Poesie inserite da Simone Sabbatini

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Scritta da: Simone Sabbatini

Insonnia

Fa caldo stanotte: le tre
ma proprio non riesco a dormire; fa caldo.
Il sudore mi bagna le tempie,
nel petto il mio sangue ribolle.
Non dormo; non è tutto qui:
c'è che dentro il mio cuore, frenetico
lavora un mostro delicato,
trasmette al cervello stranissimi impulsi.
È un sentimento misto:
rancore
rabbia
dolore
spiacere
tristezza
angoscia
dubbio.
Mi manca qualcosa,
non ho più la pace,
non ho la certezza che solo un amico sa darti.
E sei stato finora l'amico più stronzo,
che tutto mi dava fuorché le certezze,
ma adesso che non ci parliamo da un giorno
capisco: per questo eri molto importante,
per questo sei molto importante:
non solum, sed etiam.
Capisco che no, non viaggiamo su stesse frequenze,
ma che l'amicizia è tutt'altro che questo.
Per questo non dormo: ho cercato
la sensazionalità dell'evento, scordando
che tu non ti chiami Matteo.
Sapendo che mai fileremo d'accordo
- la tua prepotenza, il mio orgoglio
vigliacco e permaloso,
un po' geloso, un po' stupido, un po'
dignitoso
nel bene e nel male –,
coscienti di questo
cresceremo arricchiti.
A questo io credo.
Per questo so di poter dire che
ti voglio bene.
Composta venerdì 25 agosto 2000
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    Scritta da: Simone Sabbatini

    Esperienza naturale

    Dall'alto di un muro scoglioso
    a picco sui flutti del mare
    sto qui, con la mente in silenzio,
    e i sensi in spontaneo stupore:
    non devo più chiudere gli occhi
    non devo cercare il silenzio
    non devo sforzarmi per niente:
    già volo coi bianchi gabbiani,
    sospeso da un vento violento,
    su schizzi di schiuma marina,
    su rocce giallastro-aranciate,
    su salde fiorite cactacee.
    E i flutti del cuore eccitato
    si fanno più intensi e maestosi;
    nell'animo i bianchi gabbiani
    mi lasciano senza respiro;
    la pietra salmastra degli occhi
    s'accende di fiori imponenti.
    Profumi, sapori e colori
    dal mare m'allagano il sangue
    e inebriano, intensi, la mente.
    O terra di Spagna, mia fonte di vita:
    tu parte del Mondo, emozione infinita!
    Composta martedì 11 aprile 2000
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      Scritta da: Simone Sabbatini

      Zibaldone adriano

      Nessun poeta mai ci canterà
      Cosa c'è di molto strano
      se c'è una luce.
      per sentirci pienamente noi
      non c'è colpa e tu lo sai.
      Circondato da un deserto
      di quello che vorrei
      è matta la vita.
      Amica mia
      il sole adesso
      che per il freddo non sboccia mai
      si è nascosto dietro a un dito.
      Composta mercoledì 1 marzo 2006
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        Scritta da: Simone Sabbatini

        Tictac, tictac, tictac

        E intanto muore qualche punto esclamativo,
        coperto dal rumore dei rintocchi e di campane
        la vita e il tempo, cause d'arte, chissà quanto casuali.
        Ti guardi intorno e smetti, rassegnato e un po' impaurito:
        brusio interiore di molteplici interrogativi
        la vita.

        Arte e stagioni, nebbia di dubbi e d'ambigui perché;
        caso mai per caso, punti di sfogo, nascondimenti
        di chissà quanti altri mali, quali essenze,
        chissà quali e poi chi c'è.
        Composta lunedì 24 settembre 2007
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          Scritta da: Simone Sabbatini

          Polvere (trasparente)

          Troppo complessa è la vita:
          come dire di cosa sia fatta?
          Non so.
          Non sono più certo di niente,
          ma questo non è più un problema;
          e forse l'errore più grande
          è cercare fiducia dagli altri.
          E ora gioco la nostra partita,
          ma non so di che gioco si tratta:
          non ho amici, nemici, né un ruolo,
          ma di certo qualcosa farò.
          So soltanto che tutto è parziale,
          e ogni tutto non si può spiegar tutto;
          sia che poi tu stia bene o stia male
          tutto cambia, e diventa più uguale.
          Silenzio nelle stanze del cervello;
          forse solo un rubinetto che goccia,
          un ricordo di rabbia e paura,
          d'angoscia e di istinto ribelle,
          che il sonno e la chimica del corpo
          ha assopito in innocua memoria.
          Ma ci sarà presto un risveglio, e
          senza sapere se a torto o a ragione,
          ci sarà, questo è certo, poesia.
          Composta mercoledì 23 agosto 2000
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            Scritta da: Simone Sabbatini

            Macchie di cristallo

            La fede è un dono prezioso
            brillante nella notte più assoluta;
            ma, Signore, tu che l'hai lasciata all'Uomo
            credevi davvero potesse restar pura?

            C'è chi l'ha sporcata con la legge,
            Verità sacrificata all'apparenza,
            fatta grido per soffocare il cuore
            svuotare l'anima e affogarvi anche il Tuo nome.
            Ci sono fedi sporche di lavoro
            assoggettate ad un ritorno personale
            molto concrete, fedi di poco spirito.
            Molte altre sono sporche d'ignoranza
            abbarbicate alla superstizione
            occhi offuscati davanti al vero.
            Altre invece sporche solo di sapienza
            arroganza di sentirsi superiore
            e giudicare.
            Ci son macchie d'ogni tipo,
            d'ogni grado di colore:
            esibizione
            copertura
            alibi
            aridità
            acidità
            sesso
            ideologia
            ipocrisia
            pura teoria a cui la vita non sta dietro.

            Ed io? Se gioco mi sporco volentieri.
            Forse non è come volevo: per tenerla pulita
            da tutto
            l'ho messa dietro a un vetro.
            Ma il cristallo del timore spesso è immerso in mille tinte
            per farlo trasparente,
            forse meglio romperlo...

            Signore, tu sei Vita!
            Io un piccolo essere
            che ha sporcato la sua fede con le macchie della vita.
            Composta martedì 4 maggio 2010
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              Scritta da: Simone Sabbatini

              LABIRINTICHE DISTANZE

              Parole maturate nella mente:
              pensieri digeriti dentro al cuore.
              Signore: sbaglio tutti i giorni,
              non so mai regolarmi
              non so come spiegarmi
              ma so che sai già tutto.
              Signore: in un turbine d'egoismo,
              in un vortice d'ipocrisia,
              tra pensieri, parole, ed azioni sbagliate,
              confuso ti chiedo perdono.
              Mi perdo, ho bisogno d'aiuto,
              del tuo.
              Signore: ed io? Quanta la mia ipocrisia?
              l'egoismo, il peccato, il mio male?
              Fino a dove arriverò?
              fino a dove sarà chiuso, sarà duro questo cuore?
              Signore: quanto è lontano,
              quanto sono lontano dal Regno dei Cieli?
              Composta sabato 14 ottobre 2000
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                Scritta da: Simone Sabbatini

                Zibaldone adriano II

                Ho il cuore un po'confuso
                stupidamente:
                Siamo due legati dentro,
                Ma non marciarci sai.
                per il sesso
                non mi vergogno ho pianto.
                Io quante cose non avevo capito
                sei una sirena ma non ami il mare.
                Qui non c'è più un'indicazione
                eppure tu nel centro sei,
                dolce mi facevi tu
                ma dimmi nel profondo chi vuoi.
                Composta mercoledì 1 marzo 2006
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