Poesie inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
Piacciavi, generosa Erculea prole,
ornamento e splendor del secol nostro,
Ippolito, aggradir questo che vuole
e darvi sol può l'umil servo vostro.
Quel ch'io vi debbo, posso di parole
pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
né che poco io vi dia da imputar sono,
che quanto io posso dar, tutto vi dono.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Dirò d'Orlando in un medesmo tratto
    cosa non detta in prosa mai, né in rima:
    che per amor venne in furore e matto,
    d'uom che sì saggio era stimato prima;
    se da colei che tal quasi m'ha fatto,
    che 'l poco ingegno ad or ad or mi lima,
    me ne sarà però tanto concesso,
    che mi basti a finir quanto ho promesso.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Voi sentirete fra i più degni eroi,
      che nominar con laude m'apparecchio,
      ricordar quel Ruggier, che fu di voi
      e dè vostri avi illustri il ceppo vecchio.
      L'alto valore è chiari gesti suoi
      vi farò udir, se voi mi date orecchio,
      e vostri alti pensieri cedino un poco,
      sì che tra lor miei versi abbiano loco.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Nata pochi dì inanzi era una gara
        tra il conte Orlando e il suo cugin Rinaldo,
        che entrambi avean per la bellezza rara
        d'amoroso disio l'animo caldo.
        Carlo, che non avea tal lite cara,
        che gli rendea l'aiuto lor men saldo,
        questa donzella, che la causa n'era,
        tolse, e diè in mano al duca di Bavera;.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Che vi fu tolta la sua donna poi:
          ecco il giudicio uman come spesso erra!
          Quella che dagli esperi ai liti eoi
          avea difesa con sì lunga guerra,
          or tolta gli è fra tanti amici suoi,
          senza spada adoprar, ne la sua terra.
          Il savio imperator, ch'estinguer volse
          un grave incendio, fu che gli la tolse.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Per far al re Marsilio e al re Agramante
            battersi ancor del folle ardir la guancia,
            d'aver condotto, l'un, d'Africa quante
            genti erano atte a portar spada e lancia;
            l'altro, d'aver spinta la Spagna inante
            a destruzion del bel regno di Francia.
            E così Orlando arrivò quivi a punto:
            ma tosto si pentì d'esservi giunto:.
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