Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...tenta di dirmi qualcosa fra i singhiozzi:
"... Mark... Mark... è... stato Mark... "
La sua voce rotta dall'emozione spalanca nel mio essere un gran senso di pietà, ma nell'udire quel nome sento i miei nervi irrigidirsi per fremiti di rabbia sorda e la mia coscienza oscurarsi per i rigurgiti di un odio feroce, verso Mark e verso tutto il paese.
Mi sforzo di rincuorarla, dicendole che adesso non è più sola e può contare su di me. Insisto per sapere cosa è accaduto e lei in silenzio mi prende per mano e mi attira verso il tombino.
Si infila per prima chinandosi molto ed io la seguo.
Cammina lentamente davanti a me; non piange più adesso. Attraverso una grata della strada la luce lunare crea un bizzarro disegno di sbieco verso il basso.
Accendo un fiammifero, ma Mirta sembra vederci bene anche al buio. Dopo pochi metri mi fa cenno con il braccio di fermarmi ed io accendo un altro fiammifero.
Sulla parete di destra il muro in un punto è crollato forse a causa delle infiltrazioni d'acqua e da qui proviene una corrente d'aria fredda e ammuffita. Mirta mi guarda, poi sempre senza parlare si infila dentro.
La mia fiammella ... [segue »]

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