Poesie inserite da Simone Sabbatini

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Scritta da: Simone Sabbatini

Micromondi visibili e non

Il vento sconquassa le fronde piovose
che tuonano l'aria d'acute frustate;
la nebbia confonde la nuda natura
che suona la sera di freddi rumori.
La terra bagnata si copre di foglie
che cadono l'acqua sull'acqua caduta;
il freddo pungente diventa già ghiaccio
che trema la gente su strade gelanti.
Il buio si veste di bianca magia:
la coltre uniforma i colori del mondo.
Cristalli incantevoli ingannano il tempo:
colpiscono i sensi, l'immaginazione,
producono strane reazioni nel cuore,
nell'anima candide nuove emozioni.
E allora ignoriamo quel mondo nascosto,
la vita protetta dal morbido velo;
quel piccolo mondo sommerso e isolato,
la vita minuscola immersa nel bianco.
Composta lunedì 22 novembre 1999
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    Scritta da: Simone Sabbatini

    Percezioni

    Il mondo sobbalza ad ogni battito di cuore
    come fosse un terremoto in un barattolo di sale.
    E raggiunge l'equilibrio sopra un filo di rugiada
    tra un collasso artificiale e un'esplosione di natura.
    Che stare in bilico è un'arte stabile, il gioco sporco
    della vita che si batte, della storia che diviene.
    Sparisce il mondo ad ogni battito di ciglia
    su questo letto che in altri moti mi somiglia.
    Composta giovedì 26 gennaio 2006
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      Scritta da: Simone Sabbatini

      Che cosa ancora?

      Non potevano bastare quelle lacrime bloccate
      dalla vergogna amara del non sentire niente;
      non bastava certamente quell'angoscia e quel dolore
      per i quali cerchi un alibi e ne trovi poi un milione,
      ed altre mille false scuse da non credere più a nulla.
      Non può bastar davvero questo senso di impotenza
      questo vuoto che t'aiuta neanche prendere coscienza
      dell'attaccamento al male, la ricerca d'un malore
      un buon motivo per morire tra la rabbia e il non-sudore.
      Ci voleva senza dubbio questo tumido torpore,
      questo tiepido calore, questo torbido rumore
      di treno che rinforza e adesso svelto fila
      sul mare dei giorni d'oggi senza sale né onde,
      senza iceberg o punte profonde
      profuse tra l'amarezza dolce d'una stupida poesiola
      e la valanga triste della neve in questa scuola.
      Composta venerdì 24 giugno 2005
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        Scritta da: Simone Sabbatini

        Turista dell'anima estiva

        Nasce un sentimento:
        nuovo o troppo vecchio,
        c'è sempre più paura
        che grida alla ragione
        per una spiegazione.
        A volte c'è finzione
        o immaginazione.
        Ma è quando la risposta è
        Non c'è razionalità,
        che allora che si fa?
        Che allora questi vuoti,
        questi buchi
        Memoria...
        Coscienza...
        Storia...
        E allora c'è questo temporale
        (per me meravigliosa compagnia),
        che dentro piango e rido
        e il cielo piange e ride
        lacrime portate dal vento
        sotto questo fazzoletto di stelle
        assediate, abbagliate dal sole
        fulmineo,
        d'un lampo ch'è sera e mattino,
        d'un tuono, d'un sogno vicino
        turista dell'anima estiva.
        Composta venerdì 20 luglio 2001
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          Scritta da: Simone Sabbatini

          Turista dell'anima estiva

          Nasce un sentimento:
          nuovo o troppo vecchio,
          c'è sempre più paura
          che grida alla ragione
          per una spiegazione.
          A volte c'è finzione
          o immaginazione.
          Ma è quando la risposta è
          Non c'è razionalità,
          che allora che si fa?
          Che allora questi vuoti,
          questi buchi
          Memoria...
          Coscienza...
          Storia...
          E allora c'è questo temporale
          (per me meravigliosa compagnia),
          che dentro piango e rido
          e il cielo piange e ride
          lacrime portate dal vento
          sotto questo fazzoletto di stelle
          assediate, abbagliate dal sole
          fulmineo,
          d'un lampo ch'è sera e mattino,
          d'un tuono, d'un sogno vicino
          turista dell'anima estiva.
          Composta venerdì 20 luglio 2001
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            Scritta da: Simone Sabbatini

            Binari

            Su questo treno l'amore viaggia dentro i nostri cuori,
            ce lo teniamo stretto un po' per vergogna un po' per coraggio,
            ce lo teniamo stretto per non farlo uscire fuori.
            Sarà solo un errore o la rinuncia
            che quotidianamente lasciamo sui binari?
            Qui è sempre primavera: anche se nevica,
            se fuori fa bufera, e l'acqua scivola,
            se il cielo è grigio gelo, e il vento mormora
            a bruni eroi tenaci ch'è quasi giunta l'ora,
            dei bruni eroi perdenti già porta via le prime
            che bruni eroi pendenti li lascia nella brina.
            Qualunque vista veda attraverso il finestrino,
            l'amore non s'accorge, o se ne frega; vuole Maggio,
            e Maggio fa. Perché si sa, l'amore è cieco.
            Che sia per cattiveria o forse solo per natura,
            il nostro un po' ci marcia, e s'approfitta;
            ma come biasimarlo, la nostra presa è stretta,
            e a volte pare morto. Ma fa finta
            per noi, che il dubbio non fa grandi, ma spaventa,
            e codardi lo lasciamo nel suo buio. E non si sente.
            È il rimorso che ci prende, quella colpa
            che cammina a passi lunghi nei vagoni, gli occhi seri;
            o più semplicemente ci sentiamo troppo soli,
            vuoti a rendere buttati là, ad inquinarci. E lui non torna
            se lo chiami, aspetta invece che dormiamo
            per riprenderci e donarci finalmente un po' di sole.
            Ma sempre meno lacrime ormai bagnano i sedili,
            perché siamo abituati: non si ferma alle stazioni,
            e seduti oppure in piedi tutto accade nei calzoni,
            qui nessuno scende o sale, e se sale o scende è uguale.
            Senza fine il nostro viaggio, senza mèta i nostri sogni,
            si continua a andare avanti per inerzia, certi solo che bisogna.
            Speranzosi, questo è vero, forse un giorno di cambiare,
            ma pur troppo coraggiosi, troppo fieri,
            e troppo incerti di sbagliare.
            Composta venerdì 24 giugno 2005
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              Scritta da: Simone Sabbatini

              ... phfffhh

              Questa storia questa notte nel mio cuore fa paura
              vado in giro ormai straniero per il mondo e per la gente,
              e con l'anima che dentro puzza.
              Sono solo con me stesso, col dolore e con l'angoscia
              son tradito, abbandonato come un cane, e bastonato
              anche se poi non è vero,
              anche se poi non è così.
              Ce l'ho con tutti e con nessuno,
              questo sentimento nuovo
              è così vecchio, troppo vecchio, troppo stanco per morire.
              Composta domenica 18 febbraio 2001
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                Scritta da: Simone Sabbatini

                Letterature

                La vita è un libro lunghissimo e noioso
                mattone raccontato in ogni singolo minuto
                particolare.
                Maschere strane, singolari,
                un po' creature un po' invenzioni,
                un po' finzioni e un po' creatori
                protagonisti lettori
                mezze comparse e mezzi autori,
                viaggiamo.
                E andando decidiamo, o ci proviamo
                a spostare il punto, dove metterlo
                riempiendo il vuoto tra una riga e il sole,
                tra la vita e il dolore.
                Un piede sulla scena, l'altro tra le quinte
                c'è chi sfoglia e si fa vento
                che cancella le parole, o che le sfiora
                solo, o le innamora. E c'è chi fuma
                pagine incendiate del nostro tempo andato...
                chi copia incolla, e c'è chi taglia. Per paura
                rabbia distrazione calcolo o magia
                ci tuffiamo in certi casi gli occhi chiusi in qualche apnea
                pagine incollate, zone inesplorate,
                che in fondo è meglio il vuoto (o almeno
                ci piace attraversarlo).
                Così la storia
                viene fuori e si consuma insieme,
                nell'aria e nelle vene,
                incidente ed emozione.
                Composta sabato 19 dicembre 2009
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