Intervista ad uno zingaro
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...sua stessa sorte; ma lui e i suoi fratelli erano nati per essere "macchine" per zingari.
Continuava a mangiare quei cioccolatini uno dopo l'altro, quasi non riuscisse a sentirne il sapore, e la sua mente va all'11 di Agosto quando una zingara Rom andò in questura e denunciò la scomparsa del nipotino. Rajata, la zingara, raccontò che il nipotino era rimasto vittima della guerra Jugoslava e che il padre e la madre erano morti. Gimmy, secondo Rajata, le era stato affidato da alcuni parenti per portarlo in Italia.
Ad ogni modo non mi parlò mai d'essere stato venduto; forse cercava di non crederci o di fornirsi delle motivazioni come oppio emozionale. Accennò solo alla guerra che affliggeva il suo paese, manifestando una certa preoccupazione. Raccontò invece come giunse a Catania, come fuggì da coloro i quali lo tenevano schiavo alle soglie del duemila. Quando fu ritrovato i poliziotti lo tranquillizzarono dicendo che la zia Rajata lo stava aspettando, ma lui raccontò tutto e, con occhi indispettiti, riviveva quegli attimi.
Sotto il ponte siciliano dove era stato lasciato per iniziare la sua attività: derubare nei cascinali preziosi e quant'altro gli riusciva, ma anche quel giorno non aveva voluto; ecco la mirabolante ... [segue »]
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