Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti arrivederci fratello mare mi porto un po' della tua ghiaia un po' del tuo sale azzurro un po' della tua infinità e un pochino della tua luce e della tua infelicità. Ci hai saputo dir molte cose sul tuo destino di mare eccoci con un po' più di speranza eccoci con un po' più di saggezza e ce ne andiamo come siamo venuti arrivederci fratello mare.
Se qui c'è la metà del mio cuore, dottore, l'altra metà sta in Cina nella lunga marcia verso il Fiume Giallo. E poi ogni mattina, dottore, ogni mattina all'alba il mio cuore lo fucilano in Grecia. E poi, quando i prigionieri cadono nel sonno quando gli ultimi passi si allontanano dall'infermeria il mio cuore se ne va, dottore, se ne va in una vecchia casa di legno, a Istanbul. E poi sono dieci anni, dottore, che non ho niente in mano da offrire al mio popolo niente altro che una mela una mela rossa, il mio cuore. È per tutto questo, dottore, e non per l'arteriosclérosi, per la nicotina, per la prigione, che ho quest'angina pectoris. Guardo la notte attraverso le sbarre e malgrado tutti questi muri che mi pesano sul petto il mio cuore batte con la stella più lontana.
Ha una solitudine lo spazio Solitudine il mare Solitudine la morte Ma queste saranno compagnie In confronto a quel punto più profondo Segretezza polare, Un'anima davanti a se stessa: Infinità finita.
L'Eliso è lontano quanto La più vicina della Stanze Se in quella Stanza un Amico attende Felicità o Condanna - Quanta forza contiene l'Anima, Che riesce a sopportare così Il risuonare di un Passo in arrivo - L'aprirsi di una Porta.
Se l'amore deve essermi negato, perché il mattino spezza il suo cuore in canzoni, e perché questi sospiri che il vento del sud disperde tra le foglie appena spuntate ?
Se l'amore deve essermi negato, perché porta la notte, in dolente silenzio, la pena delle stelle ?
E perché questo folle cuore getta getta sconsideratamente la speranza su un mare la cui fine non conosce ?
I tuoi occhi m'interrogano tristi. Vorrebbero sapere i miei pensieri come la luna che scandaglia il mare. Dal principio alla fine ho denudato la mia vita davanti ai tuoi occhi, senza nulla celarti o trattenere. Ed è per questo che non mi conosci. Se fosse soltanto una gemma, la romperei in cento pezzi e con essi farei una catena da mettere attorno al tuo collo. Se fosse soltanto un fiore, rotondo e piccolo e dolce, lo coglierei dallo stelo per metterlo nei tuoi capelli.
Ma è il mio cuore, mia diletta Dove sono le sue spiagge e il suo fondo ? Di questo regno tu ignori i confini e tuttavia sei la sua regina. Se fosse solo un momento di gioia fiorirebbe in un facile sorriso, lo potresti capire in un momento. Se fosse soltanto un dolore si scioglierebbe in limpide lacrime, rivelando il suo più intimo segreto senza dire una sola parola. Ma è il mio cuore, amore mio. Le sue gioie e i suoi dolori sono sconfinati, e infiniti i suoi desideri e le sue ricchezze. Ti è vicino come la tua stessa vita, ma non puoi conoscerlo interamente.
Non chiesi nulla, solo mi fermai al limite del bosco, dietro un albero. Gli occhi dell'alba erano languidi, e la rugiada era ancora nell'aria. Il delicato profumo dell'erba bagnata indugiava nella nebbia sottile che avvolgeva la terra. Sotto un banano mungevi la mucca con le tue mani tenere, fresche come il burro. Io me ne stavo immobile. Non dissi una parola. Fu l'uccello che cantò, nascosto, dal cespuglio. L'albero di mango lasciava cadere i suoi fiori sulla strada del villaggio e le api venivano ronzando, a una a una. Dalla parte dello stagno il cancello del tempio di Shiva era aperto e un fedele aveva iniziato il suo canto. Con il secchio sulle ginocchia tu mungevi la mucca. Io rimasi con il mio secchio vuoto. Non ti venni vicino. Il cielo si destò al suono del gong del tempio. Gli zoccoli delle bestie che andavano al pascolo sollevavano la polvere della strada. Con le brocche piene posate sull'anca, le donne venivano dal fiume. I tuoi bracciali tintinnavano e la schiuma traboccava dal secchio. La mattina passò e io non ti venni vicino.
A lungo durerà il mio viaggio e lunga è la via da percorrere.
Uscii sul mio carro ai primi albori del giorno, e proseguii il mio viaggio attraverso i deserti del mondo lasciai la mia traccia su molte stelle e pianeti.
Sono le vie più remote che portano più vicino a te stesso; è con lo studio più arduo che si ottiene la semplicità d'una melodia.
Il viandante deve bussare a molte porte straniere per arrivare alla sua, e bisogna viaggiare per tutti i mondi esteriori per giungere infine al sacrario più segreto all'interno del cuore.
I miei occhi vagarono lontano prima che li chiudessi dicendo: "Eccoti! "
Il grido e la domanda: "Dove? " si sciolgono nelle lacrime di mille fiumi e inondano il mondo con la certezza: " lo sono! "