L'ultima opera per Rich
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Rich uscì dal teatro con occhi distanti dalla terra. L'Otello del duo Shakespeare-Verdi, condito con la musica travolgente del sanguigno padano, lo aveva stravolto. In quel preciso momento della vita non era stata la sinfonia giusta per il suo spirito, quella del moro di venezia, meglio sarebbe stato un bel bhudda bar. Una tragedia di tradimenti l'Otello, e dei tradimenti, e tanti, aleggiavano meravigliosi e cupi su di lui! Rich si sentiva ormai perduto, vuoto di speranza, i traditori si muovevano in famiglia, e famigli. Il mondo si restringeva intorno a lui. Soffocava. Discese la scalinata teatrale stanco nel cuore, e nelle gambe, mentre un senso di sconforto ed impotenza s'impadroniva del suo essere umano. Osservava il vuoto e salì sulla mercedes scoperta. Mise in moto, senza capire perché, nel caldo della sera calante, di un giorno caldissimo di luglio, un luglio di densa morte. Giornata a 40 gradi all'ombra. Si stava bene nell'aria condizionata della sala del teatro, pensava, anche se il vibrare delle macchine era un disturbo al gioioso ascolto della musica e del canto, rovinandone l'incanto, non a Rich, che evadeva dall'Otello devastante con l'attenzione al niente. Rich fece avanzare la spider nera lucente, senza guardare la ... [segue »]
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