Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Avanti

Le gemme della memoria
incontrano la mia carezza.
Soave
germoglia nel vento
brezza di pace,
quiete che la marea
sussurra alla foce.
Avanti mio vecchio cuore!
L'inverno ti sorride.
Giorni di pioggia
ti appartengono,
bruma straniera di vita
danza intorno al tuo fuoco.
Avanti allora, sino all'oro
su rotte di un tempo corsaro
governando nuove burrasche
con redini d'argilla.
Non temere mai la scorza del cielo,
perditi
in questa terra nuova di speranza.
Composta giovedì 2 gennaio 2014
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    Scritta da: Michele Gentile

    Dove ci incontrammo

    Stamane
    germogliano ricordi.
    Pasteggiano
    le ore
    rimasugli di indifferenza.
    Dove ci conobbero
    stanotte
    va a peccare il rimpianto
    complice
    di mille solitudini.
    Vale ancora la pena
    dare retta al cielo,
    vederlo correre
    nelle stanze più buie
    laggiù
    fra le strade del silenzio
    laggiù...
    dove ci perdemmo.
    Composta mercoledì 2 luglio 2014
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      Scritta da: Michele Gentile

      Sotto la pioggia

      Forse solo un sorriso
      che obbedisce al passato
      sfiderà queste nubi.
      È tutto così semplice
      sotto la pioggia.
      Cancellate le impronte
      volato via
      quel poco di buono,
      resta una pietra
      sulla quale rinascere.
      Hai ragione tu,
      domani non ci riguarda
      finalmente soli
      oggi che anche la rabbia
      ci ha abbandonato.
      Composta sabato 26 luglio 2014
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        Scritta da: Michele Gentile

        Liturgia

        Resta una sigaretta spenta,
        una macchia di gelato
        restano una poesia da finire
        e un altare da ricostruire.
        Resta la sera sul davanzale,
        l'ultima lacrima prima di partire
        restano una luce accesa
        e una vita da dimenticare.
        Ma io non voglio vedere oltre le tue spalle
        non voglio sgusciarti via dalle mani,
        inchiodo al muro le nostre ombre
        che restano abbracciate
        aspettando che faccia giorno.
        Composta lunedì 3 luglio 2017
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          Scritta da: Michele Gentile

          Il filo

          Torna la tua voce, mare
          a cantare la notte
          così spietata, ruvida.
          Indifeso il cielo respira
          la magrezza del tempo
          sul sentiero di uomini
          confinati alla meta.
          A chi importa brandire
          queste parole, giovinezza
          di disperate chimere,
          triste rinuncia la nebbia
          ad issare la vela.
          E io continuo ad esistere
          a cambiare rifugio
          benché sia già tardi
          e quel filo di luce,
          di dovuta speranza
          resta impigliato
          al tuo muto ricordo.
          Composta venerdì 13 gennaio 2017
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            Scritta da: Michele Gentile

            Alla mia città

            Il canto sei di antiche acque
            che mareggia tra i lidi e la campagna.
            Il sole che mescola i colori dei palazzi,
            la salsedine che accarezza viali e cortili.
            Sei la luna che corteggia il mare
            e tace al Fiume la veglia dei pescatori.
            Il graffio dell'alba che accende gli orizzonti,
            la confidenza del tramonto
            che incendia i silenzi.
            Sei Procoio e il maggese che esulta,
            la Via Severiana dove fiorisce l'alloro.
            La Villa di Plinio che riposa fra i ruderi,
            la resina delle pinete.
            I delfini che si rincorrono a Tor Paterno,
            l'odore dei krapfen a Piazza Anco Marzio,
            le telline del Borghetto, le dorate dune.
            Sei Torre San Michele ancora ritta e fiera senza pace e senza più una guerra,
            le bianche vele in porto
            le verità dell'Idroscalo,
            l'Isola dei Cavalli,
            Tor Boacciana a guardia del Tevere
            fin su a Fiumara Grande.
            Le immortali vestigia
            e la Rocca della Città Antica
            che sfidano i giorni con ironico inchino.
            I pittori, i poeti, i gabbiani
            gli innamorati che al Pontile
            si vanno a raccontare,
            la voce del vento che continua a chiamare.
            Sei le mie stagioni, il mio cammino.
            Le radici che palpitano
            e si tuffano nella tua terra,
            città mia,
            il cielo di cui ho bisogno,
            quel nome che si fa sogno
            tutte le volte che la Sacra Regina
            e la solitaria Venere
            ti augurano la buonanotte.
            Composta lunedì 5 aprile 2021
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