Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi
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...porta la trovavo sempre chiusa.
Nell'angolo più nascosto della stanza, come un cane orfano del padrone singhiozza e s'accovaccia per terra, silenziosamente, così v'era posto un organo con una tastiera unica e scordata, da tempo mai più suonato.
Io, d'istinto, mi avvicinai e provai a schiacciare quei tasti polverosi e molli ma non vi usciva suono, solo silenzio, eppure io avvertivo, nel tastare quell'organo, una celestiale melodia che sembrava trascinarmi in paradiso.
E pensavo che tutti coloro ch'eran morti lì, e furono davvero tantissimi, ora dovevano essere felici per l'eternità. E così la mia pietosa compassione divenne certezza, come il chiarore d'una luce lontana che si scorge alla fine di un tunnel, in mezzo a tanto buio. Non so dirvi cari lettori, se quelle strane sensazioni che avvertivo lì dentro, erano dovute a fenomeni paranormali o a suggestioni naturali, certo è che sia l'una, sia l'altra ipotesi eran perfettamente valide visto la misteriosità di quel posto.
Poi, di colpo, restai senza fiato ed immobile e cominciai subito dopo con passi certi e misurati, a dirigermi verso un sottoscala dove saliva una scala pericolante a chiocciola. Lentamente provai a salire cercando di arrivare in quella finestra misteriosa per affacciarmi anch'io da ... [segue »]
dal libro "Colei che brevemente fu e che mai in vita conobbi" di
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