Per non dimenticare
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...Era posata sul suo letto, mentre le gambe dondolavano e mentre con il suo cuore si confidava con Anastazia, la bambola si chiamava così. La stanza era quasi vuota, come lo era la sua anima. Era solo una bambina ma aveva vissuto veramente, con tutto il dolore che potesse esistere in un essere umano. Era una bambina ma aveva la forza di un adulto. E in quella giornata invernale, nella Cracovia che non conosceva limiti, si sentiva diversa. Diversa da chiunque, dal suo cane che intanto la osservava scrupolosamente, diversa da quella bambola che aveva preso il suo posto, diversa da quelle mura che riuscivano a star rette. Era diversa. La sua famiglia l'aveva cresciuta così, da una religione che forse lei non voleva veramente, da un Dio che la amava e che, in quel momento, le era accanto. Era solo una bambina, ma era diversa. Molti la definivano "ebrea"; il mondo lo conosceva bene. Sapeva quanto era crudo, e brutto, e cattivo, e doloroso. Era un'emozione che non amava affatto; la neve cadeva dal cielo gelando il suo cuore e nelle notti più cupe cadeva anche dai suoi occhi color cristallo. Non erano occhi i suoi, ma due gioielli ... [segue »]
Composto domenica 27 gennaio 2013
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