Poesie inserite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

Il coperchio del mare

Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo ad uscire dal mare?
L'ultimo è tornato a casa senza chiudere il coperchio del mare
E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato
I ciliegi, le dalie, le creste di gallo
I girasoli, le margherite e i papaveri
Perché continuano a fiorire
Ancora e ancora
In questo mondo senza te?

La terra è sommersa fino alle ginocchia dall'acqua del mare
Le maree aumentano e influenzano la luna
E visto che il mare è rimasto scoperchiato
La luna si è gonfiata in un plenilunio fasullo
Non guardare il viola all'esterno
Dell'iride che circonda la luna: è un veleno!
I melograni, le akebia, i fichi
I mirtilli, le fragole di bosco e l'uva selvatica
Perché continuano a maturare
Ancora e ancora
In questo mondo senza te?

Le donne piangono e anche gli uomini piangono guarda!
La tristezza gli arriva all'altezza dei pantaloni
E visto che il mare è rimasto scoperchiato
La notte si estende sempre più senza mai sovrapporsi
Ormai è da giorni che siamo fermi a ieri
Nessuno in città se n'è accorto
Orione, Canopo, Perseo,
Cassiopea e l'Orsa Maggiore
Perché continuano ad apparire
Ancora e ancora
In questo mondo senza te?

Di qui in avanti io
Incontrerò ancora molte persone
"Buongiorno" "Bel tempo, eh?" "Che pioggia fastidiosa!" "Stia bene!"
In questo mondo senza te...

Buongiorno Buonasera Scusi, che ore sono? Siete stati tutti bene dall'ultima volta che ci siamo visti? Permesso? Ti amo Ci vediamo dopo Ultimamente le giornate si sono accorciate, eh? Anche oggi c'è un'umidità terribile Bene o male, anche quest'anno sta per finire Dicano pure quello che vogliono, niente batte il mare d'estate Addio, non ci vedremo mai più! Pronto? Pronto? Le chiedo scusa per l'altro giorno Le chiedo perdono per l'altro giorno Le chiedo venia per l'altro giorno Le chiedo... Al momento siamo assenti Ad ogni modo, piove moltissimo...

Alla fine dell'estate chi è stato l'ultimo ad uscire dal mare?
L'ultimo è tornato a casa
Senza chiudere il coperchio del mare
E da allora per tutto questo tempo il mare è rimasto scoperchiato.
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    Scritta da: Eclissi
    Il mio sguardo è nitido come un girasole.
    Ho l'abitudine di camminare per le strade
    guardando a destra e a sinistra
    e talvolta guardando dietro di me...
    E ciò che vedo a ogni momento
    è ciò che non avevo mai visto prima,
    e so accorgermene molto bene.
    So avere lo stupore essenziale
    che avrebbe un bambino se, nel nascere,
    si accorgesse che è nato davvero...
    Mi sento nascere a ogni momento
    per l'eterna novità del Mondo...

    Credo al mondo come a una margherita,
    perché lo vedo. Ma non penso ad esso,
    perché pensare è non capire...
    Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
    (pensare è un'infermità degli occhi)
    ma per guardarlo ed essere in armonia con esso...

    Io non ho filosofia: ho sensi.
    Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,
    ma perché l'amo, e l'amo per questo
    perché chi ama non sa mai quello che ama,
    né sa perché ama, né cosa sia amare...

    Amare è l'eterna innocenza,
    e l'unica innocenza è non pensare...
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      Scritta da: Eclissi

      Prima di venire

      Prima di venire
      Portami tre rose rosse
      Prima di venire
      Portami un grosso ditale
      Perché devo ricucirmi il cuore
      E portami una lunga pazienza
      Grande come un telo d'amore
      Prima di venire
      Dai un calcio al muro di fronte
      Perché li dentro c'è la spia
      Che ha guardato in faccia il mio amore
      Prima di venire
      Socchiudi piano la porta
      E se io sto piangendo
      Chiama i violini migliori
      Prima di venire
      Dimmi che sei già andato via
      Perché io mi spaventerei
      E prima di andare via
      Smetti di salutarmi
      Perché a lungo io non vivrei.
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        Scritta da: Eclissi

        All'amato me stesso

        Quattro. Pesanti come un colpo.

        "A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio".

        Ma uno come me dove potrà ficcarsi?

        Dove mi si è apprestata una tana?

        S'io fossi piccolo come il grande oceano,
        mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea,
        accarezzando la luna.

        Dove trovare un'amata uguale a me?
        Angusto sarebbe il cielo per contenerla!

        O s'io fossi povero come un miliardario... Che cos'è il denaro per l'anima?
        Un ladro insaziabile s'annida in essa:
        all'orda sfrenata di tutti i miei desideri
        non basta l'oro di tutte le Californie!

        S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca...
        Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi...
        Struggersi in cenere.
        E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo:
        pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto
        le amanti di tutti i secoli.

        O s'io fossi silenzioso, umil tuono... Gemerei stringendo
        con un brivido l'intrepido eremo della terra...
        Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.

        Le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
        gettandosi a capofitto dalla malinconia.

        Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
        s'io fossi appannato come il sole...

        Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore
        il grembo dimagrato della terra?

        Passerò trascinando il mio enorme amore
        in quale notte delirante e malaticcia?

        Da quali Golia fui concepito
        così grande,
        e così inutile?
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          Scritta da: Eclissi
          In realtà c'erano diversi tipi di silenzi:
          quello della notte. Ci era necessario;
          quello del compagno che ci lasciava piano;
          quello che osservavamo in segno di lutto;
          quello del sangue che circola lento;
          quello che ci ragguagliava sugli spostamenti degli scorpioni;
          quello delle immagini che ci passavamo e ripassavamo nella mente;
          quello delle guardie che tradiva stanchezza e routine;
          quello dell'ombra dei ricordi bruciati;
          quello del cielo plumbeo di cui non ci perveniva quasi nessun segno;
          quello dell'assenza, l'accecante assenza della vita.
          Il silenzio più duro, più insopportabile, era quello della luce. Un silenzio potente e molteplice. C'era il silenzio della notte, sempre uguale, e poi c'erano i silenzi della luce. Una lunga e interminabile assenza.
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            Scritta da: Eclissi

            Temporale

            Nella montagna nera
            il torrente delira a voce alta
            a quella stessa ora
            avanzi tra precipizi
            nel tuo corpo sopito
            Il vento lotta al buio col tuo sogno
            boscaglia verde e bianca
            quercia fanciulla quercia millenaria
            il vento ti sradica e trascina e rade al suolo
            apre il tuo pensiero e lo disperde
            Turbine i tuoi occhi
            turbine il tuo ombelico
            turbine e vuoto
            Il vento ti spreme come un grappolo
            temporale sulla tua fronte
            temporale sulla tua nuca e sul tuo ventre
            Come un ramo secco
            il vento ti sbalza
            Nel tuo sogno entra il torrente
            mani verdi e piedi neri
            rotola per la gola
            di pietra nella notte
            annodata al tuo corpo
            di montagna sopita
            Il torrente delira
            fra le tue cosce
            soliloquio di pietre e d'acqua
            Sulle scogliere
            della tua fronte passa
            come un fiume d'uccelli
            Il bosco reclina il capo
            come un toro ferito
            il bosco s'inginocchia
            sotto l'ala del vento
            ogni volta più alto
            il torrente delira
            ogni volta più fondo
            nel tuo corpo sopito
            ogni volta più notte.
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              Scritta da: Eclissi
              Non ho camminato nei tuoi sogni,
              né mi sono mostrato in mezzo alla folla,
              non sono apparso nel cortile
              dove pioveva o meglio cominciava
              a piovere (questo verso
              lo cancello e non lo sostituirò),
              era allettante credere, come uno stupido,
              che ti avrei incontrato presto,
              eri tu che mi apparivi in sogno
              (e mi prendeva una dolce tenerezza),
              mi sistemavi i capelli sulle tempie.
              Quell'autunno perfino le poesie
              in parte mi riuscivano bene
              (però mancava sempre un verso o una rima
              per essere felice).
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