La ragazza del paese stregato
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...chiar di luna.
I tetti sconquassati di alcune costruzioni in rovina sotto la luna hanno riflessi celestognoli.
Furtivamente ci muoviamo tra gli alberi fino a raggiungere una porticina semiaperta fra l'edera del muro di cinta: il cortile nero e squallido dietro la casa di Mirta.
Un cespuglio di melagrane fradicio di umidità è accanto all'ingresso posteriore. Un ferro di cavallo è inchiodato sul battente.
Salendo i gradini la ragazza mi fa cenno di evitare ogni rumore per non svegliare i fratellini che dormono all'ultimo piano.
Entriamo.
La luce rossiccia di un lume a olio non basta a fugare le ombre opprimenti. La mano di Mirta mi guida nel buio.
Una scala. Dei gradini consunti, un corrimano lucido di ottone.
Al ballatoio del piano superiore Mirta apre una porta. I cardini cigolano, le vecchie assi del pavimento hanno improvvisi schianti secchi che ci fanno sussultare.
Una lampada a petrolio posata sul comodino rischiara una camera all'antica con la mobilia severa e l'alto letto. La luce della fiamma è bassa e si spande nella quiete silenziosa.
Mirta mi guarda, ed io non comprendo.
Poi la mia attenzione si sposta su alcune macchie del pavimento.
Sangue. I frammenti insanguinati di una caraffa di ... [segue »]
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