Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo ad uscire dal mare? L'ultimo è tornato a casa senza chiudere il coperchio del mare E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato I ciliegi, le dalie, le creste di gallo I girasoli, le margherite e i papaveri Perché continuano a fiorire Ancora e ancora In questo mondo senza te?
La terra è sommersa fino alle ginocchia dall'acqua del mare Le maree aumentano e influenzano la luna E visto che il mare è rimasto scoperchiato La luna si è gonfiata in un plenilunio fasullo Non guardare il viola all'esterno Dell'iride che circonda la luna: è un veleno! I melograni, le akebia, i fichi I mirtilli, le fragole di bosco e l'uva selvatica Perché continuano a maturare Ancora e ancora In questo mondo senza te?
Le donne piangono e anche gli uomini piangono guarda! La tristezza gli arriva all'altezza dei pantaloni E visto che il mare è rimasto scoperchiato La notte si estende sempre più senza mai sovrapporsi Ormai è da giorni che siamo fermi a ieri Nessuno in città se n'è accorto Orione, Canopo, Perseo, Cassiopea e l'Orsa Maggiore Perché continuano ad apparire Ancora e ancora In questo mondo senza te?
Di qui in avanti io Incontrerò ancora molte persone "Buongiorno" "Bel tempo, eh?" "Che pioggia fastidiosa!" "Stia bene!" In questo mondo senza te...
Buongiorno Buonasera Scusi, che ore sono? Siete stati tutti bene dall'ultima volta che ci siamo visti? Permesso? Ti amo Ci vediamo dopo Ultimamente le giornate si sono accorciate, eh? Anche oggi c'è un'umidità terribile Bene o male, anche quest'anno sta per finire Dicano pure quello che vogliono, niente batte il mare d'estate Addio, non ci vedremo mai più! Pronto? Pronto? Le chiedo scusa per l'altro giorno Le chiedo perdono per l'altro giorno Le chiedo venia per l'altro giorno Le chiedo... Al momento siamo assenti Ad ogni modo, piove moltissimo...
Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo ad uscire dal mare? L'ultimo è tornato a casa Senza chiudere il coperchio del mare E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato.
Il mio sguardo è nitido come un girasole. Ho l'abitudine di camminare per le strade guardando a destra e a sinistra e talvolta guardando dietro di me... E ciò che vedo a ogni momento è ciò che non avevo mai visto prima, e so accorgermene molto bene. So avere lo stupore essenziale che avrebbe un bambino se, nel nascere, si accorgesse che è nato davvero... Mi sento nascere a ogni momento per l'eterna novità del Mondo...
Credo al mondo come a una margherita, perché lo vedo. Ma non penso ad esso, perché pensare è non capire... Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui, (pensare è un'infermità degli occhi) ma per guardarlo ed essere in armonia con esso...
Io non ho filosofia: ho sensi. Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è, ma perché l'amo, e l'amo per questo perché chi ama non sa mai quello che ama, né sa perché ama, né cosa sia amare...
Amare è l'eterna innocenza, e l'unica innocenza è non pensare...
Prima di venire Portami tre rose rosse Prima di venire Portami un grosso ditale Perché devo ricucirmi il cuore E portami una lunga pazienza Grande come un telo d'amore Prima di venire Dai un calcio al muro di fronte Perché li dentro c'è la spia Che ha guardato in faccia il mio amore Prima di venire Socchiudi piano la porta E se io sto piangendo Chiama i violini migliori Prima di venire Dimmi che sei già andato via Perché io mi spaventerei E prima di andare via Smetti di salutarmi Perché a lungo io non vivrei.
"A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio".
Ma uno come me dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è apprestata una tana?
S'io fossi piccolo come il grande oceano, mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea, accarezzando la luna.
Dove trovare un'amata uguale a me? Angusto sarebbe il cielo per contenerla!
O s'io fossi povero come un miliardario... Che cos'è il denaro per l'anima? Un ladro insaziabile s'annida in essa: all'orda sfrenata di tutti i miei desideri non basta l'oro di tutte le Californie!
S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca... Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi... Struggersi in cenere. E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo: pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto le amanti di tutti i secoli.
O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo con un brivido l'intrepido eremo della terra... Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.
Le comete torceranno le braccia fiammeggianti, gettandosi a capofitto dalla malinconia.
Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti s'io fossi appannato come il sole...
Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore il grembo dimagrato della terra?
Passerò trascinando il mio enorme amore in quale notte delirante e malaticcia?
Da quali Golia fui concepito così grande, e così inutile?
In realtà c'erano diversi tipi di silenzi: quello della notte. Ci era necessario; quello del compagno che ci lasciava piano; quello che osservavamo in segno di lutto; quello del sangue che circola lento; quello che ci ragguagliava sugli spostamenti degli scorpioni; quello delle immagini che ci passavamo e ripassavamo nella mente; quello delle guardie che tradiva stanchezza e routine; quello dell'ombra dei ricordi bruciati; quello del cielo plumbeo di cui non ci perveniva quasi nessun segno; quello dell'assenza, l'accecante assenza della vita. Il silenzio più duro, più insopportabile, era quello della luce. Un silenzio potente e molteplice. C'era il silenzio della notte, sempre uguale, e poi c'erano i silenzi della luce. Una lunga e interminabile assenza.
Nella montagna nera il torrente delira a voce alta a quella stessa ora avanzi tra precipizi nel tuo corpo sopito Il vento lotta al buio col tuo sogno boscaglia verde e bianca quercia fanciulla quercia millenaria il vento ti sradica e trascina e rade al suolo apre il tuo pensiero e lo disperde Turbine i tuoi occhi turbine il tuo ombelico turbine e vuoto Il vento ti spreme come un grappolo temporale sulla tua fronte temporale sulla tua nuca e sul tuo ventre Come un ramo secco il vento ti sbalza Nel tuo sogno entra il torrente mani verdi e piedi neri rotola per la gola di pietra nella notte annodata al tuo corpo di montagna sopita Il torrente delira fra le tue cosce soliloquio di pietre e d'acqua Sulle scogliere della tua fronte passa come un fiume d'uccelli Il bosco reclina il capo come un toro ferito il bosco s'inginocchia sotto l'ala del vento ogni volta più alto il torrente delira ogni volta più fondo nel tuo corpo sopito ogni volta più notte.
In quel preciso momento l'uomo disse: che cosa non darei per la gioia di stare al tuo fianco in Islanda sotto il gran giorno immobile e condividerlo adesso come si condivide la musica o il sapore di un frutto. In quel preciso momento l'uomo le stava accanto in Islanda.
Non ho camminato nei tuoi sogni, né mi sono mostrato in mezzo alla folla, non sono apparso nel cortile dove pioveva o meglio cominciava a piovere (questo verso lo cancello e non lo sostituirò), era allettante credere, come uno stupido, che ti avrei incontrato presto, eri tu che mi apparivi in sogno (e mi prendeva una dolce tenerezza), mi sistemavi i capelli sulle tempie. Quell'autunno perfino le poesie in parte mi riuscivano bene (però mancava sempre un verso o una rima per essere felice).