Sul pomposo fiorente prato anche le farfalle credono nell'eternità.
Il vento non mente mai,
e sparge petali colorati sulle ali immobili
delle farfalle credulone.
Composta sabato 21 maggio 2011
Sul pomposo fiorente prato anche le farfalle credono nell'eternità.
Il vento non mente mai,
e sparge petali colorati sulle ali immobili
delle farfalle credulone.
Non sono stelle cadenti
nei cieli del mondo
è l'eco luminoso delle bombe,
che esplodono sulle preghiere.
Il mondo è abbandonato dal Dio
e non può chiedere perdono
il malvagio,
e diritto va nell'inferno.
E anime innocenti
popolano il cielo,
quell'azzurro infinito
del silenzio e della pace.
Sempre più piccola la mano alzata in un saluto d'addio
nella distanza crescente,
sempre più forte il mare in tempesta dentro di me,
smarrita nel diluvio di amarezza
cercando di arrivare alla porta.
Tra cielo e terra la strada è lunga e faticosa
piangendo nel cuore,
e singhiozzare nell'anima sospiri.
Ma dopo lo sfogo della selvaggia tempesta
ed emergendo dalle profonde acque di tristezza,
torna azzurro il sereno
e la distanza cambia con la vicinanza,
e il grigiore con la voglia di un abbraccio,
una porta che si apre
e l'immenso fedele amoroso,
con gioiosi salti scodinzolando,
il affettuoso benvenuto di mio adorato tesoro
Milo.
Il cielo di notte
quando l'ombre è più nero
silenzio palpita.
Dov'è finito il cielo
di tante piccole stelle.
Abbandonata alla riflessione contemplo il mirabile cielo,
che azzureggia nell'aria tranquilla,
così vicino a me, che dalla cima del cipresso potrei toccarlo.
Una colomba si posa sopra,
attende,
scruta l'orizzonte
e vola via ancor più in alto,
e ancor più in alto scorre la scia d'un aereo passante.
Quanto è profondo il cielo,
nessuno ha mai conosciuto la misura,
pazzesco quell'infinito,
che nessuno mai ha percorso.
Perché tutto questo spazio misterioso?
Gli astri deserti, le stelle, la Terra che fanno
un grande Universo,
che ci sono altri ed altri ancora,
quanti,
nessuno lo sa.
Mi spaventa tutta questa grandezza,
dove gli spazi sono milioni e milioni di anni luce
dove il Tempo è eterno,
e tutto questo immenso mistero,
una breve vita umana
non si accorge,
sono certa.
Dante, figlio dell'universo,
la stella più luminosa nelle notti infiniti,
le tue mirabile parole m'incantano,
m'ispirano, e
Ti chiedo perdono per le mie incompetente,
che fanno macchie scure
nella tua arte.
Ormai l'amore è un lontano ricordo, che non ha lasciato nessun segno sul volto
ove mille rughe mostrano gli anni passati faticosamente in ricerca della felicità
e negli occhi non brilla più la passione d'innamorati,
e sono opachi, mesti,
e lo sguardo è perduto nei labirinti di ricordi,
e nel cuore non ha mai smesso di ondeggiare,
come il mare dai palpiti d'amore della terra e cielo
perché quel dolce sentire,
l'amore tanto amato
è l'eternità nella nostra vita.
Le gambe si muovono velocemente,
sorpassano i secondi
e resta indietro il lento cammino del tempo,
e ancora è più bella la corsa
avvicinandosi al futuro,
che parve un vecchio con i capelli bianchi,
bianchi, come la vetta di Monte Fuji
in pieno d'estate,
che cammina all'indietro senza fretta,
e sembra di essere sempre più giovane,
spogliando della vecchiaia,
lasciando calpestare dalla frenetica corsa,
mentre la morte aspetta il vincitore
sul ciglio del futuro,
che sta davanti dell'affaticato tempo
senza fiato,
che dolente,
per sempre
si ferma.
Tremano le mani nel grembo
il cuore non connette con la mente,
e gorgogliano parole torbide
nel sudicio,
nelle vene del destino,
che sbocca nel mare agitato
dell'anima,
che trova sprangate la porta
del luminoso infinito,
perché non ho spiegato le ali
a volare in alto,
nel limpido cielo
della vita.
Oltre le pendici
della montagna azzurra
dolci ricordi
Il profumo di pino
un masso nudo, un fiore.