Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Tutti i corpi che ho toccato, che ho visto, che ho preso, che ho sognato, tutti
addensati nel tuo corpo. O, tu carnale Diotima
nel gran simposio dei Greci. Se ne sono andate le flautiste,
se ne sono andati filosofi e poeti. I begli efebi dormono già
lontano, nei dormitori della luna. Tu sei sola
nella mia preghiera innalzata. Un sandalo bianco
dai lunghi lacci bianchi è legato alla gamba della sedia. Sei l'oblio assoluto:
sei il ricordo assoluto. Sei la non incrinata fragilità. Fa giorno.
Fichidindia carnosi scagliati dalle rocce. Un sole rosa
immobile sul mare di Monemvasià. La nostra duplice ombra
si dissolve alla luce sul pavimento di marmo pieno di cicche calpestate,
coi mazzetti di gelsomini infilati negli aghi di pino. O, carnale Diotima,
tu che mi hai partorito e che ho partorito, è ora
che partoriamo azioni e poesie, che usciamo nel mondo. Davvero, non scordare
quando vai al mercato di comprare mele in abbondanza,
non quelle d'oro delle Esperidi, ma quelle grosse e rosse che quando affondi
nella polpa croccante i tuoi splendidi denti resta impresso,
come l'eternità sui libri, pieno di vita il tuo sorriso.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Morte

    Sento il tuo gelo addosso,
    il tuo arrivo che da tempo attendo,
    da cui scappo inutilmente,
    che non voglio, ma per te non conta.

    Non ti temo, ma non ti voglio,
    non ti sopporto anzi ti odio.
    Ti odio per come penetri,
    in una vita che non ti appartiene.

    Ti odio per le volte,
    che porti via un bimbo,
    nel suo fiorire della vita,
    per quelli che non vedranno domani.

    Ti odio per le cose incompiute,
    perché non ne permetti il compimento.
    Ti odio per quei genitori disperati,
    e quei figli senza, angosciati.

    Ti odio per quella disperazione,
    che lasci ogni volta che passi.
    Per l'angoscia che crei,
    e quei sogni infranti.

    Ti odio per il dolore che semini,
    per la tua gelida presenza.
    Ti odio perché tu vuoi me,
    e io non voglio te.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Tu...

      Tu ami la tua terra
      le tue origini e tradizioni.
      Tu uomo tutto d'un pezzo
      lavori senza sosta
      orgoglioso determinato.
      Sembri privo di sogni
      ma ci sono: "pochi e onesti."
      Figlio di quella terra
      a cui appartieni
      padre delle sue tradizioni.
      Non dimentichi le origini
      A tuo figlio pochi abbracci
      poche parole, ma un bene nascosto
      Tu orgoglioso del tuo cognome
      della tua storia, delle tue origini.
      Il volerlo tramandare,
      per generazioni ancora.
      Tu parli il tuo dialetto
      con orgoglio come fosse lingua internazionale.
      Ami il Friuli con l'anima e il cuore vanti con orgoglio
      il fatto di essere Friulano.
      Spesso dimenticandoti che sei italiano.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Impara

        Impara
        che ci sarà sempre un momento migliore
        e uno peggiore di questo.
        Quando cadi devi essere in grado
        di rialzarti da solo.
        Ma se c'è un amico è più facile.
        Se l'amico c'è trattalo bene.
        L'orgoglio va usato in modo ponderato.
        La caparbietà e la testardaggine
        ti porteranno lontano,
        o ti impediranno di andare oltre.
        L'amore non conosce limite o ragione.
        Ama senza pretese.
        Sarai amato odiato per quello che sei.
        O semplicemente per il ruolo che reciti.
        Vivi non recitare una parte che non ti appartiene.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Si dissolvono i ricordi

          Si dissolvono i ricordi nel tempo,
          quel tempo che, consumando
          forze e sentimento,
          scandisce le tue ore.

          Scavando solchi,
          Rubando sogni,
          regalando giorni
          che rubano giorni.

          Regalando lacrime
          che fanno sorridere
          e sorrisi che nascondono lacrime,
          ti dà togliendo

          Ingannevole ti sorride
          giocando col chiaro e scuro,
          del dare e avere
          si prenderà l'unica cosa
          che conta davvero:
          La tua Vita.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Amerai La Vita

            Il gelo del inverno,
            si confonde col freddo
            del tuo cuore.

            Il dolore lo avvolge
            lame sottili lo trafiggono.
            Sanguina di disperazione.

            Grida d'aiuto non sentite.
            Sogni fatti a pezzi dalla vita;
            la notte sembra fatta per morire.

            15 anni con davanti un'intera vita
            eppure già i ricordi ti uccidono;
            la disperazione invade la mente.

            Il niente appare meglio
            del presente.

            Il dolore trova pace nel sonno,
            quel domani è già peso troppo grande.

            Un gesto folle, è lui la disperazione;
            ma la vita ti vuole, con forza ti stringe a sé.

            Nascerà quel giorno che ti abbraccerà,
            che ti scalderà il cuore e ti regalerà un sogno.

            Amerai la vita più di quanto,
            la vita abbia mai amato te.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Al più freddo degli Inverni...

              L'acqua torbida
              dopo la tempesta
              si schiarisce lentamente.

              Al più freddo degli inverni
              segue una primavera.

              La ferita più grande
              col tempo si rimargina.

              Il cuore rallenta
              per battere più forte.

              Una lacrima col tempo
              si trasforma in un sorriso.

              L'oscurità che oggi ti avvolge
              domani ti regalerà una stella.

              Quella stella illuminerà
              l'immenso di te.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                L'inferno in Terra (Auschwtiz)

                Auschwitz un sterminio
                di un milione e mezzo
                di vite umane.

                Anime uguali marchiati
                come bestie con numero
                seriale che li identificava.

                Non come uomini
                ma, come bestie da macello.
                Pronti ad essere cremati
                per diventare bottoni o saponette.

                Bambini innocenti bruciati
                insieme a donne e uomini
                con la "colpa" essere "ebrei"
                o per ogni loro diversità.

                Mi chiedo quale mostro
                può arrivare a tanto
                quale è era la loro diversità.

                Mi chiedo quale fosse la loro
                colpa, e se il colore del sangue
                e la loro anima avessero
                un peso così diverso.

                Così diverso da togliere
                a loro la dignità umana
                la possibilità di una vita normale.

                Mi chiedo quale razza di bestia
                possa essere: "L'essere umano".
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
                  È strano come giunga la pace
                  dopo tanto tempo
                  e tanto tormento,
                  fra tante spine e tanto fango.

                  È strano
                  come un sorriso possa infiltrarsi
                  e cambiare il momento
                  e come inaspettatamente
                  si modificano i pensieri
                  e la nebbia di un'intera vita si alzi
                  lasciando posto alla chiarezza.

                  È strano come il tempo riprenda a scorrere
                  lasciando il passato alle spalle
                  quasi come se il suo dolore non ti appartenesse.

                  È strano, ma a volte accade così...
                  In un giorno qualsiasi mentre il passato
                  sta tentando di ucciderti
                  i ricordi migliori prendono il sopravvento
                  e inizi a "non sentire" più "quella fitta" dentro di te.
                  Composta domenica 30 giugno 2013
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