nel silenzio, Signore,
                    finché non nasce dalle pietre
                    il sibilo che uccide la luce.

                    Dimmi qualcosa, Signore,
                    che non sappia di segreti.
                    Nerofumo di candele accese
                    otturi questa maschera di pietra.

                    Tutto, Signore, si perde negli occhi.:
                    Il giorno con la rondine
                    scende e sale nel cielo
                    fino a sera.

                    Non temere i miei occhi.
                    Porgimi la mano mentre cingo
                    la fronte del giorno
                    con parole umane.
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