Scritto da: Alessio Fabretti

Un delitto alla casa di cura


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...dei quali alcuni erano in fase di ripresa, i loro lamenti non lasciavano di certo dormire durante le notti. Le infermiere: Katia, una biondina minuta con gli occhi azzurri, Isabella un po' formosetta con un pettine sulla nuca per trattenere i capelli e Caterina una mora slanciata; stavano terminando il loro giro per le due ali del piano, spegnendo le luci al loro passaggio augurando la buonanotte. Tornavano nell'infermeria ove avrebbero trascorso la notte nell'attesa di qualche eventuale emergenza accendendo le luci notturne.
Ormai il silenzio aveva immerso il reparto e dall'esterno della villa s'intravedevano solamente i piani illuminati. Fuori iniziava a piovere.
Irina, arrivando a casa rifletteva su quella riunione. Conosceva bene il suo capo, era una persona onesta, ma "non si sa mai", aveva solo lei l'accesso agli archivi e ai libri contabili.
22.45 guardava l'orologio e mentre saliva le scale del condominio, il trillo del cellulare, "messaggio da chi", guarda lo schermo e vi scorge delle cifre 85-10-14:
"Chi sarà mai? Uno scherzo forse".
Tra le ragazze al piano vi era una specie di scherzo che facevano a turno, non portavano sempre la tuta bianca, giacca e pantaloni, ma a rotazione indossavano un camice bianco con qualche ... [segue »]
Composto lunedì 7 dicembre 2009

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    Scritto da: Alessio Fabretti
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