Il campo d'oro
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...- pensava all'improvviso. Ma subito gli pareva impossibile.
- E chi mai lo avrebbe seppellito proprio lì!? Per me, perché lo ritrovassi proprio io, con tutta la mia malasorte! - e scuoteva la testa incredulo e chiudeva gli occhi, vedeva se stesso intento a scavare, ora in un punto, ora in un altro del campicello avaro ed ecco che trovava una vecchia cassa di legno e, appena riusciva a sfondarne il coperchio, preziose monete d'oro e d'argento ne rotolavano fuori... ricco! Ricco! Finalmente ricco, rispettato, ammirato da tutto il paese e perfino quella pettegola acida di sua moglie tornava da lui e diceva pomposamente "Tano, il mio caro, meraviglioso marito!..."
Si svegliò di colpo, tutto sudato e affannato, si strinse addosso la coperta e guardò fuori: nella luce livida dell'alba il campo era sempre lì, con i massi di pietra, gli sterpi, i rovi e le erbacce.
- E sia così, campo della malora! - urlò improvvisamente Tano, esasperato - Io te lo strapperò quel tesoro che nascondi nelle viscere amare! Fosse l'ultima cosa che faccio nella mia malaugurata vita! -.
Così, Tano uscì, andò dal vicino e si fece prestare gli attrezzi, anche il vecchio, paziente bue con l'aratro.... [segue »]
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