Il mantello
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...le notti d'angoscia quando all'orizzonte spuntavano i bagliori del fuoco e si poteva pensare che anche lui fosse là in mezzo, disteso immobile a terra, il petto trapassato, tra le sanguinose rovine.
Era tornato, finalmente, più grande, più bello, e che gioia per la Marietta. Tra poco cominciava la primavera, si sarebbero sposati in chiesa, una domenica mattina, tra il suono di campane e fiori. Perché dunque se ne stava smorto e distratto, non rideva più, perché non raccontava le battaglie? E il mantello? Perché se lo teneva stretto addosso, col caldo che faceva in casa? Forse perché, sotto, l'uniforme era rotta e infangata? Ma con la mamma, come poteva vergognarsi di fronte alla mamma? Le pene sembravano finite, ecco invece subito una nuova inquietudine.
Con il dolce viso piegato un po' da una parte, lo fissavacon ansia, attenta a non contrariarlo, a capire subito tutti i suoi desideri. O era forse ammalato? O semplicemente sfinito dai troppi strapazzi? Perché non parlava, perché non la guardava nemmeno?
In realtà suo figlio non la guardava, egli pareva anzi evitasse di incontrare i suoi sguardi come se temesse qualcosa.
E intanto i due piccoli fratelli lo contemplavano muti, con un curioso imbarazzo.
" ... [segue »]
dal libro "La boutique del mistero" di Dino Buzzati
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