Le migliori poesie inserite da Michele Gentile

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Scritta da: Michele Gentile

Il filo

Torna la tua voce, mare
a cantare la notte
così spietata, ruvida.
Indifeso il cielo respira
la magrezza del tempo
sul sentiero di uomini
confinati alla meta.
A chi importa brandire
queste parole, giovinezza
di disperate chimere,
triste rinuncia la nebbia
ad issare la vela.
E io continuo ad esistere
a cambiare rifugio
benché sia già tardi
e quel filo di luce,
di dovuta speranza
resta impigliato
al tuo muto ricordo.
Composta venerdì 13 gennaio 2017
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    Scritta da: Michele Gentile

    Alla mia città

    Il canto sei di antiche acque
    che mareggia tra i lidi e la campagna.
    Il sole che mescola i colori dei palazzi,
    la salsedine che accarezza viali e cortili.
    Sei la luna che corteggia il mare
    e tace al Fiume la veglia dei pescatori.
    Il graffio dell'alba che accende gli orizzonti,
    la confidenza del tramonto
    che incendia i silenzi.
    Sei Procoio e il maggese che esulta,
    la Via Severiana dove fiorisce l'alloro.
    La Villa di Plinio che riposa fra i ruderi,
    la resina delle pinete.
    I delfini che si rincorrono a Tor Paterno,
    l'odore dei krapfen a Piazza Anco Marzio,
    le telline del Borghetto, le dorate dune.
    Sei Torre San Michele ancora ritta e fiera senza pace e senza più una guerra,
    le bianche vele in porto
    le verità dell'Idroscalo,
    l'Isola dei Cavalli,
    Tor Boacciana a guardia del Tevere
    fin su a Fiumara Grande.
    Le immortali vestigia
    e la Rocca della Città Antica
    che sfidano i giorni con ironico inchino.
    I pittori, i poeti, i gabbiani
    gli innamorati che al Pontile
    si vanno a raccontare,
    la voce del vento che continua a chiamare.
    Sei le mie stagioni, il mio cammino.
    Le radici che palpitano
    e si tuffano nella tua terra,
    città mia,
    il cielo di cui ho bisogno,
    quel nome che si fa sogno
    tutte le volte che la Sacra Regina
    e la solitaria Venere
    ti augurano la buonanotte.
    Composta lunedì 5 aprile 2021
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      Scritta da: Michele Gentile

      Calice

      Ecco i miei nuovi confini
      le severe distanze.
      Un calice d'oscurità
      tutto per me
      il perfetto brindisi
      d'addio.
      Immobile il respiro,
      tramortito dal crollo
      interrotto soltanto dal pianto del mattino.
      Ora non importa
      conoscere la cura,
      immaginare isole
      oltre la follia.
      Oggi è necessario partire
      senza invocare il crepuscolo.
      Composta mercoledì 12 dicembre 2012
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        Scritta da: Michele Gentile

        A Mare Maria

        Non credo sia la cosa giusta
        non è mica colpa sua
        se ti ostini ad andare in crociera.
        Qui si naviga a vista,
        la fede imbarca acqua e
        loro non sanno nuotare.

        Ma poi... Maria,
        non credere che non sia
        possibile inventare
        nuovi vizi a colazione,
        è dal principio che siamo alla frutta!

        Cosa ne sa un figlio del proprio cuore
        se guarda più al futuro
        che al trapassato?

        Tuttavia
        per Maria,
        scattiamo qualche foto.
        Croce e delizia tra quelle dune
        troppa sabbia negli occhi;
        in comunione solo un'immensa solitudine.

        Comunque lo sa Maria,
        il Capitano ha segnalato l'avaria,
        è perfettamente inutile continuare a piangere.
        Di scialuppe ne vedo poche...
        conviene tuffarsi in mare,
        senza gabbiani e senza rotte
        terra... è una bugia
        che non può più raccontare.
        Composta venerdì 18 gennaio 2013
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          Scritta da: Michele Gentile

          Se piango per te

          Ho preferito ali d'Icaro
          ai passi del grano
          imparando la danza degli inverni
          solo per abbandonare gli dei.
          Così
          se piango per te
          è colpa della luna
          della sua tristezza.
          Vuole scrivermi
          lettere discrete
          da nascondere
          allo sguardo dei sapienti.
          E' colpa del vento
          che riesce a trovarmi
          quando smarrisco
          la strada di casa
          per soddisfare
          i piaceri della ragione.
          Se piango per te,
          Madre mia,
          è per questi mari
          che riposano
          soli
          nei versi dei poeti
          illudendosi
          d'esser ancora vivi.
          Composta lunedì 3 marzo 2014
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            Scritta da: Michele Gentile

            Ordalia

            Sventurata terra mia
            non basta la sera quando
            sboccia l'oblio.
            Non ha fine il crudele duello,
            un midollo di spine
            ci porterà a tradire
            il tempo che rimane.
            Voglio raccontare
            un fremito
            di furibonda luna,
            dimenticato per sempre,
            spazzato via dalla carne.
            Disperati noi dimoriamo
            il tormento
            che ci ha risparmiati;
            in questo ventre
            di nuove liturgie
            non esistiamo,
            dai giorni
            che lenti si consumano
            affiora solo la pietra.
            Composta lunedì 4 dicembre 2017
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