Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Non sto pensando a niente

Non sto pensando a niente,
e questa cosa centrale, che a sua volta non è niente,
mi è gradita come l'aria notturna,
fresca in confronto all'estate calda del giorno.

Che bello, non sto pensando a niente!

Non pensare a niente
è avere l'anima propria e intera.
Non pensare a niente
è vivere intimamente
il flusso e riflusso della vita...
Non sto pensando a niente.
È come se mi fossi appoggiato male.
Un dolore nella schiena o sul fianco,
un sapore amaro nella bocca della mia anima:
perché, in fin dei conti,
non sto pensando a niente,
ma proprio a niente,
a niente...
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Solitudine

    Che vergogna andare al cinema da solo
    senza un amico, senza un'amica, senza moglie,
    là dove tutti gli spettacoli sembrano tanto brevi
    e tanto lunga la loro attesa.

    Che vergogna
    in questa interiore guerra dei nervi
    davanti alle coppiette beffarde del foyer
    in un angoletto, tutto rosso, masticare un pasticcino,
    come se ci fosse di che restar confusi...
    Noi,
    fuggendo la solitudine
    e l'angoscia
    ci buttiamo in qualsiasi compagnia,
    e così degli obblighi che fanno schiavi di amicizie senza senso
    ti perseguiteranno ftno alla tomba.

    Le amicizie si formano in modo assurdo:
    gli uni si danno al bere senza una ragione,
    gli altri non sono interessati che ai fronzoli e alle donnacce,
    e c'è pure chi
    sembra occupare il tempo in discussioni astratte,
    ma di fatto
    si somigliano tutti tra di loro...
    Molte son le forme della vanità!
    O l'una,
    o l'altra chiassosa compagniaa...
    Non saprei a quante di queste
    io sia riuscito a sfuggire!

    E come caduto in un nuovo tranello,
    sono riuscito a sfuggire,
    lasciandovi il pelo,
    sono sfuggito!
    Mi sei dinanzi, vuota libertà...
    Perché diavolo mi sei necessaria! Mi sei cara
    e insieme odiosa,
    come una moglie non amata e fedele.
    E tu, amata mia,
    come stai tu?
    Ti sei liberata delle tue vane preoccupazioni?
    A chi adesso appartengono i tuoi occhi strabici
    e le tue bianche, splendide spalle?
    Pensi certo che io mi vendichi,
    che in qualche parte mi precipiti in taxi,
    ma se anche lo facessi
    dove scenderei?
    Eppure non potrei liberarmi di te!
    Con me le donne si rinchiudono in sé,
    perché sentono
    d'essermi ora del tutto estranee.
    Abbandono la testa sulle loro ginocchia, ma non a loro,
    a te appartengo...
    Or non è molto sono stato da una
    in una brutta casupola di via Sennàja.
    Ho appeso il paltò a un misero attaccapanni.
    Sotto un abete spoglio da un lato, con le lampadine fioche,
    rilucendo con le sue pantofoline bianche,
    sedeva una donna, severa come una bambina.
    Avevo così facilmente ottenuto il permesso
    di venire,
    che ero sicuro di me
    e troppo inebriato, come oggi si usa
    e le avevo portato non fiori, ma vino.
    Ma tutto apparve molto più complicato...
    Ella taceva
    e modestamente due goccette trasparenti,
    due orecchini,
    brillavano sui suoi lobi rosati.
    E, come sofferente, guardandomi confusa,
    sollevando il suo corpo di fanciulla, mi disse con voce smorzata:
    "Vattene...
    È meglio di no... Lo vedo,
    non sei mio, ma suo... "
    Mi amava una ragazzetta
    dalle maniere rudi, da maschiaccio,
    con un ciuffetto sbarazzino
    e gli occhi trasparenti,
    pallida di paura e tenerezza.
    Eravamo in Crimea.
    C'era di notte un temporale
    e la ragazzina
    al bagliore dei lampi
    mi sussurrava:
    "Mio piccolo!
    Mio piccolo! "
    e mi copriva gli occhi col palmo della mano.
    Intorno tutto era spaventosamente solenne,
    il tuono
    e il gemito sordo del mare, quando all'improvviso ella,
    con una lucidità tutta femminile, mi gridò:
    "Non sei mio!
    Non sei mio! "
    Addio, mia amata!
    Io sono tuo, cupo
    e fedele,
    e la solitudine
    è la più fedele di tutte le fedeltà.
    E non importa se sulle mie labbra non fonde più
    la neve d'addio del tuo monchino.
    Grazie alle donne
    belle e infedeli
    per tutto ciò che è durato un istante, per quell'addio!
    Che non è un "arrivederci! ",
    perché, fiere come regine nella loro menzogna,
    ci regalano delle dolci sofferenze
    e i magnifici frutti della solitudine.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Nulla è cambiato

      I lividi ormai blu
      hanno attraversato l'epidermide
      trafiggendo il cuore.

      Squarciano l'anima
      oggi come allora.
      Il dolore compone
      con la disperazione, note di agonia.

      Le lacrime si fermano,
      si sono esaurite nella fitta
      dell'umiliazione e dell'impotenza.

      Nulla è cambiato
      se non il volto,
      le grida continuano
      a non essere udite.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Aspettami ed io tornerò.

        Aspettami ed io tornerò,
        ma aspettami con tutte le tue forze.
        Aspettami quando le gialle piogge
        ti ispirano tristezza,
        aspettami quando infuria la tormenta,
        aspettami quando c'è caldo,
        quando più non si aspettano gli altri,
        obliando tutto ciò che accadde ieri.
        Aspettami quando da luoghi lontani
        non giungeranno mie lettere,
        aspettami quando ne avranno abbastanza
        tutti quelli che aspettano con te.

        Aspettami ed io tornerò,
        non augurare del bene
        a tutti coloro che sanno a memoria
        che è tempo di dimenticare.
        Credano pure mio figlio e mia madre
        che io non sono più,
        gli amici si stanchino di aspettare
        e, stretti intorno al fuoco,
        bevano vino amaro
        in memoria dell'anima mia...
        Aspettami. E non t'affrettare
        a bere insieme con loro.

        Aspettami ed io tornerò
        ad onta di tutte le morti.
        E colui che ormai non mi aspettava,
        dica che ho avuto fortuna.
        Chi non aspettò non può capire
        come tu mi abbia salvato
        in mezzo al fuoco
        con la tua attesa.
        Solo noi due conosceremo
        come io sia sopravvissuto:
        tu hai saputo aspettare semplicemente
        come nessun altro.
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          Scritta da: Silvana Stremiz

          Eppure un tempo...

          Eppure un tempo
          i sogni nascevano
          ad ogni contatto
          e ogni attimo
          non era che l'inizio
          di una nuova alba.

          L'orologio scandiva
          minuti sconosciuti
          infiniti o brevi
          sempre intensi,
          sempre profumati.

          Ogni respiro si confondeva
          tra fantasia e realtà
          raccontando di noi
          e ancora di noi ogni sospiro
          parlava e raccontava
          il pieno di ogni istante.

          Ogni pensiero era la fusione
          di sogni e fantasie.
          Le parole si nutrivano di silenzi
          e i silenzi si saziavano
          di noi e il tempo gridava
          solo amore.
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            Scritta da: Silvana Stremiz

            Ode alla Vita

            Lentamente muore
            chi diventa schiavo dell'abitudine,
            ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
            chi non cambia la marcia,
            chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
            chi non parla a chi non conosce.

            Muore lentamente chi evita una passione,
            chi preferisce il nero su bianco
            e i puntini sulle "i"
            piuttosto che un insieme di emozioni,
            proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
            quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
            quelle che fanno battere il cuore
            davanti all'errore e ai sentimenti.

            Lentamente muore
            chi non capovolge il tavolo,
            chi è infelice sul lavoro,
            chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
            chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

            Lentamente muore chi non viaggia,
            chi non legge,
            chi non ascolta musica,
            chi non trova grazia in se stesso.

            Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,
            chi non si lascia aiutare
            chi passa i giorni a lamentarsi
            della propria sfortuna o della pioggia incessante.

            Lentamente muore
            chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
            chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
            chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

            Evitiamo la morte a piccole dosi,
            ricordando sempre che essere vivo
            richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

            Soltanto l'ardente pazienza
            porterà al raggiungimento
            di una splendida felicità.
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              Scritta da: Silvana Stremiz

              Tu...

              Tu...
              Hai riempito la mia vita
              di domande e di risposte
              di tanti perché, di tanti se...
              fatti di me di te,
              divenuti un noi.

              Tu...
              Hai riempito la mia anima
              di calore e di bontà.
              Hai dato un senso al tempo
              ad ogni singolo frammento.

              Tu...
              Hai toccato la mia anima
              fino a riempirla
              fino a svuotarla
              fino a scavarla
              e tutto è apparso più vivo
              più puro, più vero.

              Tu... Sì, solo Tu
              mi hai regalato una lacrima
              che ha abbracciato ogni senso
              fino a togliermi il respiro.
              Per farmi respirare la vita.

              Tu...
              Mi hai donato il sapore
              di un sogno, il peso
              di una lacrima e di un sorriso.
              E ogni sogno, ogni lacrima
              ha trovato un perché dentro di me.

              Sì, tu... solo tu
              mi hai donato tutto questo
              e anche di più.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Il rumore del silenzio

                Ho trascorso notti a piangere
                a cercare i "perché".
                Ho sentito il rumore del silenzio
                trafiggermi l'anima
                senza trovarne ragione
                fra le lacrime ho continuato
                ... a cercare

                Ho atteso che la notte
                si dissolvesse in un sorriso,
                mi sono aggrappata ai ricordi
                se mai ricordi ci fossero stati
                senza mai trovare pace.

                Ho visto la notte abbracciare l'alba
                senza vedere il sole dei "perché"
                con l'anima in attesa...
                di una semplice carezza.

                Ho atteso...
                attendo...
                la risposta ai "perché".
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