Scritto da: Salvatore Currò
U suvecchiu iè comu u mancante.
L'aver troppo è come il non aver affatto.
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U suvecchiu iè comu u mancante.
L'aver troppo è come il non aver affatto.
Anghe la prèscia vòle lu tembu sua.
Anche la fretta ha bisogno di tempo.
Astipa e miette 'ncore, quanno è tiempo caccia fore.
Conserva e tienilo in cuore, al momento opportuno tiralo fuori.
'O pietto forte vince a mala sciorta.
Chi è forte supera i colpi di sfortuna.
Scafate, schifate: mal'acqua, mala ggente, pure ll'evere è fetente.
Scafati, schifatela: cattiva acqua, cattiva gente ed anche l'erba è maleodorante.
A taevla e a laet. An vol i rispaet.
A tavola e a letto. Non ci vuole rispetto.
U acidde pisce u litte, e u cule pigghie mazzate.
L'uccellino bagna il letto e il culetto prende le botte.
La casa poggia le sue fondamenta, non sulla terra, ma su una donna.
Voja de kavorà ssàrtene addosso, viemme a trovà domà cche oggi nun posso.
Voglia di lavorare saltami addosso, vienimi a trovare domani che oggi non posso.
Non c'è uomo senza dispiaceri; e se ce n'è uno, non è un uomo.