Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Calice

Ecco i miei nuovi confini
le severe distanze.
Un calice d'oscurità
tutto per me
il perfetto brindisi
d'addio.
Immobile il respiro,
tramortito dal crollo
interrotto soltanto dal pianto del mattino.
Ora non importa
conoscere la cura,
immaginare isole
oltre la follia.
Oggi è necessario partire
senza invocare il crepuscolo.
Composta mercoledì 12 dicembre 2012
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    Scritta da: Michele Gentile

    A Mare Maria

    Non credo sia la cosa giusta
    non è mica colpa sua
    se ti ostini ad andare in crociera.
    Qui si naviga a vista,
    la fede imbarca acqua e
    loro non sanno nuotare.

    Ma poi... Maria,
    non credere che non sia
    possibile inventare
    nuovi vizi a colazione,
    è dal principio che siamo alla frutta!

    Cosa ne sa un figlio del proprio cuore
    se guarda più al futuro
    che al trapassato?

    Tuttavia
    per Maria,
    scattiamo qualche foto.
    Croce e delizia tra quelle dune
    troppa sabbia negli occhi;
    in comunione solo un'immensa solitudine.

    Comunque lo sa Maria,
    il Capitano ha segnalato l'avaria,
    è perfettamente inutile continuare a piangere.
    Di scialuppe ne vedo poche...
    conviene tuffarsi in mare,
    senza gabbiani e senza rotte
    terra... è una bugia
    che non può più raccontare.
    Composta venerdì 18 gennaio 2013
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      Scritta da: Michele Gentile

      Se piango per te

      Ho preferito ali d'Icaro
      ai passi del grano
      imparando la danza degli inverni
      solo per abbandonare gli dei.
      Così
      se piango per te
      è colpa della luna
      della sua tristezza.
      Vuole scrivermi
      lettere discrete
      da nascondere
      allo sguardo dei sapienti.
      E' colpa del vento
      che riesce a trovarmi
      quando smarrisco
      la strada di casa
      per soddisfare
      i piaceri della ragione.
      Se piango per te,
      Madre mia,
      è per questi mari
      che riposano
      soli
      nei versi dei poeti
      illudendosi
      d'esser ancora vivi.
      Composta lunedì 3 marzo 2014
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        Scritta da: Michele Gentile

        Ordalia

        Sventurata terra mia
        non basta la sera quando
        sboccia l'oblio.
        Non ha fine il crudele duello,
        un midollo di spine
        ci porterà a tradire
        il tempo che rimane.
        Voglio raccontare
        un fremito
        di furibonda luna,
        dimenticato per sempre,
        spazzato via dalla carne.
        Disperati noi dimoriamo
        il tormento
        che ci ha risparmiati;
        in questo ventre
        di nuove liturgie
        non esistiamo,
        dai giorni
        che lenti si consumano
        affiora solo la pietra.
        Composta lunedì 4 dicembre 2017
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