Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

L'uccellino del freddo

Viene il freddo. Giri per dirlo
tu, sgricciolo, intorno le siepi;
e sentire fai nel tuo zirlo
lo strido di gelo che crepi.
Il tuo trillo sembra la brina
che sgrigiola, il vetro che incrina...
trr trr trr terit tirit...
Viene il verno. Nella tua voce
c'è il verno tutt'arido e tecco.
Tu somigli un guscio di noce,
che ruzzola con rumor secco.
T'ha insegnato il breve tuo trillo
con l'elitre tremule il grillo...
trr trr trr terit tirit...
Nel tuo verso suona scrio scrio,
con piccoli crepiti e stiocchi,
il segreto scricchiolettio
di quella catasta di ciocchi.
Uno scricchiolettio ti parve
d'udirvi cercando le larve...
trr trr trr terit tirit...
Tutto, intorno, screpola rotto.
Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.
Così rompere odi lì sotto,
così screpolare lì dietro.
Oh! lì dentro vedi una vecchia
che fiacca la stipa e la grecchia...
trr trr trr terit tirit...
Vedi il lume, vedi la vampa.
Tu frulli dal vetro alla fratta.
Ecco un tizzo soffia, una stiampa
già croscia, una scorza già scatta.
Ecco nella grigia casetta
l'allegra fiammata scoppietta...
trr trr trr terit tirit...
Fuori, in terra, frusciano foglie
cadute. Nell'Alpe lontana
ce n'è un mucchio grande che accoglie
la verde tua palla di lana.
Nido verde tra foglie morte,
che fanno, ad un soffio più forte...
trr trr trr terit tirit...
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Il desiderio

    Io non invidio ai vati
    Le lodi e i sacri allori,
    Nè curo i pregi e gli ori
    D'un duce o d'un sovran.
         Saran miei dì beati
    Se avrò il mio crine cinto
    Di serto vario-pinto
    Tessuto di tua man.
         Saran miei dì beati
    Se in mezzo a bosco ombroso
    Il volto tuo vezzoso
    Godrommi a contemplar.
         Che bel vederci allora
    Mille cambiar sembianti,
    E direi: O cori amanti,
    Cessate il palpitar!
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Forse era ver, ma non però credibile
      a chi del senso suo fosse signore;
      ma parve facilmente a lui possibile,
      ch'era perduto in via più grave errore.
      Quel che l'uom vede, Amor gli fa invisibiIe,
      e l'invisibil fa vedere Amore.
      Questo creduto fu; che 'l miser suole
      dar facile credenza a quel che vuole.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Fille d'acier

        Je n'aimais personne dans le monde
        Je n'aimais personne sauf celui que j'aimais
        Mon amant mon amant celui qui m'attirait
        Maintenant tout a changé est-ce lui qui a cessé de m'aimer
        Mon amant qui a cessé de m'attirer est-ce moi?
        Je ne sais pas et puis qu'est-ce ça pet faire tout ça?
        Maintenant je suis couchée sur la paille humide de l'amour
        Toute seule avec tous les autres toute seule désespsèrée
        Fille de fer-blanc fille rouillée
        O mon amant mon amant mort ou vivant
        Je veux que tu te rappelles autrefois
        Mon amant celui qui m'aimait et que j'aimais.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          L'incontro

          Al collo un filo di esili grani,
          celo le mani nel largo manicotto,
          gli occhi guardano distratti
          e non piangeranno mai più.

          Sembra il volto più pallido
          per la seta che tende al lilla,
          arriva quasi alle sopracciglia
          la mia frangetta non ondulata.

          E non somiglia ad un volo
          questa lenta andatura, quasi avessi
          sotto i piedi una zattera
          e non i quadretti del parquet.

          La bocca bianca è socchiusa,
          ineguale il respiro affannato,
          e sul mio petto tremano i fiori
          dell'incontro che non c'è stato.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Dove è tagliato, in man lo raccomanda
            a Pinabello, e poscia a quel s'apprende:
            prima giù i piedi ne la tana manda,
            e su le braccia tutta si suspende.
            Sorride Pinabello, e le domanda
            come ella salti; e le man apre e stende,
            dicendole: - Qui fosser teco insieme
            tutti li tuoi, ch'io ne spegnessi il seme! -.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Non come volse Pinabello avvenne
              de l'innocente giovane la sorte;
              perché, giù diroccando a ferir venne
              prima nel fondo il ramo saldo e forte.
              Ben si spezzò, ma tanto la sostenne,
              che 'l suo favor la liberò da morte.
              Giacque stordita la donzella alquanto,
              come io vi seguirò ne l'altro canto.
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