Scritto da: Alessio Fabretti

Un delitto alla casa di cura


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...stavamo dicendo, non prenda nota, si ricordi sempre che le decisioni qui dentro le prendo solo io..." mandando una voluta di fumo verso il soffitto, guardandola insistentemente, "e lei aspetti dott. Peretti" che stava per allontanarsi.
"Signorina, troverà gli appuntamenti sulla mia scrivania, passi più tardi e ora la prego – guardando il medico - non ho ancora terminato con il qui presente... il computer lo lasci, scriverò alcune note".
Mentre chiudeva la porta per tornare nella sua stanza adiacente, sente il com. Desideri che apostrofava Peretti.
"Non si permetta più di assumere quest'atteggiamento né verso di me, né di prendere decisioni senza il mio esplicito permesso. Questo posto lo dirigo io e lei è un impiegato, un bravo professionista, lo riconosco, ma non pensi di avere campo libero, mai...".
Irina guardava l'orologio, voleva andare via, a casa, farsi una doccia e togliersi di dosso la stanchezza del giorno e anche l'odore del sigaro, buono, ma lei non fumava e sopportava... erano le 21.45.
"Ha capito bene dottore! Ora se ne vada, ho da fare".
Il dott. Alessandro, scuro in volto esce sbattendo la porta e Irina lo saluta: "a domani dottore".
Dalla porta non ancora chiusa ... [segue »]
Composto lunedì 7 dicembre 2009

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