Le migliori poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz

Silenzio Eterno

Un tonfo, un urlo,
e poi silenzio.
Mi cingo in ginocchio...
perso nel vuoto
l'ultimo alito di vita.
Attonita, estranea, disperata,
mi guardo intorno:
non c'è più nulla,
a terra corpi senza vita,
mentre sale dal cielo
il fumo di ultimi
cumuli di cenere.
Sono accanto al tuo corpo
e grido,
mentre le lacrime
mi rigano il volto, e
bagnano le tue mani.
Con le ultime forze
rimaste, mi sfiori
la labbra con le dita...
altruista più di qualsiasi
essere umano,
mi regali gli ultimi
brividi, l'ultima
dolce e intensa
rivelazione del tuo amore.
Poi lentamente
cade la tua mano,
ancora il sangue
scorre fuori dal
tuo cuore,
ancora l'ennesimo
sussulto,
poi più nulla.
Mi sono risvegliata
dall'incantesimo
della tua carezza,
e ti vedo
come tutti gli altri,
steso sul terreno,
fermo, freddo, morto.
Forse mi hai regalato
quei momenti per
evitarmi almeno
per un istante
la triste e cruda realtà.
Batto un pugno
sul suolo, e poi
cerco di picchiarti,
ti do del farabutto e
grido: -Perché te ne sei andato
senza di me? Perché mi hai lasciata
sola? Portami con te!-
Ma tu non rispondi:
per la prima volta
il tuo non è
un tacere di riflessione...
è un silenzio eterno.
Guardo i tuoi occhi,
ma subito li chiudo:
voglio ricordare la loro
intensità, li voglio
ricordare così com'erano...
capaci d'imbarazzarmi,
di farmi sorridere, pensare,
eccitare.
Con timore ti poso
una mano sul
petto... il vuoto,
non respiri più...
Non sentirò più il tuo
respiro sulla pelle,
non sentirò più la tua
mano sul mio corpo,
non sentirò più
la tua voce
che mi rilassava,
mi desiderava.
Sfinita
mi accascio su di te,
ormai non sento più nulla,
il mondo intorno a noi
si è dissolto.
Chiudo gli occhi
e vedo ancora noi,
ma per la prima volta
felici, uniti, insieme.
Sento ancora il calore
e il profumo della
tua pelle, il tuo cuore
batte ancora,
i tuoi occhi mi guardano...
la tua mano prende la mia
le mie labbra sfiorano
le tue...
sono morta lo so...
ma non ho sentito dolore,
adesso sono con te.
Il mondo è finito,
la vita non esiste più,
ma per noi, amore mio,
è appena cominciata.
Lontani dall'odio, dall'ipocrisia,
dall'indifferenza,
adesso siamo io e te,
solo noi due,
per goderci la nostra
felicità eterna.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    Le persone vere

    C'è chi ti dirà bravo pronto a fregarti.
    Chi ti darà un bacio pronto a colpire.
    Chi ti sorriderà per poi farti piangere.
    Chi ti abbraccerà per tradirti.
    C'è chi ti riempirà di belle parole,
    per poi deluderti con i gesti fino in fondo.
    C'è chi colpirà un tuo amico
    sperando di colpire te.
    Chi ti dirà di volerti bene,
    fino a quando non farai cadere i suoi veli.
    Questo è un amico falso
    o una persona che non sa essere vera.

    C'è chi non ti riempirà di complimenti,
    avrà per te pochi sorrisi e qualche abbraccio,
    ti dirà bravo senza esagerare.
    Chi non conosce inganno
    perché dalla vita già troppo ingannato...
    Chi ti dirà bravo e sarà sincero.
    Chi ti asciugherà le lacrime
    senza bisogno di tante false parole.
    Non accenderà di mille candele
    il tuo compleanno,
    ma si ricorderà di te.
    È colui che con poco, dà tanto
    e per sentirsi importante non inganna.
    Questo è un amico sincero
    oppure semplicemente una persona vera.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Deh, perché così tardo gli occhi apersi
      nel divin, non umano amato volto,
      ond'io scorgo, mirando, impresso e scolto
      un mar d'alti miracoli e diversi?
      Non avrei, lassa, gli occhi indarno aspersi
      d'inutil pianto in questo viver stolto,
      né l'alma avria, com'ha, poco né molto
      di Fortuna o d'Amore onde dolersi.
      E sarei forse di sì chiaro grido,
      che, mercé de lo stil, ch'indi m'è dato,
      risoneria fors'Adria oggi, e 'l suo lido.
      Ond'io sol piango il mio tempo passato,
      mirando altrove; e forse anche mi fido
      di far in parte il foco mio lodato.
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Era de maggio

        Era de maggio e te cadeano 'nzino
        a schiocche a schiocche li ccerase rosse...
        Fresca era ll'aria e tutto lu ciardino
        addurava de rose a ciente passe.

        Era de maggio — io, no, nun me scordo —
        na canzona cantàvamo a ddoje voce:
        cchiù tiempo passa e cchiù me n'allicordo,
        fresca era ll'aria e la canzona doce.

        E diceva. "Core, core!
        core mio, luntano vaje;
        tu me lasse e io conto ll'ore,
        chi sa quanno turnarraje! "

        Rispunnev'io: "Turnarraggio
        quanno tornano li rrose,
        si stu sciore torna a maggio
        pure a maggio io stonco cca".

        E sò turnato, e mo, comm'a na vota,
        cantammo nzieme lu mutivo antico;
        passa lu tiempo e lu munno s'avota,
        ma ammore vero, no, nun vota vico.

        De te, bellezza mia, m'annamuraje,
        si t'allicuorde, nnanze a la funtana:
        l'acqua Ilà dinto nun se secca maje.
        e ferita d'ammore nun se sana.

        Nun se sana; ca sanata
        si se fosse, gioia mia,
        mmiezo a st'aria mbarzamata
        a guardare io nun starria!

        E te dico — Core, core!
        core mio, turnato io sò:
        torna maggio e torna ammore,
        fa de me chello che buò!
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Canto D'amore Mia amata
          ancora della salvezza,
          in te rimuovo
          il peso della mia coscienza.

          Sono solo, nudo
          vestito spesso dalle illusioni;
          sconosciuto questo tuo pianeta,
          eppure mi da pace
          e motivo di rivincita
          dalle mie tante sconfitte
          di uomo debole
          che di sogni si nutre
          nella precaria instabile esistenza.

          Mia amata
          ci si rinnova
          navigando attraverso
          il tuo mondo;
          si diventa forti amandoti:
          si trova ogni spiegazione
          anche se inutile o banale.

          Tenendoti per mano
          mi accorgo d'esser vivo:
          non c'è cosa più straordinaria.
          Ogni giorno è migliore
          di quello andato, perduto;
          ogni gesto quotidiano
          acquista peso, valore, sonorità
          in un solo ed unico
          canto d'amore.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Ossessione diventa ciò
            che ti toglie il respiro
            il sonno l'appetito.
            Ossessione per quel amore
            che non puoi avere
            che non ti vuole.
            Per quel traguardo,
            raggiunto da altri.
            Da te ambito e voluto
            fino a stare male.
            Ossessione di una mamma
            che non dorme
            vegliando su un sonno
            che non ne ha bisogno.
            Perché tranquillo è.
            Ossessione per la vita
            spinto dal terrore
            della morte che sai lì e che non vuoi.
            Ossessione tormento,
            sgomento, per le incertezze
            che non sai vivere.
            Alla ricerca di una certezza che non hai.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Mi chiedo cosa hai provato
              quando la morte ha bussato
              Quando hai sentito vicino la tua fine.
              Quando il presente era già un ricordo.
              Quando ogni ricordo diventava presente.
              Quando il tramonto
              non aveva il sapore del domani.
              Quando le parole da dire erano troppe,
              e il tempo troppo poco.
              Quando avresti voluto dare
              o ricevere un abbraccio.
              Quando non hai la avuto ne forza
              ne coraggio di chiederlo e di farlo.
              Quando la vita ti ha preso i sensi,
              in attesa che la morte si prendesse. Il tuo corpo il resto.
              Quante cose in sospeso da dire
              e quante avresti dovuto e potuto sentire.
              Spero solo che tu abbia trovato la tua pace.
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                Scritta da: Silvana Stremiz

                Port Arthur (Canada)

                Iniziò lì la mia storia,
                in quei prati verdi
                fra cascate e laghi.

                Nei gelidi inverni
                pieni di neve.
                Fra ghiaccioli sul balcone,
                pupazzi di neve ed igloo,
                nel cortile di casa.

                Fiocchi di neve,
                strade ghiacciate,
                una corsa in sky-doo
                e sogni sparsi
                in attesa dell'avverarsi.

                Il profumo di verde,
                l'odore delle vecchie cartiere
                e delle navi del porto.

                Riserve Indiane,
                unica vergogna
                dei grandi massacri
                del passato che hanno
                segnato la tua storia.

                All'orizzonte inconfondibile
                il monte del Sleeping Giant.

                Il gigante che dorme.

                Che traccia, l 'ultimo ricordo
                dei miei giorni migliori.
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