I padroni del nostro destino
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...quello a dover rinunciare a tutto questo. Non mi sollevava. Non riuscivo ad essere egoista neanche in quei momenti, quelle azioni le compievo solo perché mi veniva imposto. Eravamo pedine in mano a uomini potenti, che decidono i destini dell'umanità secondo la loro malata concezione della vita."
Il primo scritto terminava qui, d'altronde il foglio era piccolo ed era stato riempito sino al bordo per poterci far stare tutte quelle parole. Presi in mano il secondo e cominciai a leggerlo, mentre la tristezza mi consumava interiormente.
"Non so come ti chiami, ed immagino che ti farebbero storie se dovessero vederti scambiare corrispondenza con un prigioniero. Ad ogni modo io continuo col breve racconto della mia vita, nella speranza che tu abbia trovato interessante il precedente sforzo.
Ho una moglie ed una figlia, probabilmente dovrei usare il verbo al passato dato che saranno quasi sicuramente morte durante i bombardamenti di sei mesi fa ad opera vostra.
Non pensar male, non riserbo rancore verso di voi, in fondo siete esattamente come me, attori di una commedia decisa a tavolino.
Abitavamo in una villetta fuori città, avevamo un giardino fiorito ed una piccola piscina che mia figlia adorava letteralmente.
Potevo permettermi tutto quel ... [segue »]
Composto martedì 19 gennaio 2010
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