Le migliori poesie inserite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

La dicha (La felicità)

El que abraza a una mujer es Adán. La mujer es Eva.
Todo sucede por primera vez.
He visto una cosa blanca en el cielo. Me dicen que es la luna, pero
qué puedo hacer con una palabra y con una mitología.
Los árboles me dan un poco de miedo. Son tan hermosos.
Los tranquilos animales se acercan para que yo les diga su nombre.
Los libros de la biblioteca no tienen letras. Cuando los abro surgen.
Al hojear el atlas proyecto la forma de Sumatra.
El que prende un fósforo en el oscuro está inventando el fuego.
En el espejo hay otro que acecha.
El que mira el mar ve a Inglaterra.
El que profiere un verso de Liliencron ha entrado en la batalla.
He soñado a Cartago y a las legiones que desolaron a Cartago.
He soñado la espada y la balanza.
Loado sea el amor en el que no hay poseedor ni poseída,
pero los dos se entregan.
Loada sea la pesadilla, que nos revela que podemos crear el infierno.
El que desciende a un río desciende al Ganges.
El que mira un reloj de arena ve la disolución de un imperio.
El que juega con un puñal presagia la muerte de César.
El que duerme es todos los hombres.
En el desierto vi la joven Esfinge que acaban de labrar.
Nada hay tan antiguo bajo el sol.
Todo sucede por primera vez, pero de un modo eterno.
El que lee mis palabras está inventándolas.

Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
Che posso fare con una parola e con una mitologia?
Gli alberi mi fanno un poco paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome.
I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono.
Sfogliando l'Atlante progetto la forma di Sumatra.
Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c'è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l'Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Sia lodato l'amore in cui non ci sono né possessore né posseduta,
ma entrambi si donano.
Sia lodato l'incubo che ci rivela che possiamo creare l'Inferno.
Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.
Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c'è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.
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    Scritta da: Eclissi

    Verrò quando sarai più triste

    Verrò quando sarai più triste,
    steso nell'ombra che sale alla tua stanza;
    quando il giorno demente ha perso il suo tripudio,
    e il sorriso di gioia è ormai bandito
    dalla malinconia pungente della notte.

    Verrò quando la verità del cuore
    dominerà intera, non obliqua,
    ed il mio influsso si di te stendendosi,
    farà acuta la pena, freddo il piacere,
    e la tua anima porterà lontano.

    Ascolta, è proprio l'ora,
    l'ora tremenda per te:
    non senti rullarti nell'anima
    uno scroscio di strane emozioni,
    messaggere di un comando più austero,
    araldi di me?
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      Scritta da: Eclissi

      Il 16 maggio 1973

      Una delle tante date
      Che non mi dicono più nulla.

      Dove sono andata quel giorno,
      che cosa ho fatto – non lo so.

      Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
      - non avrei un alibi.

      Il sole sfolgorò e si spense
      Senza che ci facessi caso.
      La terra ruotò
      e non ne presi nota.

      Mi sarebbe più lieve pensare
      Di essere morta per poco,
      piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
      benché sia vissuta senza interruzioni.

      Non ero un fantasma, dopotutto,
      respiravo, mangiavo,
      si sentiva
      il rumore dei miei passi,
      e le impronte delle mie dita
      dovevano restare sulle maniglie.

      Lo specchio rifletteva la mia immagine.
      Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
      Certamente più d'uno mi vide,

      Forse quel giorno
      Trovai una cosa andata perduta.
      Forse ne persi una trovata poi.

      Ero colma di emozioni e impressioni.
      Adesso tutto questo è come
      Tanti puntini tra parentesi.

      Dove mi ero rintanata,
      dove mi ero cacciata –
      niente male come scherzetto
      perdermi di vista così.

      Scuoto la mia memoria –
      Forse tra i suoi rami qualcosa
      Addormentato da anni
      Si leverà con un frullo.
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        Scritta da: Eclissi

        Pioggia

        La pioggia ha un vago segreto di tenerezza,
        una sonnolenza rassegnata e amabile,
        una musica umile si sveglia con lei
        e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio

        è un bacio azzurro che riceve la Terra,
        il mito primitivo che si rinnova.
        Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
        con una pace da lunghe sere.

        È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
        e ci unge con lo spirito santo dei mari.
        Quella che sparge la vita sui seminati
        e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.

        La nostalgia terribile di una vita perduta,
        il fatale sentimento di esser nati tardi,
        o l'illusione inquieta di un domani impossibile
        con l'inquietudine vicina del color della carne.

        L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
        il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
        ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
        nel contemplare le gocce morte sui vetri.

        E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
        il bianco infinito che le generò.

        Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
        e vi lascia divine ferite di diamante.
        Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
        ciò che la folla dei fiumi ignora.

        O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
        pioggia tranquilla e serena di campana e di dolce luce,
        pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
        quando amorosa e triste cadi sopra le cose!

        O pioggia francescana che porti in ogni goccia
        anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
        Quando scendi sui campi lentamente
        le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.

        Il canto primitivo che dici al silenzio
        e la storia sonora che racconti ai rami
        il mio cuore deserto li commenta
        in un nero e profondo pentagramma senza chiave.

        La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
        tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
        ho all'orizzonte una stella accesa
        e il cuore mi impedisce di contemplarla.

        O pioggia silenziosa che gli alberi amano
        e sei al piano dolcezza emozionante:
        dà all'anima le stesse nebbie e risonanze
        che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
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          Scritta da: Eclissi

          Elegia del silenzio

          Silenzio, dove porti
          il tuo vetro appannato
          di sorrisi, di parole
          e di pianti dell'albero?
          Come pulisci, silenzio,
          la rugiada del canto
          e le macchie sonore
          che i mari lontani
          lasciano sul bianco
          sereno del tuo velo?
          Chi chiude le tue ferite
          quando sopra i campi
          qualche vecchia noria
          pianta il suo lento dardo
          sul tuo vetro immenso?

          Dove vai se al tramonto
          ti feriscono le campane
          e spezzano il tuo riposo
          gli sciami delle strofe
          e il gran rumore dorato
          che cade sopra i monti
          azzurri singhiozzando?

          L'aria dell'inverno
          spezza il tuo azzurro
          e taglia le tue foreste
          il lamento muto
          di qualche fonte fredda.

          Dove posi le mani,
          la spina del riso
          o il bruciante fendente
          della passione trovi.

          Se vai agli astri
          il solenne concerto
          degli uccelli azzurri
          rompe il grande equilibrio
          del tuo segreto pensiero.

          Fuggendo il suono
          sei anche tu suono,
          spettro d'armonia,
          fumo di grido e di canto.
          Vieni a dirci
          la parola infinita
          nelle notti oscure
          senza alito, senza labbra.

          Trafitto da stelle
          e maturo di musica,
          dove porti, silenzio,
          il tuo dolore extraumano,
          dolor di esser prigioniero
          nella ragnatela melodica,
          cieco per sempre
          il tuo sacro fonte?
          Oggi le tue onde trascinano
          con torbidi pensieri
          la cenere sonora
          e il dolore del passato.
          Gli echi dei gridi
          che svanirono per sempre.
          Il tuono remoto
          del mare, mummificato.

          Se Geova dorme
          sali al trono splendente,
          spezzagli in fronte
          una stella spenta
          e lascia davvero
          la musica eterna,
          l'armonia sonora
          di luce, e intanto
          torna alla tua fonte,
          dove nella notte eterna,
          prima di Dio e del tempo
          sgorgavi in pace.
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            Scritta da: Eclissi

            Casida delle colombe oscure

            Sui rami dell'alloro
            camminano due colombe oscure.
            L'una era il sole,
            l'altra la luna.
            "Casigliane mie," chiesi,
            "dove sta la mia sepoltura?"
            "Nella mia coda", disse il sole.
            "Nella mia gola", disse la luna.
            Ed io che andavo camminando
            con la terra alla cintola
            vidi due aquile di neve
            e una ragazza nuda.
            L'una era l'altra
            e la ragazza era nessuna.
            "Care aquile, " chiesi,
            "dove sta la mia sepoltura?"
            "Nella mia coda", disse il sole.
            "Nella mia gola", disse la luna.
            Sui rami dell'alloro
            vidi due colombe nude.
            L'una era l'altra
            ed entrambe nessuna.
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