Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

Questo utente ha inserito contributi anche in Frasi & Aforismi, in Indovinelli, in Frasi di Film, in Umorismo, in Racconti, in Leggi di Murphy, in Frasi per ogni occasione e in Proverbi.

Scritta da: Silvana Stremiz

Vede perfettamente onne salute

Vede perfettamente onne salute
chi la mia donna tra le donne vede;
quelle che vanno con lei son tenute
di bella grazia a Dio render merzede.
E sua bieltate è di tanta vertute,
che nulla invidia a l'altre ne procede,
anzi le face andar seco vestute
di gentilezza, d'amore e di fede.
La vista sua fa onne cosa umile;
e non fa sola sé parer piacente,
ma ciascuna per lei riceve onore.
Ed è ne li atti suoi tanto gentile,
che nessun la si può recare a mente,
che non sospiri in dolcezza d'amore.
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: Silvana Stremiz

    Al sole

    Scritto e pubblicato nel 1797.

         Alfin tu splendi, o Sole, o del creato
    Anima e vita, immagine sublime
    Di Dio, che sparse la tua faccia immensa
    Di sua luce infinita! Ore e Stagioni,
    Tinte a vari color danzano belle
    Per l'aureo lume tuo misuratore
    De' secoli, e de' secoli scorrenti,
    Alfin tu splendi! tempestoso e freddo
    Copria nembo la terra; a gran volute
    Gravide nubi accavallate il cielo
    Empian di negre liete, e brontolando
    Per l'ampiezza dell'aere tremendi
    Rotolavano i tuoni, e lampi lampi
    Rompeano il bujo orribile. - Tacea
    Spaventata natura; il ruscelletto
    Timido e lamentevole fra l'erbe
    Volgeva il corso, nè stormian le frondi
    Per la foresta, nè dall'atre tane
    Sporgean le belve l'atterrita fronte. -
    Ulularono i venti, e ruinando
    Fra grandini, fra folgori, fra piove
    La bufera lanciosse, e riottoso
    Diffuse il fiume le gonfie e spumose
    Onde per le campagne, e svelti i tronchi
    Striderono volando, e da’ scommossi
    Ciglion dell'ondeggianti audaci rupi
    Piombàr torrenti, che spiccati massi
    Coll'acque strascinarono. Dal fondo
    D'una caverna i fremiti e la guerra
    Degli elementi udii; Morte su l'antro
    Mi s'affacciò gigante; ed io la vidi
    Ritta: crollò la testa e di natura
    L'esterminio additommi. - In ciel spiegasti,
    O Sol, tua fronte, e la procella orrenda
    Ti vide e si nascose, e i paurosi
    Irti fantasmi sparvero.... ma quanti
    Segni di lutto su i vedovi campi,
    Oimè, il nembo lasciò! Spogli di frutta,
    Aridi, e mesti sono i pria sì vaghi
    Alberi gravi, e le acerbette e colme
    Promettitrici di liquor giocondo
    Uve giacciono al suol; passa 1'armento
    E le calpesta; e istupidito e muto
    L'agricoltore le contempla e geme.

         Intanto scompigliata, irta e piangente
    Te, o Sol, ripriega la Natura, e il tuo
    Di pianto asciugator raggio saluta;
    E tu la accendi, e si rallegra e nuovi
    Prometto frutti e fior. Tutto si cangia,
    Tutto père quaggiù! Ma tu giammai,
    Eterna lampa, non ti cangi? mai?
    Pur verrà dì che nell'antiquo vòto
    Cadrai del nulla, allor che Dio suo sguardo
    Ritirerà da te: non più le nubi
    Corteggeranno a sera, i tuoi cadenti
    Raggi su l'Oceàno; e non più l'Alba
    Cinta di un raggio tuo, verrà su l'Orto
    Ad annunziar che sorgi. Intanto godi
    Di tua carriera: oimè! ch'io sol non godo
    De' miei giovani giorni: io sol rimiro
    Gloria e piacere, ma lugubri e muti
    Sono per me, che dolorosa ho l'alma.
    Sul mattin della vita io non mirai
    Pur anco il Sole; e omai son giunto a sera
    Affaticato; e sol la notte aspetto
    Che mi copra di tenebre e di morte
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: Silvana Stremiz

      Il Sole

      Lungo il vecchio sobborgo, ove le persiane pendono dalle
      catapecchie rifugio di segrete lussurie, quando il sole
      crudele batte a raggi raddoppiati sulla città e i campi, sui
      tetti e le messi, io mi esercito tutto solo alla mia fantastica scherma, annusando dovunque gli imprevisti della rima,
      inciampando nelle parole come nel selciato, urtando
      qualche volta in versi a lungo sognati.

      Questo padre fecondo, nemico di clorosi, sveglia nei campi
      i vermi e le rose, fa svaporare gli affanni verso il cielo,
      immagazzina miele nei cervelli e negli alveari. È lui a
      ringiovanire coloro che vanno con le grucce e a renderli
      allegri, dolci come fanciulli, lui a ordinare alle messi di
      crescere e maturare entro il cuore immortale che vuol
      sempre fiorire.

      Quando, simile a un poeta, scende nelle città, nobilita le
      cose più vili e s'introduce da re senza rumore, senza paggi,
      entro tutti gli ospedali e tutti i palazzi.
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Silvana Stremiz

        Der Prinz

        Wir wollten zusammen bauen
        Ein eigenes schönes Haus,
        Hoch wie ein Schloß zu schauen
        Mit dem Blick über Strom und Auen
        Auf die stillen Wälder hinaus.

        Wir wollten alles verlernen,
        Was klein und häßlich war,
        Wir wollten Nähen und Fernen
        Mit Glücksliedern übersternen,
        Die Kränze des Glückes im Haar.

        Nun hab ich ein Schloß erbauet
        In verstiegener Höhenruh;
        Meine Sehnsucht steht dort und schauet
        Sich müd und der Tag vergrauet, -
        Prinzessin, wo bliebest du?

        Nun gebe ich allen Winden
        Meine heißen Lieder mit.
        Sie sollen dich suchen und finden
        Und sollen das Leid dir künden,
        Das mein Herz um dich erlitt.

        Sie sollen dir auch erzählen,
        Ein lockend unendliches Glück,
        Sie sollen dich küssen und quälen
        Und sollen den Schlummer dir stehen -
        Prinzessin, wann kommst du zurück.
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Silvana Stremiz

          Domande senza risposte

          Ho vissuto cercando
          fra strade buie
          fra i miei incubi notturni
          fra i miei sbagli quotidiani.

          Una ragione per il tutto:
          per ogni lacrima
          per ogni sorriso
          per ogni violenza.

          Contemplando
          ogni situazione.
          Messa a dura prova
          miliardi di volte.

          Una ragione per tutto
          non c'è stato.
          L'ingiusto è rimasto ingiusto
          I torti ricevuti sono rimaste
          ferite aperte.

          Alcune domande
          restano senza risposte,
          sarà così...
          forse per l'eternità.
          Vota la poesia: Commenta