Intervista ad uno zingaro
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...e infine i figli, senza nulla a pretendere su loro, ne ora ne mai".
Questa pratica commerciale, perfettamente gestita, garantisce una certa sopravvivenza nel periodo degli orrori non generando minimamente la singola variazione nella coscienza del singolo.
Questo mio articolo era l'introduzione alla "Intervista ad uno zingaro" che avrebbe occupato le pagine centrali del giornale per cui scrivevo.
Non mi sentivo felice: il mio successo veniva generato dalla storia di una vita bruciata, che però sa¬rebbe stata conosciuta da molti e sarebbe servita da monito ad altri infami speculatori d'infanzia.
Ero giù nella sala d'attesa della casa di accoglienza per minori che ospitava Gimmy; osservavo questo luogo, lindo e "solidale" e mi dava l'impressione di essere di tutti ma di non appartenere a nessuno: non si trovavano tracce di vita, non si rilevavano a senso calori di storie, recenti o passate: era un luogo di passaggio buono per tutti ma che non tratteneva l'essenza di nessuno.
Gimmy aveva assunto gli identici colori, voleva dimenticare!
Proprio quella mattina sembrava aver dato un colpo di spugna, d'aver rotto con il passato; la cicatrice che portava dentro l'avrebbe segnato per la vita ma era ripartito senza essersene accorto.
Una voce mi scuote dal mio ... [segue »]
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