Natale
Cadde la neve
e m'udì un tintinnio-
slitto una slitta
e trattenni il respiro-
così ogni anno-Natale.
Composta mercoledì 26 dicembre 2012
Cadde la neve
e m'udì un tintinnio-
slitto una slitta
e trattenni il respiro-
così ogni anno-Natale.
Canta il gallo nel quiete del sonno
il sol levante scherseggia con la notte sonnolente,
spunta il giorno con i mille versi dei uccellini
sui rami tentennanti nel vento, e
pigolano sui nidi,
i piccoli affamati.
Desta anche tu, amor mio,
dal dolce sogno,
per non perdere ne un solo attimo,
tanto bello, tanto prezioso della nostra felicità.
Non dimenticherò mai quel momento,
quando vidi i tuoi occhi perduti nei miei,
fatati,
come accade nelle favole.
Legati insieme
con catene dorate degli Dei,
che non si spezzano mai, mai
nella nostra vita sulla terra,
e nella bianca luce luminosa,
dove danzano gli angeli.
Cosi penso io,
che l'amore vero è questo,
sopra ogni cosa senza fine,
e questo è quello,
che io offro
a te,
amore mio.
Si affaccia attento dall'infinito l'orologiaio e il suo sguardo beato cosparge di stelle ammaliante il cielo
che si illumina d'immensità incredibile.
Controlla con passione ogni pianeta che rota sereno
nel castello dell'orologio del Tempo,
e toglie quelle consumate, invecchiate che rallentano
il Tempo,
e le lancia burrascoso dal cielo,
che cadono sfavillanti, lasciando una scia luminosa
che si spegne in breve istante.
Fatto il suo lavoro, l'orologiaio ritorna contegnoso
nell'infinito del Universo
e gli astri continuano girare intorno a mille soli, a mille anni,
e l'orologiaio di tanto in tanto ricarica l'orologeria del Tempo,
e scintilla di stelle cadenti
il lacrimoso cielo.
La terra sospira dolente,
bruciano i suo anni le diavoleri del uomo che la distrugge spietato,
fin che non diventerà opaca polvere di stelle,
perdendosi tra le meraviglie del
Universo
senza lasciare tracce.
Son diamantini
la rugiada di maggio -
ride la gazza.
Solo cuor uniti respirano l'infinito
e vedono le stelle,
che illuminano la via celeste,
là dove i palpiti d'amor risuonano
nel silenzio d'immenso,
e l'intero Universo
arde d'amore.
Solo il mio cane
non m'incolpa di essere
invecchiata.
La vita di un anziano
è piena di incertezza
e gli anni, che ancora lo rispettano
con malanni vengono,
e li rosicchiano fino alle ossa.
La vita è incertezza
come la vita di un fiore,
che da sbocciare ad appassire
passa tante tempeste,
e perde il suo fascino
perdendo i suoi magnifici petali,
ed alcuni
nel loro splendore
sono staccati,
e finiscono
in una recipiente di solitudine.
Anche la mia vita è una incertezza
che mi rode,
ma non ho la forza di sconfiggerlo
e ho costruito la mia casa
con mattoni di timore,
che da un lieve venticello
crolla.
Parlami
Parlami del sole,
nel ombra vellutata del crepuscolo,
di quale mare mosso sorge adesso e
rialza i fiori inchinati dai granelli di rugiada,
e illumina il cammino delle ore.
Parlami della luna
quando s’accende sulla notte che era fatto buio,
e quando le stelle spuntano di ogni profondo blu del cielo.
Parlami della terra, delle acque ferme e corse,
di cipressi, che solleticano le nuvolette,
di estesi campi gialli di girasole e
di chicchi di grano.
Parlami dei grilli canterini
che rompono il silenzio in una tranquilla sera,
delle lucciole, che s’illuminano, per attimi fuggenti le notti senza luna.
della danza dei pipistrelli sotto la luce vibrante delle lanterne,
ma più di ogni cosa dell’immenso universo,
ti chiedo con il cuor fremente,
Parlami d’amore!
Miché...
Guarda il cielo,
c'è una stella con le ali!
-No, non la vedo!
Miché...
Guarda! Sta venendo verso a noi con le ali stese
-No, non la vedo!
Miché...
Guarda! Ha le ali grandi bianchi che scintillano argentino nell'azzurro,
-No, non la vedo!
Miché...
Guarda! Si è posato sulla mia mano e mi inonda di luce bianca rutilante,
-No, non la vedo!
Miché... Si!
No la vedi, sono certa,
non sei uno di noi,
una luminosa stella con le ali,
un soave benedetto
Angelo!
Tinto di rosa
il cielo di stasera
poesia o preghiera?