Le migliori poesie inserite da Eclissi

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Scritta da: Eclissi

Lo sforzo umano

Lo sforzo umano
non è quel bel giovane sorridente
ritto sulla sua gamba di gesso
o di pietra
e che mostra grazie ai puerili artifici dello scultore
la stupida illusione
della gioia della danza e del giubilo
evocante con l'altra gamba in aria
la dolcezza del ritorno a casa
No
Lo sforzo umano non porta un fanciullo sulla spalla destra
un altro sulla testa
e un terzo sulla spalla sinistra
con gli attrezzi a tracolla
e la giovane moglie felice aggrappata al suo braccio
Lo sforzo umano porta un cinto erniario
e le cicatrici delle lotte
intraprese dalla classe operaia
contro un mondo assurdo e senza leggi
Lo sforzo umano non possiede una vera casa
esso ha l'odore del proprio lavoro
ed è intaccato ai polmoni
il suo salario è magro
e così i suoi figli
lavora come un negro
e il negro lavora come lui
Lo sforzo umano no ha il savoir-vivre
Lo sforzo umano non ha l'età della ragione
lo sforzo umano ha l'età delle caserme
l'età dei bagni penali e delle prigioni
l'età delle chiese e delle officine
l'età dei cannoni
e lui che ha piantato dappertutto i vigneti
e accordato tutti i violini
si nutre di cattivi sogni
si ubriaca con il cattivo vino della rassegnazione
e come un grande scoiattolo ebbro
vorticosamente gira senza posa
in un universo ostile
polveroso e dal soffitto basso
e forgia senza fermarsi la catena
la terrificante catena in cui tutto s'incatena
la miseria il profitto il lavoro la carneficina
la tristezza la sventura l'insonnia la noia
la terrificante catena d'oro
di carbone di ferro e d'acciaio
di scoria e polvere di ferro
passata intorno al collo
di un mondo abbandonato
la miserabile catena
sulla quale vengono ad aggrapparsi
i ciondoli divini
le reliquie sacre
le croci al merito le croci uncinate
le scimmiette portafortuna
le medaglie dei vecchi servitori
i ninnoli della sfortuna
e il gran pezzo da museo
il gran ritratto equestre
il gran ritratto in piedi
il gran ritratto di faccia di profilo su un sol piede
il gran ritratto dorato
il gran ritratto del grande indovino
il gran ritratto del grande imperatore
il gran ritratto del grande pensatore
del gran camaleonte
del grande moralizzatore
del dignitoso e triste buffone
la testa del grande scocciatore
la testa dell'aggressivo pacificatore
la testa da sbirro del grande liberatore
la testa di Adolf Hitler
la testa del signor Thiers
la testa del dittatore
la testa del fucilatore
di non importa qual paese
di non importa qual colore
la testa odiosa
la testa disgraziata
la faccia da schiaffi
la faccia da massacrare
la faccia della paura.
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    Scritta da: Eclissi

    Alba

    Mi corazón oprimido
    siente junto a la alborada
    el dolor de sus amores
    y el sueño de las distancias.
    La luz de la aurora lleva
    semillero de nostalgias
    y la tristeza sin ojos
    de la médula del alma.
    La gran tumba de la noche
    su negro velo levanta
    para ocultar con el día
    la inmensa cumbre estrellada.

    ¡Què harè yo sobre estos campos
    cogiendo nidos y ramas,
    rodeado de la aurora
    y llena de noche el alma!
    ¡Què harè si tienes tus ojos
    muertos a las luces claras
    y no ha de sentir mi carne
    el calor de tus miradas!

    ¿Por què te perdì por siempre
    en aquella tarde clara?
    Hoy mi pecho està reseco
    como una estrella apagada.
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      Scritta da: Eclissi
      Abbandono me stessa
      Nell'istinto assoluto
      Che si accende dal mio buio
      Avvolgendomi di sensi
      E di slanci
      Si annulla lo spazio
      Svanisce la materialità delle cose intorno
      Sono passione, adesso
      Sono vento
      Sono l'impeto di attraversare l'inconsistenza del tempo
      La voglia famelica di superare la tua assenza
      E raggiungerti sulla tua pelle
      Abbandonarmi ai i tuoi vortici che mi ingoiano
      E risucchiano nelle tue profondità di Luce
      Smarrirmi nella trama della tua carne
      Sprigionarmi da me nell'ansia assetata delle tue mani coraggiose
      E liriche
      Libera
      Riempirmi di te
      Lasciarmi inondare dall'impetuoso incedere della tua testa
      Irretire nella tua ragione, nella tua follia
      Nella Libertà primordiale della tua Anima piena.
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        Scritta da: Eclissi
        Un tango nostalgico e struggente
        Danzato in un abbraccio che iniettava veleno
        Abbandonata tra braccia e movenze
        Seguivo un corpo bugiardo di intense illusioni
        Era un vortice, era tempo fermo e sospeso
        Era carne che sapeva vestirsi e svestirsi
        Di promesse e disprezzo
        Era bugia appassionata
        E sublime
        Sussurrata sulla pelle
        E le parole erano gocce, scorrevano sulle mie dune
        Annidandosi nelle mie conche assetate
        Stillando il loro perverso lirismo
        Là dove ero più fragile.
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          Scritta da: Eclissi

          (Io) Farfalla Notturna

          Nuda di colori
          Rotte le catene della luce e dell'ombra
          Del chiarore abbagliante dell'evidenza
          Schiava sei
          Del tuo errare notturno.
          Invisibili trame di desiderio
          Sospingono il tuo inquieto incedere
          E nel buio elettrico di sospiri e danze
          Carezzano le tue ali...
          Coralli lunari si schiudono tra le tue fibre!
          Marea odorosa t'inebria di Assoluto
          Vacilla la tua Follia
          Divorata d'Amore ed incensi
          Spezza il respiro la tua Sete ingorda
          Famelica sei – farfalla notturna –
          Affamato il tuo battere d'Ali!
          Disperato il tuo bruciare, lirica e immensa!
          Trema il tuo Essere!
          Trema la Terra, sussulta la Notte!
          Grida il cuore impazzito!
          Spingi il tuo volo tra dita struggenti
          Esplodi nell'abbraccio di Luce!
          E ti infrangi
          In mille scintille Appassionate...
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            Scritta da: Eclissi

            Ad altri da te

            Amico da nemico io ti sfido
            Tu con monete false nella borsa degli occhi,
            Tu amico mio dall'aria accattivante
            Che per vera mi rifilasti la menzogna
            Mentre spiavi bronzeo i miei più gelosi pensieri
            Che mi allettasti con luccicanti pezzi d'occhio
            finché il dente goloso del mio affetto trovò il duro
            E scricchiolò, e io inciampai e succhiai,
            Tu che ora evoco a stare come un ladro
            Nella memoria, moltiplicato da specchi,
            In sofferente inobliabile atto,
            Mano lesta nel guanto di velluto
            E un martello contro il mio cuore
            Eri una volta una tale creatura, un così allegro,
            Schietto, spassionato compagno,
            Che non avrei mai detto né creduto
            Mentre una verità spostavi nell'aria,
            Che per quanto li amassi per i loro difetti
            Come per i loro pregi,
            I miei amici non erano che nemici sui trampoli
            Con la testa fra nuvole d'astuzia!
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